Yamaha Mastercamp: sei giorni con i campioni del futuro. Siete pronti a partecipare anche voi?

Giovanni Zamagni
Sei giorni al Ranch, per capire come si costruiscono i campioni di domani. Un'esperienza incredibile da vivere e da testimoniare che ripeteremo nel maggio 2020, con una grandissima novità: tra i partecipanti ci saranno anche dei lettori di Moto.it

Tante Case organizzano corsi di vario genere per i propri clienti, ma solo Yamaha lo può fare in collaborazione con Valentino Rossi e la VR46 Academy. Un valore aggiunto pazzesco: per una settimana, giovanissimi aspiranti piloti vivono come Rossi e i suoi “ragazzi”. Si allenano come loro. Fanno quello che fanno loro. Usano le loro moto. Hanno a disposizione le loro strutture e i loro uomini, dal preparatore atletico al nutrizionista, al tecnico in pista. Possono parlare con loro. Come se un ragazzino che gioca a calcio avesse la possibilità di passare un’intera settimana ad allenarsi con il Barcellona (o qualsiasi altra squadra di livello mondiale), e palleggiare assieme a Leo Messi. Un’esperienza unica, una di quelle che ti porterai dentro per tutta la vita, indipendentemente da quello che sarà il tuo futuro. 

Potete cominciare a godervi questa esperienza attraverso le parole del nostro inviato e, mentre leggete, cominciate pure a immaginare che, tra qualche mese, potreste essere voi i protagonisti in prima persona, partecipando alla selezione che permetterà ai lettori di Moto.it di essere protagonisti del Mastercamp che si terrà nel maggio 2020.

Un'idea nata quasi per caso

Come spesso accade nella vita sportiva di Valentino Rossi, l’idea del Master Camp è nata quasi per caso, durante una cena tra amici. “Sarebbe bello far conoscere ai 'pilotini' Yamaha come ci alleniamo, cosa facciamo, farli girare con noi al Ranch o in pista a Misano”, ha detto una volta Valentino ai suoi amici/collaboratori. Master Camp Yamaha è nato così.

“Master Camp – spiega William Favero, responsabile marketing e comunicazione Yamaha – è un programma nato nel 2016, che si basa su risorse già esistenti della VR46 e dell’Academy. Abbiamo pensato che queste grandi risorse andassero sfruttate per la crescita e la selezione di piloti Yamaha provenienti da tutto il mondo. Siamo arrivati all’ottava edizione – ne vengono fatte due all’anno, una all’inizio dell’estate e una a settembre - e Yamaha ha ospitato fino adesso 35 piloti, provenienti da 15 nazioni. Vengono fatte delle selezioni locali durante l’anno, e ogni distributore Yamaha seleziona uno o due piloti da proporre per l’edizione successiva del Master Camp. Con questa iniziativa, Yamaha vuole ribadire la sua presenza, vicinanza e supporto a tutti i ragazzi che corrono con le nostre moto, e dare loro un’occasione: la possibilità di venire a Tavullia, allenarsi con i ragazzi dell’Academy. Questi giovani piloti hanno così la possibilità di mettersi in mostra sia con l’Academy di Rossi che con Yamaha”.

La Casa di Iwata crede molto nel Master Camp, e Favero, giustamente, è orgoglioso di un progetto unico al mondo. E inimitabile. “Dopo quattro anni, il Master Camp si è rivelata un’operazione dove vincono tutti: vince Yamaha perché ha la possibilità di visionare direttamente i migliori talenti sparsi nel mondo; vincono i partecipanti, perché imparano le tecniche dei piloti professionisti; vince l’Academy, perché così ha una visibilità a livello globale grazie alla rete Yamaha”.

Prima spaesati, poi entusiasti

All’ottava edizione del Master Camp hanno partecipato cinque ragazzi provenienti da Thailandia, Malesia e Canada, nati tra il 2001 e il 2003, tutti con esperienze di gare nei rispettivi Paesi. Quando sono arrivati a Tavullia, dopo un lungo viaggio, sono sembrati completamente spaesati e non solo per il jet lag, per la naturale stanchezza dovuta al fuso orario: sembravano extra terrestri sbarcati in un altro mondo, sicuramente in una realtà completamente differente da quella loro abituale. Poi, quando hanno visto per la prima volta il Ranch (per inciso: il posto più bello del mondo per un appassionato di moto, quando lo vedi dall’alto ti toglie il fiato, per quanto è spettacolare), quando si sono confrontati con Carlo Casabianca (da sempre preparatore atletico di Valentino e di tutti i piloti dell’Academy), quando hanno potuto fare qualche giro insieme a campioni che fino a qualche giorno prima vedevano solo in televisione, sono sembrati stupiti e increduli.

