Tourist Trophy: un viaggio meraviglioso

Tourist Trophy: un viaggio meraviglioso
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il nostro viaggio all’Isola di Man fra piloti, team manager, un paddock che più aperto non si può e soprattutto un fiume di appassionati. Vi trasmettiamo la nostra esperienza
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
15 giugno 2015

Un viaggio al TT è un po’ come un pellegrinaggio. Che la si ami o la si odi, la corsa stradale più antica del mondo è un’esperienza da provare anche solo per vivere un mondo – il paddock – rimasto fermo a tanti anni fa. Certo, tutto si è fatto più grande, più professionale, ma qui non serve nessun pass al collo per scambiare due chiacchiere con piloti e team manager, solo un po’ di educazione e rispetto.

L’Isola di Man non è facilissima da raggiungere se ci volete arrivare in moto. Una scelta che vi consigliamo perché vi permette di godervi appieno la vita al TT, come vedremo dopo, ma che impone tanta autostrada e due traghetti. Per non parlare delle insidie della guida dal lato… sbagliato della strada. Douglas è servita decorosamente dalla compagnia aerea low-cost FlyBe, e con un paio di “salti” ci si arriva senza grossi problemi. Fatevi due conti, soprattutto in base al tempo che avete a disposizione.

Prima ancora di arrivare dovete pensare ad una sistemazione in loco. L’ideale è avere qualche contatto in zona – magari suggerito da qualche amico – che vi ospiti in casa: durante le due settimane del TT molti abitanti dell’isola affittano case e camere permettendovi di non spendere una follia. Gli alberghi, a detta di tutti quelli con cui abbiamo parlato, sono molto costosi (si supera come ridere il centinaio di sterline a notte per delle topaie, durante la TT Fortnight).

Un’ottima soluzione, soprattutto se venite in moto, è la sistemazione al Metzeler Village. Allestito all’interno del Manx Sports Center, il Village è sostanzialmente un campeggio già attrezzato con tende di diverse dimensioni e tutto quello che vi occorre, con proposte che vanno dalla sola tenda alla soluzione “all inclusive”, con materassino, sacco a pelo, cuscino e quant’altro – sostanzialmente, potete andare in campeggio portandovi dietro solamente quello che vi serve spendendo comunque pochissimo. Una settimana costa circa 40 sterline, che scendono a 24 se siete gommati Metzeler.

Servizi igienici, docce e spogliatoi sono quelli dello Sports Center, e a pochi metri c’è lo Sports Institute dove trovate piscina, sala fitness, spa e ristorante per la colazione. La posizione è perfetta, perché siete esattamente dietro al celebre Quarterbridge Pub, con vista sulla curva omonima. La Grandstand è a quindici minuti di cammino, e con un taxi spenderete poche sterline (oppure potrete godervi una passeggiata poco più lunga) per raggiungere la celebre Promenade di Douglas, dove si concentra la vita notturna. E potrete godervi la bellissima iniziativa della Metzeler Riders Night, in cui i piloti della casa tedesca – quest’anno c’erano Hutchinson, Martin, Johnson, Harrison e Hillier – risponderanno alle vostre domande (se capite bene l’inglese, Gary Johnson è dotato di un sense of humour devastante) e potrete asfissiarli per farvi un selfie o un autografo.

Peraltro vi abbiamo già raccontato, attraverso la quinta puntata del nostro progetto legato a Marco Pagani, com’è fatto il paddock (retrostante la Grandstand), e vi assicuriamo che una passeggiata da quelle parti vi offre uno spaccato che vi aprirà gli occhi su cosa sia davvero il TT. Con la dovuta educazione potrete fare due chiacchiere con tutti, a prescindere dal blasone, con la sensazione di essere sempre i benvenuti.

Se resterete più di qualche giorno, capirete ben presto come tutto sull’isola ruoti attorno al Tourist Trophy. Ogni pub, ogni locale, ogni persona ha qualcosa da raccontarvi sul TT, e vale la pena di farsi un giro non solo per vedere le bellezze dell’Isola, ma per scoprire che c’è qualcosa ovunque. A Peel, per esempio (a un quarto d’ora da Douglas) potrete vedere la House of Manannan, dove troverete – oltre a reperti e ricostruzioni di cultura celtica – uno splendido museo dedicato ai piloti dell’Ulster, protagonisti naturalmente soprattutto i componenti della famiglia Dunlop.

