Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Accattivante questa incursione di Benda nel territorio sacro del boxer BMW! Un marchio cinese che osa sfidare un'icona, rileggendo un classico motoristico con la propria lente.
È interessante, e forse sconosciuto ai più, notare come il bicilindrico boxer non sia un'esclusiva bavarese, o almeno le sue radici affondano nel pionieristico motociclismo d'inizio secolo, da ABC a Douglas. In un secondo tempo arrivò BMW con la sua R32 nel lontano 1932, mutuando l'architettura dai suoi propulsori aeronautici. E la storia si è ramificata, generando cloni sovietici come Ural e Dnepr, la cinese Chang Jiang e persino una parentesi americana con la Harley-Davidson XA durante la Seconda Guerra Mondiale.
Eppure, nell'immaginario collettivo, "boxer" fa rima con BMW. Ecco perché questa mossa di Benda stuzzica la curiosità. Non si tratta di una banale copia, anzi! Questa moto sembra appartenere a una categoria inferiore rispetto ai boxer BMW recenti, con un cuore pulsante di soli 250 cc, stando al nome in codice "BD250-3B". L'apparenza inganna, un tratto distintivo di Benda, capace di conferire imponenza anche a motori più compatti grazie a testate DOHC generose, come già visto sulle loro bicilindriche a V NapoleonBob 250 e 500.
Benda non si fa certo intimorire dalle sperimentazioni meccaniche, forte di una gamma che spazia dai bicilindrici a V ai quattro cilindri in linea, fino ai V4. Questo nuovo boxer adotta una distribuzione DOHC a quattro valvole per cilindro e un sistema di raffreddamento misto aria/liquido, testimoniato dalle alettature sui cilindri e da un radiatore di dimensioni considerevoli. Un'altra peculiarità è l'orientamento del motore, che riprende la filosofia della recente BMW R 1300, con la frizione in posizione anteriore e la trasmissione sottostante, a tutto vantaggio della compattezza.
Abbandonando la tradizionale trasmissione finale ad albero tipica delle moto con motore longitudinale, Benda opta per una più convenzionale trasmissione a catena, il che implica la presenza di una coppia conica per ruotare il movimento di 90 gradi, soluzione svelata in un recente brevetto. Le illustrazioni del modello BD250-3B rivelano anche un insolito sistema di trasmissione a catena a due stadi, celato da un carter, con una prima catena o cinghia che parte dalla trasmissione e si sviluppa diagonalmente verso l'alto e all'indietro, fino a una corona anteriore coassiale al perno del forcellone.
Benda ha già stupito per le sue soluzioni tecniche originali, come la bizzarra forcella a trave della NapoleonBob 250, quindi non sorprende ritrovare elementi anticonvenzionali anche in questa boxer. La sospensione posteriore, ad esempio, presenta un punto di snodo del forcellone insolitamente alto e un ammortizzatore posteriore decentrato sul lato destro. Il funzionamento del leveraggio dell'ammortizzatore rimane un mistero dalle illustrazioni, ma si intuisce la presenza di un sistema idraulico o pneumatico sul lato destro, con tre tubi che convergono verso l'ammortizzatore. Considerando l'adozione di sospensioni pneumatiche elettroniche sulle loro cruiser V-4 Dark Flag, è plausibile che anche questa nuova moto adotti una tecnologia simile.
Nonostante il recente lancio da parte di Benda in Cina di un cambio semiautomatico su una cruiser bicilindrica a V da 350 cc, questo prototipo sembra affidarsi a un cambio manuale tradizionale, come si evince dal cavo della frizione e dal pedale del cambio convenzionale.
Anche il telaio sfoggia un design inusuale, sfruttando il motore come elemento portante, sospeso sotto una coppia di longheroni tubolari orizzontali che congiungono il cannotto di sterzo alla parte posteriore della sella.
Sarebbe facile liquidare questi nuovi progetti Benda come semplici esercizi di stile senza futuro produttivo, ma la storia recente del marchio dimostra una certa audacia nel concretizzare idee originali. La presenza di dettagli tipici dei modelli di serie, come specchietti, catarifrangenti laterali, portatarga e l'impianto di illuminazione omologato, suggerisce tutt'altro.
Le moto Benda hanno già fatto il loro ingresso nel mercato statunitense con i modelli Chinchilla 300, Chinchilla 500 e NapoleonBob 500, con prezzi di listino compresi tra i 4899 e i 6399 dollari. Resta da vedere quanto a lungo questi prezzi potranno essere mantenuti, considerando i recenti dazi doganali imposti sui prodotti di fabbricazione cinese.
Insomma, questa bicilindrica boxer di Benda è più di una semplice curiosità: è un guanto di sfida lanciato a un'icona, un tentativo di reinterpretare un classico con un piglio innovativo. Staremo a vedere se questa audacia verrà premiata dalla strada.