Motori elettrici: ecco perché ora anche gli ambientalisti sono contro

Motori elettrici: ecco perché ora anche gli ambientalisti sono contro
  • di I. F.
La conversione ai motori elettrici sta scatenando una reazione inaspettata da parte della resistenza occidentale
  • di I. F.
16 febbraio 2023

Il divieto da parte dell’Unione Europea relativo alla produzione di auto a benzina e diesel a partire dal 2035 ha dettato sin da subito un’evoluzione sui mercati: le vendite di auto elettriche hanno subito un'impennata ed in alcune parti del mondo sono già un quarto del totale. Tuttavia questo processo di riconversione del parco auto si sta scontrando con la resistenza occidentale a scavare nel sottosuolo per estrarre le materie prime necessarie per i veicoli elettrici.

 

La direzione del mercato è chiara

Dalla California arriva un autorevole manifesto ambientalista che fa scalpore perché dichiara guerra anche all’auto elettrica: troppo inquinante, alla fine dei conti non è una soluzione. Intanto in Europa la morte annunciata per l’auto a benzina o diesel riceve l’approvazione formale del Parlamento, ma la direzione della mobilità è già chiara per molti dei consumatori. Nel 2022 le auto elettriche hanno superato la soglia del 10% del totale mondiale. Ne sono stati venduti 7,8 milioni, con un incremento del 68% in un solo anno con picchi molto più avanzati in Cina e Germania.

In Germania le auto elettriche hanno raggiunto 25% della produzione dello scorso anno, nel mercato cinese quasi il 20% delle nuove immatricolazioni sono esclusivamente elettriche. Questi dati non tengono conto dei motori ibridi che aumenterebbero drasticamente le percentuali. In Europa la media è del 20%, come quella cinese, mentre gli Stati Uniti restano più indietro (solamente il 6% di auto elettriche sul totale venduto nel 2022 sono elettriche) pur avendo in casa un campione del mondo come Tesla, ancora numero uno per vendite di auto elettriche a livello globale.

La strana contraddizione del modello americano

L’Inflation Reduction Act o Green Deal di Biden è il perfetto esempio delle contraddizioni che rallentano il processo: da un lato il tentativo di ridurre il monopolio cinese nelle tecnologie verdi, dall’altro lo stesso presidente Biden che cede alle pressioni di alcune lobby ambientaliste. È stato appunto finanziato un progetto sul litio in Nevada da 700 milioni ed uno da 300 milioni per una fabbrica di grafite in Louisiana, ma allo stesso tempo Biden ha autorizzato il suo Viminale a bloccare una nuova miniera di rame, nichel e cobalto in Minnesota.

Il caso della California e del Nebraska

Sulle attività minerarie, l’America è divisa in due fazioni: gli stati dove è possibile procedere velocemente con i nuovi progetti estrattivi, solitamente dove governano i repubblicani e dove spesso esistono già industrie minerarie di antica tradizione, e gli stati dove c'è un generale discontento nei confronti dei processi estrattivi. Vediamo due casi di studio.

In Nebraska, dove il governatore è il repubblicano Jim Pillen, l’industria mineraria è ben radicata nello stato, e la popolazione locale considera un “dovere patriottico” approvare l’estrazione per liberarsi dalla Cina. Situazione completamente diversa in California, considerata la "culla" dell'ambientalismo moderno. Oggi molti californiani sposano le versioni più estremiste di quella che sembra esser diventato un vero e proprio movimento dell’anti-sviluppo. Un esempio è il rapporto “Achieving Zero Emissions with More Mobility and Less Mining” redatto dagli accademici dell’Università della California. Questo Rapporto contiene una vera dichiarazione di guerra contro l’auto elettrica, partendo da considerazioni e tesi ovvie: l’auto elettrica non è assolutamente a emissioni zero, molti dei suoi componenti richiedono attività altamente inquinanti per essere prodotti, a cominciare dalla base della "piramide", ovvero dai metalli e dalle terre rare, per finire con la costruzione dei caricatori.

Invece in Europa?

La Svezia ha recentemente annunciato la scoperta di nuovi giacimenti di terre rare, tra cui il più ricco di tutta Europa. Nonostante ciò il governo svedese prevede un'attesa di almeno 15 anni per attingere a questo nuovo deposito dato il forte carattere ambientalista del paese, che ricordiamo, è la terra di Greta Thunberg. 

Il modello "californiano" sembra adattarsi bene alle dinamiche europee. Ma allora, cosa propongono gli ambientalisti contrari l'auto elttrica? La proposta è un mondo popolato da pedoni, biciclette e treni. Un’idea molto “ZTL”.

E voi cosa ne pensate? Questo movimento non potrebbe renderci ancor più schiavi delle autocrazie e dei monopoli? Diteci la vostra nei commenti! 

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