Rossi in Ducati, manca solo la firma

Rossi in Ducati, manca solo la firma
Giovanni Zamagni
Forse già a Laguna Seca ci sarà l'ufficializzazione: Rossi nel 2011 sarà in sella a una Ducati. Un matrimonio da sogno, ma anche una sfida molto più dura di quando lasciò Honda per Yamaha. Leggi perché | G. Zamagni
5 luglio 2010

Punti chiave


Ormai è fatta, manca solo l’ufficializzazione. Ma al più presto, forse a Laguna Seca, il matrimonio motociclistico del secolo verrà reso noto nei minimi dettagli. Quindi nel 2011 Valentino Rossi sarà in sella alla Ducati, per un’accoppiata da sogno che già fa discutere. Al momento dell’annuncio scopriremo i risvolti della scelta di Rossi, qualcosa di impensabile solamente fino a quattro mesi fa. Valentino sperava di finire la sua carriera in Yamaha, che però non se l’è sentita di accontentarlo nella richiesta di “liberarlo” da Jorge Lorenzo; una scelta che ha infastidito il nove volte iridato, che così ha cominciato a pensare alla rossa di Borgo Panigale, accettando una sfida davvero molto rischiosa.
Indipendentemente dal tifo e dalla passione, bisogna riconoscere che Rossi è davvero coraggioso: lasciare la Yamaha per la Ducati è più azzardato del passaggio dalla Honda alla Yamaha del 2003. Per almeno tre motivi.

1) AVVERSARI Gli avversari di oggi sono nettamente più forti di quelli di allora. Quando abbandonò la RC212V, di gran lunga la moto più competitiva, Valentino sapeva di lasciarla nelle mani di Sete Gibernau e Max Biaggi, due bravi piloti ma indubbiamente decisamente meno veloci di Jorge Lorenzo, Casey Stoner, Dani Pedrosa. Lasciare quindi l’equilibratissima e super competitiva M1 al probabile campione del mondo Lorenzo, significa essere veramente coraggiosi.


2)
ETA’ L’età, naturalmente, gioca contro Valentino, perché adesso ha 32 anni e non 26. Per carità, non che sia vecchio, ma non è più un ragazzino, mentre i suoi avversari hanno mediamente sette-otto anni di meno e già una grande esperienza in MotoGP.


3) REGOLAMENTO
Anche il regolamento gioca contro Rossi, perché, a differenza del 2004, Valentino non potrà percorrere migliaia di chilometri durante l’inverno. Rispetto al 2010, i giorni di prove saranno probabilmente due in più (10 contro 8, compresi i due giorni di test a Valencia dopo la fine del campionato) e Valentino sarà agevolato dal fatto che in Ducati lo sviluppo viene fatto molto “a tavolino” dagli ingegneri, ma è chiaro che cucirsi la moto addosso è tutta un’altra cosa.


Per tutto questo dico che Rossi ha del coraggio da vendere, anche se sarà spinto da stimoli pazzeschi: far capire alla Yamaha che sbaglio hanno fatto e la possibilità di vincere con tre marche differenti in 500/MotoGP, impresa mai riuscita a nessuno nella storia.


SQUADRA Per tentare un’impresa leggendaria, Valentino non avrà al suo fianco Jeremy Burgess. Questa, per il momento, è solo una supposizione, così come è una supposizione il fatto che Jeremy non passerà in Ducati non perché, come sostiene qualcuno, non vuole lasciare la Yamaha, ma più semplicemente perché Rossi non gli ha chiesto di seguirlo. Dico questo perché negli ultimi mesi, diciamo da metà del 2009, Valentino non era più così soddisfatto del lavoro della squadra, perché mentre lui non aveva quasi mai la moto a posto, Lorenzo aveva (e ha) sempre una M1 perfettamente centrata. Del team degli australiani, come vengono identificati dentro al paddock Burgess e i suoi ragazzi, soltanto Matteo Flamigni, il telemetrista, seguirà Valentino alla Ducati: insomma, dentro al box della rossa, si continuerà a parlare italiano.


RECUPERO Intanto, Rossi sta recuperando velocemente, più velocemente del previsto, tanto che Valentino potrebbe già rientrare nel prossimo GP al Sachsenring.
«Se ne è parlato – getta acqua sul fuoco il team manager Davide Brivio -: Vale scalpita, ma bisogna anche sentire i medici. Impossibile indicare adesso delle percentuali di probabilità: Valentino farà un test con una moto da strada (si ipotizza giovedì a Misano, ndr) e poi verrà presa una decisione».

 

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