Moto Morini: asta deserta, ma…

Moto Morini: asta deserta, ma…
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Come previsto, alla prima asta istituita dal Tribunale di Bologna per la vendita della Moto Morini non ci sono state offerte. Tuttavia confidiamo in un esito positivo per il mitico Marchio bolognese
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13 aprile 2011

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Come ipotizzato nel nostro precedente articolo, non è stata presentata alcuna offerta per l’acquisto della Moto Morini, all’asta tenutasi oggi presso il Tribunale di Bologna. Nessuno, insomma, parrebbe interessato alla cosa. Tuttavia, sotto sotto, vogliamo credere che non sia proprio così, e che mediando sui prezzi fissati per l’eventuale transazione la nostra Morini troverà un acquirente che voglia salvarla. Insomma, noi la pensiamo come il dottor Piero Aicardi, curatore del fallimento (decretato nel maggio dello scorso anno) della Casa di Casalecchio di Reno, che ha dichiarato oggi alla redazione bolognese de La Repubblica: "Non abbiamo offerte ma non disperiamo, entro l'estate faremo un'altra asta e sono sicuro che questa volta andrà bene". Aicardi racconta anche che tre gruppi industriali del settore auto motive (due stranieri ed uno italiano), non avrebbero ottenuto in tempo dalle banche i finanziamenti necessari a formalizzare le loro offerte antro le ore 12 di martedì 12 aprile, cioè 24 ore prima dello svolgimento dell’asta, che proprio per motivi “tecnici” non avrebbe quindi avuto esito.

Nel nostro articolo, tra l’altro, abbiamo citato un manager milanese che aveva coinvolto i vertici di Hyosung nell’idea di acquisire la Moto Morini. La signora Cristina Pattarozzi, della FIOM-CGIL di Bologna, non ce ne aveva detto il nome, ma si tratta di Giovanni Bassi, che gentilmente ci ha scritto quanto segue:

“Sono Giovanni Bassi, il manager che ha portato Hyosung ad interessarsi a Moto Morini. Posso confermare che il racconto della Signora Pattarozzi corrisponde al vero. La "cordata" da me costituita per rilanciare Moto Morini include Hyosung, un imprenditore italiano produttore di aerei ultraleggeri ed un fondo d'investimento, tuttavia le condizioni onerose richieste in sede d'asta, soprattutto a causa dell'acquisto forzoso dell'immobile, ci hanno costretto a rinunciare, almeno in prima battuta.
Il piano industriale da me presentato, sia ai sindacati, sia alla Provincia di Bologna, prevede il mantenimento della produzione in Casalecchio di Reno (magari non nello stesso capannone che presenta numerosi problemi) e la riassunzione progressiva entro un anno di tutti i lavoratori della vecchia Moto Morini. La presenza di Hyosung nella società sarebbe minoritaria e volta a rafforzare un accordo produttivo e commerciale, stipulato soprattutto per ottimizzare i costi di produzione delle Moto Morini (vero tallone d'Achille della passata gestione). Il piano prevede l'aggiornamento tecnico della gamma 1200 cc, il lancio di nuovi modelli di cilindrata 850 cc, più un linea di moto monocilindriche 450 cc sviluppate in collaborazione con Hyosung. Per un investimento complessivo di 8,5 milioni di euro in tre anni.
Non ci sarebbe quindi lo stravolgimento del marchio, né la sua "esportazione" all'estero.
Il vero problema della vicenda Moto Morini è che in Italia nessuno è più interessato a fare impresa: non si trovano capitali di rischio, né esistono imprenditori coraggiosi che vogliono scommettere su progetti di lungo periodo. Anche le autorità che governano il territorio, nazionali o locali che siano, non attuano politiche di sostegno e finanziamento alle imprese; in questo stato di completo abbandono rischiamo di perdere un patrimonio culturale ed industriale di grande valore. Ricordo che oltre a Moto Morini, rischiano di scomparire Malaguti, Verlicchi, Paioli ed altri ancora. Un pezzo dell'industri motociclistica italiana.
Indipendentemente dalla mia posizione personale, spero che oggi qualche imprenditore serio si faccia avanti, in caso contrario riprenderemo a negoziare l'acquisto dell'azienda, magari su basi più ragionevoli.
Sono a sua disposizione per raccontarle del mio progetto e la ringrazio per aver dato spazio a queste righe nella sua rubrica. Cordiali saluti
Giovanni Bassi”.


Ovviamente ringraziamo molto il dottor Bassi per la sua gentile disponibilità a raccontarci come stanno le cose, specificando nel contempo che la rinuncia all’acquisizione di Morini non è definitiva, visto che ha sottolineato la cosa con quell’ “almeno in prima battuta” che in effetti lascia spazio a ulteriori possibilità di trattativa, come del resto era logico immaginarsi. Il piano industriale proposto dalla cordata imprenditoriale costituita da Bassi, infatti, ci sembra molto interessante (così è stato giudicato anche a livello sindacale), visto anche che, secondo quanto dichiarato, l’operazione prevedrebbe la riassunzione di tutto il personale nell’arco di un anno.
Ed è questa, se permettete, la cosa più importante.

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