Le vendite cinesi riprendono dopo che le moto erano state vietate in città

Le vendite cinesi riprendono dopo che le moto erano state vietate in città
Quello cinese è il secondo mercato al mondo (un motociclo su quattro si compera lì). Dopo la caduta provocata dal divieto delle moto in città, le vendite sono in ripresa nonostante le tensioni commerciali fra USA e Cina
16 ottobre 2019

Con una quota del 25% delle vendite mondiali motociclistiche, la Cina è il secondo mercato globale dopo quello indiano.
E’ stato abbondantemente il primo nel recente passato, raggiungendo la cifra record di 26,9 milioni di "due ruote" motorizzate vendute nel 2014.

Una vera invasione di mezzi dal costo competitivo, e in gran parte con motore a due tempi, condizione che nel 2015 spinse il governo cinese a vietarne la circolazione nei centri urbani con il pretesto della riduzione dell’inquinamento dell’aria.

Questa decisione, che salvò le automobili, provocò il crollo della produzione e della vendita, tanto che l’anno dopo, il 2016, le vendite scesero a 16,8 milioni di unità. Seguì una lieve ripresa, e poi ancora una flessione della domanda – contemporaneo a un calo dei consumi generalizzato – che ha visto nel 2018 le vendite a quota 15,5 milioni, in discesa del 9% sul 2017.

Nei primi cinque cinque mesi di quest’anno le vendite sono diminuite ancora, ma poi da giugno ad agosto sono riprese, recuperando quanto perso in precedenza con un +2,3% finale. Va osservato come questo risultato si debba esclusivamente agli scooter elettrici (che possono circolare liberamente nelle grandi città), perché i veicoli tradizionali sono negativi per il 15%.

La situazione economica generale paga le tensioni commerciali fra USA e Cina, tuttavia il sostegno governativo in materia fiscale e monetaria dovrebbe permettere di ottenere una crescita a fine anno.

Fonte MotorCyclesData.com

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