Massimo Clarke: "Le moto più particolari che ho visto a Novegro"

Massimo Clarke: "Le moto più particolari che ho visto a Novegro"
Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
Come sempre la stagione dei mercatini è stata inaugurata dalla edizione di febbraio di Novegro, che ha visto diverse defezioni tra gli espositori, ma nessun calo di interesse da parte degli appassionati | M. Clarke
  • Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
21 febbraio 2012

 

Anche se di soldi in giro ce ne sono pochi, a quanto pare, il richiamo del sangue è troppo forte e quando c’è Novegro è impossibile resistere. Gente tanta, dunque, ma affari non sembra che ne siano stati fatti molti… Però come al solito, c’era di che riempirsi gli occhi, per chi ama le moto, la loro tecnica e la loro storia. Ecco qualche esempio di ciò poteva essere acquistato, in certi casi a prezzi davvero interessanti.


Guardare ma non comprare


Prima però è bene parlare di almeno un paio di moto straordinarie, esposte nel padiglione centrale, e non in vendita… Si tratta, per cominciare, di una bellissima Boehmerland, forse l’unica esistente in Italia. Questa casa cecoslovacca ha legato il suo nome a un modello, progettato da Albin Liebisch, dalle caratteristiche assolutamente uniche. Tanto per cominciare, aveva un interasse impressionante ed era dotato di tre posti, uno dietro l’altro. In secondo luogo, è stata la prima moto che ha impiegato ruote fuse in lega leggera. A questa particolarità, molto in anticipo rispetto ai tempi, si contrapponeva il motore di 598 cm3, un monocilindrico semplice e robusto, ma non proprio proiettato nel futuro, in quanto a disegno complessivo. La distribuzione era ad aste e bilancieri (che lavoravano allo scoperto, unitamente alle molle); la testa e il cilindro erano in ghisa e la corsa ultralunga (ben 120 mm) era abbinata a un alesaggio di 79,8 mm. La potenza è salita, nel corso degli

Inconfondibile nella sua splendida diversità la Megola a trazione anteriore, con motore stellare a cinque cilindri
Inconfondibile nella sua splendida diversità la Megola a trazione anteriore, con motore stellare a cinque cilindri

anni, da 16 a una ventina di cavalli, con un regime di rotazione dell’ordine di 3500 giri/min. Questo modello è stato prodotto, in più versioni (quelle più “agili” erano biposto), dal 1925 al 1939.

Molto rara e pregevole anche la tedesca Megola, con motore stellare a cinque cilindri installato all’interno della ruota anteriore. Questo schema costruttivo richiama alla mente certi motori d’aviazione della prima guerra mondiale, nei quali il basamento e i cilindri giravano mentre l’albero rimaneva fermo. Naturalmente di frizione e di cambio, non è neanche il caso di parlare… Progettata da Fritz Cockerell, questa moto di 640 cm3 (alesaggio e corsa = 52 x 60 mm) è stata costruita a Monaco dal 1921 al 1925 in circa 2000 esemplari.

In vendita

Passando alle moto in vendita, le possibilità di scelta erano molto ampie e di notevole interesse. Anche se oramai da tempo la disponibilità dei modelli più classici degli anni Cinquanta è diventata molto scarsa, la situazione è decisamente diversa per quanto riguarda le moto meno quotate di tale periodo e, soprattutto, quelle degli anni Settanta, con particolare riferimento alle versioni da fuoristrada. Eccellente come al solito la disponibilità di ciclomotori degli anni Sessanta e del decennio successivo.

Tra i pezzi più rari, anche se non particolarmente ricercati e quotati, va segnalata una bella Leonessa bicilindrica di 250 cm3, prodotta dalla Benelli in meno di 300 esemplari tra il 1955 e il 1960. Il motore a due cilindri paralleli frontemarcia aveva la distribuzione ad aste e bilancieri, un alesaggio di 53 mm, abbinato a una corsa di 56 mm, ed erogava una potenza di 16 cavalli a 7000 giri/min.

La Alpino 125 con ruote da 14 pollici ha avuto una buona diffusione per le sue ottime caratteristiche
La Alpino 125 con ruote da 14 pollici ha avuto una buona diffusione per le sue ottime caratteristiche


Molto simpatico e appetibile un esemplare di Alpino 125 “bassotto”, con ruote da 14 pollici, vero rivale della popolare Isomoto, in buono stato di conservazione. Questa moto a due tempi, che disponeva di 5,5 cavalli a 5500 giri/min, è entrata in produzione alla fine del 1951 ed ha avuto una larga diffusione. L’Alpino di Stradella, in provincia di Pavia, ha iniziato la sua attività subito dopo la fine della seconda guerra mondiale con eccellenti motori ausiliari per biciclette progettati da Piero Trespidi ed è ben presto diventata una importante realtà a livello nazionale; la sua attività è cessata nel 1962.

Un altro “pezzo” degli anni Cinquanta di notevole interesse (anche se non molto pregiato) avvistato a Novegro era una MV Agusta 150 a due tempi, dotata di motore della serie “blocco corto”.

Saltando direttamente agli anni Settanta, particolarmente desiderabili, anche perché possono essere tuttora adibite all’impiego di tutti i giorni, con piena soddisfazione e notevole divertimento, erano le giapponesi come la Honda CB 400 Four a quattro cilindri in linea, con distribuzione monoalbero. Questa moto, apparsa nel 1974, era dotata di avviamento elettrico, freno a disco anteriore e cambio a sei marce e disponeva di 37 cavali a 8500 giri/min.

Interessante e in ottime condizioni questa Motobecane 125 bicilindrica degli anni Settanta
Interessante e in ottime condizioni questa Motobecane 125 bicilindrica degli anni Settanta


Una bella rappresentante dell’industria francese, fortissima per decenni a livello di numeri, ma ben poco rappresentata all’estero (e ancor meno a livello agonistico internazionale), era un impeccabile esemplare di Motobecane 125 a due tempi della seconda metà degli anni Settanta; con una potenza di 10 cavalli a 7500 giri/min questa bicilindrica, prodotta in più versioni dal 1969 al 1978, era in grado di raggiungere i 120 km/h. La casa ha iniziato la sua attività nel 1923 ed è stata successivamente conosciuta con il marchio MBK, adottato nel 1984 (dopo che era passata sotto il controllo della Yamaha) e largamente affermatosi in campo scooteristico.

Di modelli da fuoristrada ce ne erano molti, sia da cross che da regolarità. Non mancavano neanche quelli da trial, tra i quali una bella Montesa Cota 348, diretta evoluzione della 247. Questa moto è stata prodotta dal 1976 al 1982 e a suo tempo è stata una grande protagonista, nel suo campo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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