Hanno fatto tutti un po’ di fatica a prendere confidenza con la nuova realtà, ma poi, poco alla volta, hanno cominciato ad entusiasmarsi e, soprattutto, ad assorbire come spugne gli insegnamenti che giorno dopo giorno venivano loro proposti. E come spesso è accaduto nelle otto edizioni del Master Camp, molti di loro, quando sono tornati a casa e in pista nei loro campionati nazionali, hanno ottenuto risultati e vittorie mai conquistate prima…

Un istruttore per ogni specialità

Come è normale che sia, perché se hai come istruttori i piloti del mondiale, se puoi confrontarti per tanti giorni con campioni di livello assoluto, è più facile imparare. Per ragazzini abituati a girare solo – o quasi – sull’asfalto, il primo impatto con il ranch è difficilissimo; ecco quindi che l’esperienza del campione del traverso Marco Belli diventa fondamentale.

“Sono stato coinvolto in questo progetto fin dalla prima edizione – spiega Belli – il mio ruolo, è trasmettere a questi ragazzi i primi insegnamenti di flat track, specialità ormai usata da tantissimi piloti per migliorare la sensibilità di guida. Il programma al Ranch è previsto su tre giorni, tutto in progressione: si inizia con la posizione del corpo sulla moto, fino ad affrontare tutto il tracciato, con una piccola competizione finale”.

Il tempo a disposizione non è tantissimo, l’abilità di Marco è quella di sfruttare al meglio le ore, facendo crescere esponenzialmente piloti con nessuna, o scarsissima esperienza lontano dall’asfalto. “Il bello di lavorare con questi ragazzini e che eseguono tutto quello che gli spieghi: tre giorni sono pochi per imparare una specialità, ma è un’occasione talmente grande per loro, che si concentrano al massimo e cercano di sfruttare ogni secondo. L’aspetto per loro più difficile è dimenticare gli automatismi: sono piloti che vengono da una esperienza di anni sull’asfalto. Questa è una disciplina completamente differente: gli chiediamo di partire da zero e di mettersi in gioco nuovamente. Noi ci mettiamo il massimo impegno per trasmettere la nostra esperienza, ma anche la nostra passione”.

Ogni singolo passaggio al Ranch viene ripreso da telecamere, droni, operatori professionisti. Finita la pratica, si rivedono i video non solo con Marco Belli, ma anche con i piloti dell’Academy: Celestino Vietti, Luca Marini, Franco Morbidelli hanno seguito da vicino i partecipanti dell’ultimo Master Camp, facendogli notare gli errori, dando loro suggerimenti, per un confronto indimenticabile e utilissimo.

Manzi per il motocross

E’ previsto anche l’allenamento con la moto da cross: in questo caso, l’insegnamento è affidato a Stefano Manzi, il più veloce in questa specialità tra i piloti dell’Academy.

“E’ un’esperienza che mi piace molto" attacca Stefano, al terzo anno in Moto2. "Questi ragazzini vengono 'spremuti' per una settimana, affrontano tutte le specialità sulla moto e in palestra. Io mi occupo del motocross, al quale viene solitamente dedicata una mattina a settimana: si inizia con la teoria e poi si passa alla pratica nella pista cross del Ranch. Girano assieme a me e da soli: cerchiamo di insegnargli quello che facciamo noi piloti professionisti. L’obiettivo è che nei loro allenamenti a casa ripetano qualcosa di quello che gli abbiamo trasmesso”.

Tutti a Misano

Non si “lavora” e basta: ci si diverte con le moto d’acqua, vero momento di svago per tutti, ma anche a cena, nella “Pizzeria da Rossi” a Tavullia, a fare acquisti nel negozio a fianco. E poi c’è il momento più significativo, quello dell’allenamento sulla pista “Marco Simoncelli” di Misano, dove Valentino Rossi e i piloti dell’Academy vanno a girare regolarmente. Solitamente, i ragazzi del Master Camp passano la giornata in pista insieme a VR46 e a tutti gli altri, ma in questo caso non è stato possibile: il GP di San Marino era in calendario la settimana successiva e, per regolamento, i piloti del mondiale non possono girare sul circuito nei 14 giorni precedenti il GP. Valentino, però, era ad aspettare i cinque pilotini nel box, per un confronto finale di grande significato.

Master Camp: che bello!

Davvero una grande iniziativa questa del Master Camp, con le sue due edizioni annuali, una dedicata ai piloti Yamaha europei e una a quelli asiatici: ci vorrà forse un po’ di tempo, ma fra qualche anno è probabile che qualcuno di loro arriverà al motomondiale. E, vi posso assicurare, passare una settimana come fanno i veri piloti è qualcosa di inebriante. E molto utile: si capiscono, si vedono, si toccano tanti aspetti che, altrimenti, si possono solo immaginare. Che spettacolo!

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