MotoGP. Rossi: “2015? Meglio pensare al 2017”

MotoGP. Rossi: “2015? Meglio pensare al 2017”
Giovanni Zamagni
Valentino prima fa i complimenti a Marquez per il titolo, poi evita di tornare sulla famosa conferenza stampa dell’anno scorso. “Quello che penso l’ho già detto e rimango della stessa opinione, ma il passato non conta, bisogna pensare a finire bene e a sviluppare la moto”
27 ottobre 2016

SEPANG – Sepang, un anno dopo: come sono i rapporti tra Marc Marquez e Valentino Rossi 365 giorni dopo la conferenza stampa del 2015? I protagonisti non ne vogliono parlare, svicolano sull’argomento. «Un anno dopo rimango della stessa opinione, la nostra relazione adesso è professionale» dice Marquez in conferenza stampa. «Sono d’accordo con lui» taglia corto Rossi, che prima della conferenza aveva stretto la mano al rivale: «Complimenti per il titolo». Ma è inutile chiedere a Valentino dell’anno scorso, se direbbe le stesse cose (Lin Jarvis, numero uno della Yamaha, ha detto in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport di non essere d’accordo con le dichiarazioni di Rossi di allora), se rifarebbe lo stesso. «E’ importante non pensare più al 2015, rimanere tranquilli e concentrati. Quello che penso sul 2015 l’ho già detto e la penso esattamente allo stesso modo, ma è molto meglio guardare al futuro: dobbiamo lavorare per finire al meglio quest’anno ed essere il più competitivi possibile nel 2017».


Ritorniamo un attimo a Phillip Island: rivedendola, che idea ti sei fatto?

«E’ stata una gara bella e divertente, ma, sinceramente, mi sarebbe piaciuto arrivare più vicino a Crutchlow: invece, nella seconda parte, lui ha aumentato il suo distacco. Bisogna capire perché soffriamo così tanto quando calano le gomme».


E veniamo alla Malesia.

«Questa è una pista che mi piace molto, ma è stata completamente riasfaltata ed è anche cambiata l’inclinazione di alcune curve, come l’ultima. Non avevo capito perché, mi sembrava una scelta anomala, poi mi è stato spiegato che è stata fatto per rallentare le moto, per arrivare meno veloci alla curva 1, che stava diventando rischiosa. Ecco, allora hanno fatto bene».


(Non solo: è stata fatta una pendenza negativa (verso l’esterno e non l’interno della curva come si fa solitamente) per evitare che, quando piove, si fermi l’acqua, come accadeva in passato, proprio in traiettoria).


Nel 2016, rispetto al passato, la differenza tra fare una grande gara e un errore clamoroso è ancora più sottile, non soltanto per il pilota, ma anche nel lavoro al box: è così?

«Le gomme sono differenti rispetto al 2015, è tutto più variabile e interpretabile: con Bridgestone, la situazione era più facile. Come se non bastasse, ci sono anche le intermedie, una possibilità in più: non so se sia meglio o peggio, forse peggio… Bisogna essere fortunati – anche se sono il primo a dire che la fortuna non può capitare sempre agli stessi – bravi e reattivi: anche al box il lavoro è più difficile».


Sei un po’ preoccupato dalla poca reazione della Yamaha di fronte alle difficoltà?

«Va detto, che la Honda aveva problemi più semplici da risolvere e migliorare rispetto ai nostri».


Credi che potrai andare d’accordo con Vinales sotto l’aspetto dello sviluppo della M1?

«Vinales è un grande talento, ha una storia simile a quella di Marquez, hanno sempre corso negli stessi campionati. Io credo che, tecnicamente, andremo d’accordo: sarà interessante vedere qual è il suo giudizio sulla Yamaha avendo alle spalle l’esperienza con la Suzuki».