La prima moto di Fausto Gresini

Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Fausto fece il suo esordio il 21 maggio 1978 tra gli juniores con un cinquantino Minarelli molto speciale, proprio sulla pista di casa. Gli appassionati della sua Imola, per ricordarlo degnamente a un anno dalla scomparsa, hanno ricostruito fedelmente, da cima a fondo, quel piccolo tesoro
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
27 febbraio 2022

Sul sito Nuovodiario.com, Giacomo Casadio racconta una bellissima storia legata a Fausto Gresini, una storia tutta imolese. L’antefatto: inverno 1977, Fausto ha sedici anni e già lavora alla scuola di Obici, capo meccanico nell’officina di Osvaldo Guerra che è lo storico concessionario Piaggio e Morini. Fausto ha un sogno: diventare un pilota. "Voglio correre" ripete di continuo. Guerra recepisce il messaggio ma, per mettere alla prova il ragazzo, alla fine gli dice: “La moto te la finanzio io, ma te la costruisci da solo».

Quella moto, una 50 artigianale costruita in pochi mesi con l’aiuto di mezza Imola, venne pronta per il debutto ufficiale sul circuito di casa il 21 maggio del 1978, campionato italiano junior. Oggi, per iniziativa di Umberto Ciompi che è presidente del Crame, la moto risorge a un anno dalla scomparsa di Fausto. Un omaggio al grande Gresini, ma anche alla sua straordinaria città. Umberto mi spiega tutto al telefono.

"Quella moto, purtroppo, è andata perduta, ma il Club non si è scoraggiato".

Il Crame è il club romagnolo di auto e moto d’epoca nato nel ’66, prima della stessa ASI.

“Siamo stati noi, insieme ad altri 14 club, a fondare l’Asi. Siamo Imolesi e organizziamo tutti gli anni la Mostra scambio, la prima in Italia, la 44esima edizione torna il secondo fine settimana di settembre”.

Umberto è un fiume in piena e mi racconta tutta la vicenda: lui correva nel cross jr 250, era una schiappa, aveva cinque anni più di Fausto che era del ’61; Gresini era il ragazzo di bottega della concessionaria Piaggio e Morini di Imola, di Osvaldo Guerra, con Remo Obici capo meccanico. Quando Guerra disse ok ma la moto la costruisci tu, Obici accettò la sfida e si mise al lavoro. Comprarono un telaio PCB (Pasotti Cricchi e Battilega, di Sesto Imolese, un ottimo telaio), serbatoio e codino.

“Per il resto si arrangiarono in casa: a Imola c’era un bel motorista, Giorgio Spadoni, che elaborava moto da strada e da cross, ha fatto un bel Bianchi da cross, era uno specialista del 2T; così Spadoni partì da un Minarelli 6 marce, ma avendo dirimpettaio il karting club, pensò che con il disco rotante del Parilla 100 da kart si poteva trasformare il Minarelli sei marce da strada… E così fece; lavorando la sera e la notte modificò anche la frizione, che divenne a secco con la collaborazione degli artigiani del posto. La forcella era una Bonazzi e Gambetta da 30, la facevano in un garage a Bologna e la montava il Morini Corsaro. Il mozzo davanti era quello di un MV 175: che era un mozzo stretto e si prestava per un cinquantino, ma fu trasformato a doppia camma”.

Non era rimasto più nulla di quella moto, così oggi hanno replicato lo stesso lavoro partendo da una vecchia foto in bianco e nero. Ma con qualche complicazione da risolvere. Per esempio il mozzo MV ha 32 buchi e di cerchi d’alluminio con la costola e 32 buchi non se ne trovano, si andò a prendere quello del Motom Sport prima serie… E per il mozzo posteriore, che era il Grimeca di un College, 36 buchi, c’è voluto il cerchio Motom della seconda serie… Gli ammortizzatori posteriori erano e sono Marzocchi.

“Adesso è stato rifatto tutto, anche il motore che è andato perso. A Imola abbiamo Alfio Tosi, fratello di Ivo, insieme costruirono nell’88 il BBFT, nella classe 80, alla fine degli anni Ottanta fecero da privati l’ottavo posto nel mondiale con il pilota Ascareggi, fecero anche una pole…Insomma, Tosi ha rifatto tutto, fino al disco rotante”.

Giorgio Spadoni non c’è più, Remo Obici c’è ancora e sta bene, ma purtroppo non ricorda nulla; fortunatamente c’è Sergio Zappi che faceva il lavoro di tornitura: il telaista (84 anni) ha fornito la maschera, la dima, e un fascio di tubi. Ciompi è andato da un saldatore, Donattini Giancarlo che fa anche gli avviatori e quello, con i tubi e la maschera, ha fatto il telaio.

“Mi hanno fatto anche la stampo per il serbatoio - prosegue Ciompi - e sono andato da uno che lavora la fibra di vetro e lo abbiamo fatto, però un po’ diverso: la parte anteriore di quello originale di Fausto era molto schiacciata davanti, ma non 'per stare meglio in carena', solo perché per asciugarlo più in fretta il serbatoio l’avevano messo sulla stufa e al mattino lo hanno trovato schiacciato…

Nella foto (di Marco Isola) la moto in fase di conclusione lavori, Umberto Ciompi è sulla destra con i tre uomini che l’hanno costruita: Alfio Tosi al centro, Giancarlo Donattini che ha fatto il telaio e Guido Morelli che ha trasformato il freno anteriore MV in doppia camma. Ma la lista di quelli che ci hanno lavorato sopra è lunga: da Barlati a Zappi sono esattamente 21 nomi. Ho tutta la lista.

La “prima moto di Fausto Gresini” sarà visibile all’Asi Motor show di Varano a maggio, ma ancora non è deciso dove poi sarà conservata. Forse nel museo Costa oppure nella sede del Crame a Imola. Certamente resterà nella città romagnola dove si è svolta questa bellissima e doppia storia. Dove nacque Fausto e divenne pilota: numero 13, Gresini Fausto, Minarelli 50, sedicesimo tempo nelle qualifiche della seconda prova di campionato italiano juniores, zona 2.