Nico Cereghini: "La classifica musicale dello scarico"

Nico Cereghini: "La classifica musicale dello scarico"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Ogni motociclista ha la sua lista personale: allora, i cinque suoni che ci sono piaciuti di più. Il numero dei cilindri non conta, contano i brividi | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
24 maggio 2011

 
Ciao a tutti! In questi giorni ho sentito la registrazione audio di una Norton Manx in riscaldamento, il rombo secco e portentoso di un monocilindrico da competizione molto speciale. Pensate che la versione “corsa corta” del 1954 (piloti Amm, Hartle e tanti altri) aveva l’alesaggio di 90 mm e dava 54 cavalli. Quel rombo io lo ascoltavo molto più tardi, alla fine degli anni Sessanta, quando ancora la maggior parte dei privati del motomondiale della classe 500 correva con quelle moto e spargeva olio su tutte le curve. Agostini, per inciso, con la MV vinceva tanto ma rischiava molto di più.

Mi ha fatto effetto, quella vecchia voce. Rombi, suoni, musica che escono dallo scarico delle moto delle nostra vita, sensazioni ed emozioni che restano lì ed emergono quando meno te lo aspetti, come i profumi o i colori. Ho provato a mettere ordine nel mio archivio sonoro. Le cinque voci più belle. Al primo posto metto, appunto, la Norton Manx e tutta la sua suggestione. Ma poi?
 

BMW R 1200 RT
BMW R 1200 RT

 Mi è sempre piaciuto il sibilo del sei cilindri, quello della Honda CBX del ‘78 ma, ancora di più, quello della V6 Laverda che portai in gara al Bol d’Or quell’anno. Ho incontrato pochi giorni fa un motociclista francese che mi ha detto “quando passavi a 270 sul Mistral mi veniva la pelle d’oca”. Allora non sono solo, Laverda V6 al secondo posto.

Però anche il bicilindrico suona bene. Non sarà che mi piacciono tutte le voci di scarico del mondo? Ma no, qualcuna la detesto, dunque tranquilli. Tra i bicilindrici scelgo Ducati: il rombo del motore Testastretta 1200 è qualcosa che fa venire i brividi, lo senti da lontano, non puoi confonderlo con nessun altro, lo infilo al terzo posto. Però amo anche il boxer BMW 1200 dell’ultima generazione; contraddizioni da motociclista, mi rendo conto, questo borbottio si sente appena, eppure per me è bellissimo ed esprime l’efficienza pura alla tedesca. Merita il quinto posto, mentre al quarto inserisco un due tempi. Certi motori crepitavano e miagolavano benissimo, Kawasaki e Yamaha erano moto da strada dalla voce inconfondibile; ma per me la musica più bella è quella che emetteva la mia Suzuki 500 RG nel ’76, la prima versione per i piloti privati, con i quattro terminali a spillo.

Certo, cinque suoni sono pochi e la lista sarebbe ancora lunga. Non è forse bellissimo anche il cupo brontolio di certe Harley o l’urlo delle supersportive giapponesi a quattro cilindri, o ancora lo zoppicante ma efficiente suono del tre? Aspetto le vostre considerazioni, le vostre classifiche, e intanto butto lì quel suono che detesto. E’ il rombo dei T-Max con l’Akrapovic in città. Il maxi scooter Yamaha per me è meraviglioso, il terminale Akrapovic altrettanto, e anche la città mi piace. Ma lì è disgustoso il matrimonio: se non c’è il cambio, meglio cantare a bassa voce.

Ascolta il suono della Norton Manx

Ascolta il suono della Honda CBX 1000

Ascolta il suono della Ducati 1198

Ascolta il suono della BMW R 1200 RT

Ascolta il suono della Suzuki 500 RG (versione stradale)

Ascolta il suono del T-MAX con scarico Akrapovic

Foto: dal Web

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