Verlicchi, 178 operai in cassa integrazione

Verlicchi, 178 operai in cassa integrazione
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Firmato l’accordo di cassa integrazione per gli operai Verlicchi. Presto il ritorno in fabbrica, Ducati ha già commissionato una partita di telai
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4 maggio 2011

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La situazione per l’azienda di Zola si complica e si sbroglia a giorni alterni. Se infatti da un lato è stata approvata la cassa integrazione per 178 operai, dall’altro si attendono buone notizie con una commessa in arrivo da Ducati e forse una anche da BMW. Guai giudiziari per sei dirigenti Verlicchi che, secondo l’ipotesi della Procura, avrebbero distratto il patrimonio dell’azienda.


Pronte le commesse Ducati e forse BMW


Dopo il fallimento dichiarato nei mesi scorsi è arrivata la cassa integrazione. La firma dei sindacati (Fiom-Cgil, Fim-Cisl) e del curatore Fausto Maroncelli sigla l’accordo di cassa integrazione straordinaria per 178 operai e (solo su base volontaria) per la mobilità. La notizia giunge come un segno di speranza per i dipendenti che lo considerano un passo avanti verso un possibile ritorno alla normalità. Il lavoro non manca: Ducati Motor ha infatti commissionato a Verlicchi una partita di telai ed è attesa solo la conferma per un ordine di BMW.


La Procura indaga sulla distrazione di beni e fondi


Alzando lo sguardo dagli operai ai dirigenti, il panorama cambia e il futuro si profila decisamente meno bello. La Procura infatti ha iscritto sei persone sul registro degli indagati in relazione al fallimento Verlicchi. L’accusa è quella di distrazione di beni e fondi. In particolare il patrimonio aziendale per la partecipazione (al 100%) che la società aveva nella Verlicchi Casoli. Gli indagati sono: l'ex titolare Alessandro Verlicchi e l'ad Valdemaro Peviani, il legale rappresentante di Jbf, Mariano Bertelli, l'amministratore unico della polisportiva, Massimo Stella, e Carlo e Riccardo Caponi, azionisti di Industrie Toscane, di Jbf e Tecnocontrol (tutte aziende che fanno capo al gruppo Caponi che rilevò l'azienda di Zola).


Il pm Antonello Gustapane ha disposto che vengano sequestrati d’urgenza quote societarie e beni della Verlicchi comprese le proprietà mobili e immobili. La misura giudiziaria non interromperà comunque la produzione industriale che proseguirà senza risentirne. 


La nota ufficiale di Alessandro Verlicchi


Alessandro Verlicchi in una nota ha dichiarato la sua estraneità ai presunti reati commessi. "Sono stato io il primo a presentare una denuncia analitica nei confronti di chi io ritengo essere gli autori della spoliazione delle aziende del Gruppo, avendo questi messo in atto una serie di comportamenti truffaldini approfittando dello stato di bisogno. Ho denunciato con altri due esposti altri fatti di cui sono venuto a conoscenza successivamente". "Sono estraneo - aggiunge - a qualsiasi operazione societaria successiva alla cessione delle azioni della capogruppo Verlicchi Nino e figli di Bologna. Intendo proseguire nella mia condotta di fattiva collaborazione con l'autorità giudiziaria al fine di creare possibilmente il recupero delle attività produttive delle società del Gruppo. In questa ottica ho valutato positivamente il sequestro operato delle quote della Verlicchi Casoli Srl, alla cui cessione sono totalmente estraneo".