Clinica Mobile. Il “volo” di Pirro al Mugello

Clinica Mobile. Il “volo” di Pirro al Mugello
Pirro è volato a terra a 300 km/h. Quali danni ha riportato il pilota? che conseguenze ci sono state?
7 giugno 2018

Il collaudatore della Ducati, wildcard durante il GP di casa al Mugello, è stato protagonista di una violenta caduta durante la FP2. Alla staccata della San Donato Michele ha perso il controllo della sua Desmosedici, ed è letteralmente volato sulla ghiaia a più di 300 km/h.

La dinamica della caduta e l’impatto a terra hanno portato il pilota a rotolare sulla ghiaia già privo di coscienza. Dopo alcuni minuti Pirro ha ripreso conoscenza, ed è stato trasportato al centro medico, dove abbiamo riscontrato un trauma cranico commotivo, una lussazione della spalla destra e un trauma minore al polso. Michele è stato poi trasportato a Firenze in ospedale per una diagnosi completa, dove è stato tenuto in osservazione per 48 ore.

L’emergenza in pista è stata gestita dagli ottimi colleghi del servizio medico del Circuito del Mugello, che hanno lavorato molto bene. Una volta arrivato al centro medico, abbiamo potuto seguire le fasi successive e mi ha confortato subito il fatto che quando è sceso dall’ambulanza Michele mi abbia riconosciuto immediatamente. Abbiamo poi seguito il pilota in ospedale e ci siamo tenuti in contatto anche una volta dimesso nei giorni successivi.


Per quanto riguarda il trauma cranico commotivo, l’esito della TAC in questo caso è stato negativo, per cui il cervello non ha subito danni a livello anatomico. Tuttavia, come facciamo sempre nei casi di concussione cerebrale, abbiamo raccomandato a Michele di prendersi un adeguato periodo di riposo assoluto anche a casa. Un trauma cranico non va mai sottovalutato, bisogna prestare attenzione ad eventuali altri sintomi, riposare il più possibile il cervello e recuperarsi completamente, in quanto si tratta dell’organo più delicato del nostro corpo.


Sulla base degli studi scientifici emersi negli ultimi dieci anni, nel Motomondiale a livello medico stiamo ponendo sempre più attenzione ai traumi cranici e alle concussioni cerebrali, che sono di fatto dei pericoli silenti. Sebbene spesso sembri che il paziente abbia recuperato, esistono dei potenziali rischi a riprendere l'attività in pista, e dei sintomi da non sottovalutare, sia perché il cervello può essere ancora in sofferenza, sia perché c’è il rischio di subire un secondo colpo (la cosiddetta sindrome da secondo impatto). Per noi di Clinica Mobile la concussione è dunque un tema importantissimo, che continuiamo a studiare e approfondire mantenendo un contatto costante con degli esperti di neurochirurgia.

 


Per chi volesse iniziare ad approfondire questo tema e saperne di più di come gli studi scientifici degli ultimi anni abbiano sensibilizzato il mondo dello sport sulla concussione cerebrale, consigliamo il film “Concussion” (2015, “Zona d’ombra – Game brain” il titolo in italiano), con Will Smith, che parla della storia vera della lotta del neuropatologo Omalu Bennet per sensibilizzare la NFL sul tema della concussione cerebrale nei giocatori di football americano.

 

Michele Zasa (Direttore Sanitario della Clinica Mobile)