Nicky Hayden è morto

Nicky Hayden è morto
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Purtroppo, i traumi cerebrali e le fratture erano di estrema gravità. Gelate le speranze di tutti
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
22 maggio 2017

Nicky Hayden non ce l’ha fatta, la notizia è arrivata nel pomeriggio di oggi, lunedì 22. Il comunicato dell’ospedale Bufalini di Cesena dice che «Il Collegio medico ha accertato il decesso del paziente Nicholas Patrick Hayden, ricoverato da mercoledì scorso 17 maggio nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Bufalini di Cesena a seguito del gravissimo politrauma occorso in quella stessa data».

Il pilota americano era stato ricoverato nel reparto terapia intensiva del Bufalini in seguito all’incidente del 17 maggio: un’auto lo aveva travolto mentre si allenava con la bici sulla strada tra Riccione e Tavoleto e la dinamica non è ancora stata chiarita. Dopo la gara delle SBK a Imola, Hayden aveva deciso di restare in Emilia Romagna qualche giorno ancora. Avvisati della gravità della situazione, dagli States si erano subito precipitati in Italia la mamma Rose e il fratello Tommy. La fidanzata Jacqueline Marin, invece, era già qui perché lo aveva seguito per la gara.

Il dolore ed il cordoglio, oltre allo stupore, sono immensi. Nicky era molto amato, anche in Italia. Avrebbe compiuto i 36 anni il prossimo 31 luglio. Gentile e sorridente, sempre misurato nelle sue dichiarazioni, si era fatto apprezzare anche in un mondo duro come quello della MotoGP, correndo per tanti anni con Honda e Ducati. La carriera di Hayden è stata lunga e sempre ai vertici. Il campione del mondo 2006 della MotoGP era nato a Owensboro, stato del Kentucky, sul fiume Ohio, nel luglio 1981; una famiglia di appassionati motociclisti la sua: il padre Earl, ex-pilota (con il numero 69 poi scelto anche dal figlio), i fratelli Tommy e Roger Lee piloti pure loro, due sorelle. Lui era saltato sulla moto fin da piccolo, nel cross, poi aveva cominciato a far sul serio sull’asfalto dell’AMA: nel ’99 fu il campione della Supersport e poi nel 2002 della Superbike, la classe top, il più giovane a conquistare la targa numero 1 AMA nella storia a stelle e strisce.

Dal 2003 lo abbiamo visto stabilmente anche in Europa, impegnato in MotoGP con la Honda, quell’anno a fianco di Valentino Rossi, e due volte sul podio con la cinque cilindri; la sua prima vittoria arrivò due anni dopo, 2005 a Laguna, e in quella stagione Nicky fu terzo nella classifica finale. Il suo titolo mondiale è indimenticabile per il finale rocambolesco, degno di un thriller: Nicky era in testa alla classifica dopo una impressionante serie di podi e le due vittoria di Assen e Laguna Seca, e nella penultima gara dell’anno in Portogallo fu incredibilmente abbattuto dal compagno di team Pedrosa. Tutto pareva perduto, e invece nell’ultima gara di Valencia proprio Valentino cadde e Hayden, per soli cinque punti, conquistò il suo titolo. Con Rossi era rimasto molto amico e frequentava spesso il Ranch, dove metteva in mostra le sue doti di flattista. Dal 2009 era passato in Ducati, sulla GP9 con Stoner, e a Borgo Panigale è rimasto per cinque stagioni, prima compagno un’altra volta di Rossi e poi di Dovizioso. Nel 2015 era approdato nel team di Aspar, ancora con la Honda, e lì rimase per due stagioni; infine era in SBK dall’anno scorso, sulla poco competitiva CBR 1000RR e con l’unica vittoria conquistata a Sepang 2016 in gara 2. Nonostante la moto consentisse pochi sogni, a lui come a Bradl, Hayden si stava impegnando al massimo.