Superbike 2017, mondiale SS. Ryde the bike

Superbike 2017, mondiale SS. Ryde the bike
Carlo Baldi
Kyle Ryde, in forza al team Puccetti Racing, ha solo diciannove anni, e per molti - primo tra tutti Johnny Rea - rappresenta la nuova speranza della scuola britannica
9 marzo 2017

Kyle Ryde è uno dei giovani piloti inglesi più promettenti dei campionati delle derivate dalla serie. Ha corso per due anni nella Red Bull Rookies Cup, e nel 2011 è diventato il più giovane campione britannico di sempre della 125 cc. Passato alla 600 Stock, ha bissato il titolo di campione nazionale nel 2014.

A rivelarlo al grande pubblico è stata la gara del mondiale SS del 2015 a Donington, quando ha corso come wild card con una Yamaha molto vicina alla serie ed è salito sul terzo gradino del podio. Quest’anno, il diciannovenne di Mansfield è stato scelto dal team Puccetti Kawasaki per fare da compagno di squadra a Kenan Sofuoglu. Il cinque volte campione del mondo della SS ha quasi 33 anni, e a Kyle si prospetta la possibilità di raccoglierne il testimone. Che abbia un grande potenziale non lo dicono solo gli addetti ai lavori, ma anche un certo Johnny Rea, che si prende cura di lui e lo consiglia dall’alto della sua esperienza.

Come è nata questa amicizia con Rea? Vi conoscevate già?

«No, non avevo mai parlato con lui» è la risposta di Kyle. «Dopo il podio di Donington venne nel mio box a farmi i complimenti, e da li è nata la nostra amicizia. Non posso dire che sia il mio manager, sarebbe una definizione che a lui non piacerebbe. Diciamo che mi consiglia e mi aiuta molto, oltre ad essere per me un grande esempio da seguire».

Nel primo round di Phillip Island, le prove del venerdì non erano andate affatto bene per l’inglese del team Puccetti. Solo diciottesimo dopo le FP1 e sedicesimo al termine delle FP2. Stessa musica il sabato mattina, quando ha chiuso le libere al quattordicesimo posto.

Nel pomeriggio la svolta. Prima della Superpole-1 Rea entra nel box di Puccetti per capire cosa stia succedendo.

«E’ entrato nel mio box e gli ho spiegato come stavo lavorando sulla moto e le difficoltà che stavo incontrando» ci racconta Ryde. «Mi ha ascoltato e poi mi ha detto testualmente “Questa è la tua moto. Guidala”. Poche parole che mi hanno fatto capire che dovevo smetterla di cercare di modificare la moto, ma che al contrario avrei dovuto essere io a cambiare il mio stile di guida per adattarlo alla Kawasaki».

Ryde the bike. Guida la tua moto. Questo il messaggio breve e diretto che il due volte campione del mondo ha trasmesso al suo pupillo. Quante volte abbiamo sentito piloti affermare che la moto non mota, e le gomme non gommano? Quanti piloti si sono persi o nascosti dietro il vano tentativo di rendere la propria moto perfetta e facile da guidare? Guida la moto che hai a disposizione, sfruttala al massimo.

Rea ne sa qualcosa, visto che è stato l’unico a vincere tanto con la vecchia CBR, una moto con la quale nessun ha raccolto i suoi risultati. Una mentalità tipicamente britannica, che non ammette le scuse o i piagnistei tanto cari a molti altri piloti, purtroppo anche di casa nostra.

E Ryde ha raccolto al volo l’insegnamento di Rea, andando a vincere la Superpole-1 per poi conquistare la seconda fila nella Superpole-2. Come sappiamo, nella gara di domenica, corsa in due manche, è successo un po di tutto, ma alla fine il pilota di Puccetti ha ottenuto un buon quarto posto.

«Un quarto posto che per me vale più del podio di Donington, dove prendevo un secondo al giro dai primi. In Australia sono riuscito a tenere il loro passo. La moto non è come vorrei, ma come mi ha detto Johnny, è solo questione di tempo. Più ci corro e più riuscirò a sfruttarne i lati positivi e a limitare quelli negativi».

Il tuo compagno di squadra Sofuoglu salterà le prime due gare. Questo significa una pressione maggiore per te o solo una grande possibilità?

«Con o senza Kenan, per me non è che cambi molto. Io devo dare sempre il massimo e dimostrare tutte le mie capacità per ringraziare la Kawasaki ed il team Puccetti, che hanno creduto in me. Sofuoglu, Cluzel e Jacobsen sono i piloti di riferimento in questo campionato, ma io voglio lottare con loro in ogni gara».

Determinato e umile, Ryde ci ricorda molto un altro pilota che ha corso in Supersport per poi passare alla Superbike, e quindi alla MotoGP: Cal Crutchlow. Al momento potrà sembrare un paragone azzardato, ma se a scommettere su di lui è anche un certo Rea...

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