Dieci, nove e otto per i tre piloti sul podio: Pedrosa, Lorenzo e Bautista. Discreto Stoner che ha guidato nonostante la caviglia e appena sei a Valentino Rossi. Quattro per Ducati | G. Zamagni, Motegi
In questo momento sembra addirittura imbattibile. Eppure, questa volta, avrebbe anche potuto innervosirsi, perché dopo aver dominato le libere, in qualifica aveva faticato moltissimo, mentre il rivale volava in pole con un passo gara da paura. Quando Lorenzo, dopo la prima curva, ha cominciato a spingere, sembrava che non riuscisse a tenere il suo passo; invece Pedrosa è rimasto calmo, ha continuato con il suo passo e quando ha deciso che era ora di andarsene, ha cambiato passo senza possibilità di replica: è indubbiamente il miglior Pedrosa di sempre.
JORGE LORENZO 9
Non ha nulla da rimproverarsi: è stato praticamente perfetto sia in prova sia in gara, ma non è bastato. Dura da digerire una sconfitta così, quando sai di aver guidato al massimo delle tue possibilità. Lui dice che, in questo momento, la Honda, non Pedrosa, è imbattibile: difficile dire se è veramente più merito della moto che del pilota. Lorenzo, in ogni caso, sta facendo la sua parte alla grande.
ALVARO BAUTISTA 8
Una prestazione convincente, preparata bene, meglio di altre volte, in prova. A Motegi c’erano tutti i grandi capi della Showa e anche questo, forse, ha contribuito a migliorare la messa a punto. Fresco di riconferma, ha dimostrato di meritarsi la Honda RC213V: bravo Alvaro!
Una prestazione sottotono su una delle piste dove in passato era riuscito a fare la differenza, Questa volta non l’ha fatta, ma non solo per colpa sua: è abbastanza scandaloso che un team come quello di Hervè Poncharal non abbia il miglior materiale frenante a disposizione. I problemi di Dovizioso erano reali, ma ci si aspettava comunque di più.
CASEY STONER 7
E’ vero, ha finito quinto a 20 secondi, ma in una condizione fisica a dir poco precaria. Ha forzato i tempi del rientro, ha mandato a quel paese tutti quelli che transitavano nelle vicinanze del box, ha guidato senza risparmiarsi nonostante la spada di Damocle di una nuova caduta – che potrebbe avere effetti devastanti sulla caviglia destra -, ha fatto vedere qualche numero dei suoi con entrambe le ruote ben dentro il cordolo interno, prima di dover inevitabilmente abbassare il ritmo. Personalmente, mi viene già il magone a pensare che nel 2013 non sarà in sella a una MotoGP.
STEFAN BRADL 5
La Honda in Giappone aveva qualcosa in più della Yamaha, ma Bradl non solo ha preso paga da Bautista, ma anche da Dovizioso e l’avrebbe presa anche da Crutchlow. Anonimo.
VALENTINO ROSSI 6
Ha ragione quando dice che la brutta notizia è che più di così non si poteva fare. Questa volta, a differenza di altri GP, non sono stati commessi errori né di guida né di messa a punto, eppure il risultato è deprimente. Per la verità, più per la moto che per il pilota.
NICKY HAYDEN 5
Più lento sia in prova sia in gara del compagno di squadra, ma non lo si può biasimare più di tanto: la sua condizione fisica (problemi alla mano destra) non era tutt’altro che ottimale. Sta attraversando il peggior periodo del 2012.
KATSUYUKI NAKASUGA 7
Il collaudatore della Yamaha si è tolto la soddisfazione di arrivare in volata con Hayden (persa per “070) e rifilare mezza pista a Barbera e Abraham: un risultato davvero insperato.
HECTOR BARBERA 4
Dopo la lunga serie di infortuni fatica a ritrovare i ritmi di inizio stagione. E’ completamente demotivato e non riesce più a essere efficace nemmeno in scia, che naturalmente continua a cercare nei quattro turni di prove.
KAREL ABRAHAM 4
Cade tanto e va sempre più piano.
CAL CRUTCHLOW 8
Gli è finita la benzina all’ultimo giro, mentre si preparava ad attaccare nuovamente Bautista per la terza posizione, già conquistata in prova. Ha guidato bene e forte, questa volta senza sbagliare.
BEN SPIES 4
E’ il pilota che più sollecita i freni, ma i problemi in prova non gli sono bastati per capire che non avrebbe dovuto esagerare all’inizio e alla prima curva del secondo giro è caduto dopo essere finito lungo. Un altro errore in una stagione completamente da dimenticare.
HONDA VOTO 9
Sulla pista di casa, dove i collaudatori effettuano migliaia di chilometri non poteva perdere. E non ha perso, grazie a un super pilota come Pedrosa e a una accelerazione che fa impazzire i piloti Yamaha. C’è ancora un po’ di chattering, ma la moto perfetta non esiste.
YAMAHA 8
Lorenzo dice che adesso la Honda è nettamente superiore, mentre Dovizioso assicura che la differenza è meno di quella che vuol far credere lo spagnolo. Sicuramente è una moto competitiva, ma inferiore alla RC213V, perlomeno a Motegi.
DUCATI 4
La conformazione del tracciato evidenziava da bordo pista, in maniera chiara, come i piloti Ducati dovessero aspettare una frazione di secondo con il gas in mano in uscita di curva, mentre i rivali in sella a Honda e Yamaha avevano già la manopola spalancata, per la cronica tendenza ad allargare la curva e a scivolare. E’ piuttosto allarmante che un collaudatore, bravo quanto volete, sia arrivato in scia a un campione del mondo e nettamente davanti a due GP12, seppure quelle satellite. Ha ragione Rossi: c’è ancora molto da lavorare.
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