Crisi, regolamenti e costi, parla Lucio Cecchinello

Crisi, regolamenti e costi, parla Lucio Cecchinello
Giovanni Zamagni
I nuovi regolamenti servono realmente a risparmiare? Dorna e Fim si stanno impegnando per aiutare i Team? L'analisi del Team manager LCR Honda MotoGP | G. Zamagni Qatar
19 marzo 2010


LOSAIL – E’ uno dei pochi piloti al mondo ad aver battuto Valentino Rossi in un campionato di valore: successe nel 1995, quando a trionfare nel Campionato Europeo fu Lucio Cecchinello, proprio contro Valentino. Un piccolo primato che rimarrà per sempre, ma per Lucio, ormai, sono ricordi lontanissimi, impegnato com’è a gestire il difficile e costosissimo progetto MotoGP. Per Lucio, far quadrare il bilancio è un’impresa ancora più ardua di quella compiuta per conquistare l’Europeo contro Rossi, ma, ogni anno, Cecchinello riesce a ottenere risultati per certi versi strabilianti. E’ quindi la persona giusta per spiegare se i cambiamenti regolamentari imposti quest’anno hanno portato a un reale risparmio.

Ecco in sintesi il suo pensiero, che potete ascoltare nel file audio.

TEST


« Aver ridotto i test invernali a sei giornate di prove, concentrate in due circuiti, ha sicuramente ridotto i costi. Ogni trasferta extraeuropea a una squadra come la mia costa tra i 70 e i 100.000 euro: quindi, facendo un calcolo a spanne, noi abbiamo risparmiato una cifra superiore ai 200.000 euro ».

STAGIONE


« La limitazione dei motori non ha portato a una diminuzione dei costi, perché noi dipendiamo dalla Honda, che ti vende tutto un pacchetto che comprende, oltre alle moto, i propulsori, l’assistenza, le revisioni. Quest’anno i motori non si possono più revisionare, perché sono solo sei, contro gli otto, nove, al massimo dieci del passato, ma c’è stato un aumento complessivo, giustificato dall’uso di tecnologie sofisticate per aumentare la durata del quattro cilindri ».
Lucio Cecchinello
Lucio Cecchinello


SPONSOR


« Il mondo dei motori, in generale, ha sofferto molto l’uscita dei tabaccai. La Formula1 è riuscita a sostituirli con gruppi bancari, assicurativi e multinazionali che nel motociclismo non si sono visti, anche perché il nostro pubblico è piuttosto giovane e poco interessato a quel tipo di prodotto. Noi stiamo puntando tutti i nostri sforzi sulle aziende motociclistiche e su quelle che io chiamo di “border line”: in questo modo riusciamo ancora a difenderci. Ma, purtroppo, negli anni i costi sono aumentati, mentre diminuiscono quelli delle sponsorizzazioni: per questo motivo siamo costretti a frazionare il budget in una moltitudine di aziende. Purtroppo non c’è stata una politica da parte della FIM (Federazione Motociclistica Internazionale) e della Dorna (la società spagnola che organizza il motomondiale) per limitare le tecnologie: adesso la MotoGP è troppo permissiva (personalmente non sono d’accordo su questa teoria, ndr) e per i team piccoli è un problema ».

OBIETTIVI


« Siamo consci che la MotoGP, rispetto a quando siamo entrati, è molto cambiata. Nel 2006 c’era un dominio quasi assoluto di chi aveva una Honda con le Michelin e con Casey Stoner siamo stati protagonisti, con un secondo posto, una pole e altri risultati di prestigio. Con l’avvento delle 800 è cambiato tutto: adesso i primi quattro fenomeni sono un mondo a parte, il mio sogno – e il nostro obiettivo – è quello di essere nel gruppo con Spies, Hayden, Capirossi, Melandri, che si giocherà il quinto, sesto posto tutte le gare ».