E vale la pena, vista la ridottissima distanza dal Village, fare una puntatina anche alla Joey Dunlop Foundation, organizzazione messa in piedi dalla famiglia per aiutare tutti i piloti impegnati nel recupero dopo incidenti sull’Isola, ma anche tutti i disabili che possono venire a vedere il TT in un ambiente in cui tutto è pensato per facilitargli la vita.

Se poi avete pensato bene di fare il viaggio in moto ed avete una sportiva, magari potete considerare l’idea di un Track Day sulla pista di Jurby, l’unico tracciato permanente sull’Isola di Man su cui molti dei team lavorano durante la loro permanenza sull’isola. E’ una pista sicuramente poco “glamour”, ricavata da un ex aeroporto militare, ma che mantiene un certo fascino da TT. Veloce e divertente, anche se con un fondo non esattamente perfetto, riproduce in un certo senso le insidie del Mountain Circuit.

Su cui peraltro, se restate per la Mad Sunday, potrete fare un giro – il percorso viene reso a senso unico e i limiti di velocità fuori dai paesi vengono aboliti. Il che non significa che potete guidare come se foste piloti del TT. Primo, perché i Marshall e le forze di polizia sono costantemente di pattuglia sul tracciato (e vi assicuriamo che non riuscirete a sfuggirgli…) e non si fanno scrupolo di fermare e multare chi fa stupidaggini. Secondo, perché ogni anno diversi motociclisti si fanno molto male – e stiamo usando un eufemismo – proprio in quella occasione. Insomma, potete andare veloci ma senza esagerare.

In zona Jurby c’è anche uno spettacolare museo dedicato a due e quattro ruote, dove troverete tantissime auto e moto di ogni genere. Si stenta a capire il filo logico che lega le “opere” esposte, finché non si arriva alla conclusione che, semplicemente, si tratta per tutti di mezzi molto particolari o comunque di elevato valore storico (magari per episodi correlati all’Isola di Man) che un eccentrico collezionista ha riunito sotto un unico tetto, come vedete dalla gallery qui sotto.

Ovviamente sono però le gare la grande attrattiva del TT: vi basterà vedere un passaggio per capire di essere a cospetto di qualcosa di davvero speciale. I punti da cui vedere la gara, se siete appassionati del genere, li conoscete anche voi ma ci permettiamo comunque di darvi qualche dritta.

Innanzitutto, tenete presente che com’è ovvio le strade vengono chiuse per tutta la durata delle gare (se ci sono due gare, dall’inizio della prima alla fine della seconda), quindi se volete piazzarvi fuori città, nella zona montagnosa, sappiate che una volta lì non potrete spostarvi. Se vi posizionate da qualche parte a Douglas o Ramsey avrete più possibilità percorrendo le strade attorno al circuito, ma le distanze fra un punto e l’altro non sono brevi – se siete in moto non c’è problema, se siete a piedi rischiate di perdere un passaggio. I taxi ci sono, e sono anche relativamente economici, ma tenete presente che… non sarete solo voi a volerli usare. E tenete presente – ma questo vale per tutte le spese – che l’Isola batte moneta propria, le sterline dell’Isola di Man. Potete pagare con le sterline normali, ma riceverete come resto la valuta locale, che invece in Inghilterra non viene accettata. Insomma: o spendete tutto, o vi ricordate di cambiare prima di rientrare o… vi terrete un souvenir in più sotto forma di banconote e monetine. Così avrete la scusa per tornare un’altra volta sull’isola dei gatti senza coda.

Insomma, come avrete capito ci sono mille motivi per pianificare una vacanza al Tourist Trophy, in moto o – se non avete tempo o voglia – in aereo. Ricordatevi di salutare le fairies quando passate sul Fairy Bridge, e sappiatelo fin dall’inizio: una volta sola non vi basterà.