MotoGP. Honda: Peccato di presunzione?

MotoGP. Honda: Peccato di presunzione?
Giovanni Zamagni
Márquez 11esimo, Crutchlow 12esimo, Pedrosa 17esimo, tanti problemi tecnici da risolvere: eppure a Valencia, due mesi fa, la RC213V era super competitiva...Il motore nuovo sembra creare parecchie difficoltà, e i piloti mugugnano
31 gennaio 2017

SEPANG – Dopo i test di Valencia, la Honda sembrava già a punto, comunque più avanti delle rivali. Oggi, invece, è costretta a inseguire da lontano: nella combinata dei tempi, Marc Márquez è 11esimo a 1”079, Cal Crutchlow 12esimo a 1”117 (con il tempo di ieri), Dani Pedrosa 17esimo a 1”434. Inoltre, il nuovo motore – chiaramente distinguibile dallo scarico lungo e dal rumore, che fa pensare a un sicuro cambio dell’ordine degli scoppi – ha avuto parecchi problemi, dovuti all’elettronica stando alle dichiarazioni dei piloti, con Pedrosa e Márquez costretti a rimanere a lungo fermi nei box.


«Diciamo che oggi non era la nostra giornata! Prima, come tutti, siamo stati costretti a rimanere fermi per le condizioni dell’asfalto, poi abbiamo avuto problemi di elettronica che ci hanno fatto perdere un sacco di tempo. Certo, i test servono per questo, meglio che i problemi ci siano adesso piuttosto che in gara: bisogna solo avere pazienza» ha detto Márquez, che ha spiegato di non sapere ancora che motore verrà utilizzato domani: soltanto dopo aver studiato i dati e capito cosa è accaduto, verrà presa la decisione.


CRUTCHLOW PARLA CHIARO

Anche l’anno scorso, per la verità, nei primi test la Honda sembrava in affanno, poi sappiamo come è andata a finire: titolo piloti, titolo costruttori. Grazie a Márquez, indubbiamente, ma con la RC213V cresciuta molto durante la stagione, tanto da diventare la più efficace nei test di Valencia del novembre scorso.

Cosa è cambiato da allora? Cal Cruchlow, che oggi ha utilizzato anche il motore nuovo, non ha dubbi e, come suo solito, parla chiaro. «Dopo i test di fine 2016 io e gli altri piloti avevamo indicato chiaramente quale fosse il motore migliore, la strada da seguire. Qui, però, ci troviamo con una evoluzione fin troppo potente, quasi impossibile da gestire: la mia RCV si impenna anche in sesta marcia» è stata l’analisi del pilota di Lucio Cecchinello. Parole per certi versi sorprendenti, ma non è certo la prima volta che i tecnici della Honda non danno troppo retta ai loro piloti, più interessati all’evoluzione ingegneristica, alla novità a tutti i costi. Un “peccato di presunzione” che, spesso, li ha portati a essere imbattibili, grazie a mezzi economici e tecnici da riferimento. Ma non sempre questa linea di pensiero paga, anche se poi, come dice Rossi, non sarebbe così sorprendente ritrovare domani sera Márquez davanti a tutti.

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