I principi inglesi sognano l’Africa in moto

William e Harry progettano una mini Long Way Down in Africa. Un rischio inutile? Il parere di Fabio Fasola
26 febbraio 2008


Con il pretesto del gossip - manco fossimo Novella 3000 - vi parliamo ancora d'Africa, vista tenendo il manubrio tra le mani.

In una recente intervista apparsa sulla stampa anglosassone, Charlie Boorman, che insieme all'attore Ewan McGregor ha percorso oltre 25.000 km all'interno del Continente Nero, ha dichiarato che i giovani rampolli della reale dinastia vorrebbero partire per l'avventura senza indugi. Sì, perchè - questo il pensiero di Boorman - un viaggio in Africa in sella alla propria moto non è una chimera, bensì un sogno che ciascuno può realizzare.

Long Way Down è l'incredibile raid compiuto da Boorman e McGregor, che sono partiti dalla Scozia in sella a due Bmw R 1200 GS Adventure e hanno raggiunto la punta meridionale del Sud Africa, Capo Agulhas, attraversando Libia, Sudan, Etiopia, Uganda, Rwanda, Tanzania, Botswana e la spettacolare Skeleton Coast in Namibia.
25.000 km, 85 giorni in moto nei luoghi più belli della Terra.

L'impresa ha messo in moto la fantasia e la sete di viaggio di molti motociclisti, compresi i due fratelli. William in particolare è da sempre un grande appassionato di moto e medita seriamente di partire per l'Africa, portandosi appresso l'irrequieto fratellino.

Mille miglia (non le 15.000 degli attori), che garantirebbero una visibilità mediatica utile anche a raccogliere fondi da destinare agli orfani nel Lesotho.

Il sogno però rischia di restare tale. L'ufficio preposto a garantire la sicurezza dei reali d'Inghilterra ha bollato come troppo rischioso il viaggio attraverso l'Africa meno battuta dagli occidentali.
In un contesto del genere chi potrebbe garantire loro la sicurezza personale?

Prendiamo spunto da questa frivola notizia di cronaca per capire come stanno realmente le cose nel continente nero. Lasciamo da parte i capi di stato e il loro parentado, quali rischi corriamo - se li corriamo - quando ci avventuriamo in moto nei paesi africani?

FABIO FASOLA DICE CHE
Abbiamo rivolto la domanda a un vero esperto in materia, Fabio Fasola, oggi direttore di Ktm Adventure Tours Italia.
"Andiamo in Africa ogni anno, portiamo i nostri clienti in luoghi dal fascino indescrivibile. Le nostre mete sono Marocco, Tunisia e Sud Africa, dove abbiamo una guida d'eccezione del calibro di Alfie Cox. E ti posso assicurare che non si rischia nulla! Anzi, soprattutto in Tunisia i turisti in moto e in auto ricevono un'accoglienza fantastica, proprio perché garantiscono una fonte di reddito stabile alle popolazioni locali.
L'unico consiglio che mi permetto di dare a chi desidera recarsi nei paesi africani è di rivolgersi ad
organizzazioni serie, che sanno come muoversi in paesi che hanno una cultura molto diversa dalla nostra.
Il problema non è legato all'Africa, quanto alla Dakar. Non è più ben vista dalle popolazioni locali e parte della responsabilità ricade sull'organizzazione, che ha puntato troppo sulla Mauritania.
Pretendere di correre ben 9 tappe in quella regione è stato un azzardo, soprattutto senza prevedere dei percorsi alternativi in caso di difficoltà.
Il problema non è l'Africa, ma la Dakar che portava un benessere fittizio alle popolazioni locali.
Un benessere destinato a svanire il giorno dopo".

Andrea Perfetti

 

 

 

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