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L'obiettivo di "zero vittime" di Honda non è solo una questione di tecnica ingegneristica, ma ha un profondo impatto emotivo e sociale.
Ammirevole e, al contempo, difficile da concepire. L'idea di eliminare completamente gli incidenti mortali entro il 2050 può sembrare fantascientifica, e si basa su un desiderio umano universale.
La vera posta in gioco non è solo proteggere il conducente del veicolo Honda o l'utente direttamente coinvolto. L'esempio dell'autista e dei passeggeri dell'autobus è molto calzante: le conseguenze di un incidente stradale si propagano come onde, causando un trauma psicologico esteso a chiunque sia presente o involontariamente coinvolto.
Vittime indirette: I passeggeri, i testimoni e i soccorritori sono spesso coinvolti in un impatto emotivo duraturo, anche senza aver subito danni fisici. L'obiettivo "zero vittime" di Honda, quindi, mira implicitamente a creare una società di mobilità priva di questi traumi.
Riduzione dell'Errore Umano: Poiché si stima che oltre il 90% degli incidenti sia dovuto all'errore umano, le tecnologie di Intelligenza Artificiale (AI) e i sistemi come Honda SENSING 360 non mirano solo a salvare vite, ma anche a liberare i conducenti dalla pressione e dalla possibilità di commettere errori fatali.
In sostanza, Honda persegue l'obiettivo di garantire la "libertà di mobilità" in uno stato di completa serenità ("peace of mind"), non solo eliminando i danni fisici, ma anche riducendo drasticamente il carico psicologico e il senso di colpa o sconcerto che un incidente si porta dietro. È la realizzazione di una società in cui ci si possa muovere senza l'ombra di un potenziale disastro.
È naturale guardare a un obiettivo come "zero vittime" entro il 2050 con un misto di ammirazione e scetticismo, non si tratta solo di una questione tecnica, ma di eliminare un elemento intrinseco all'esperienza umana: l'errore.
Nella seconda metà del 2025, il Direttore Generale del Dipartimento di Pianificazione della Sicurezza di Honda, Hideaki Takaishi, ha effettivamente fornito dettagli più concreti e, soprattutto, ha evidenziato come l'azienda stia elevando l'ambizione da una pura tecnologia di bordo a un impegno globale e sociale.
Takaishi e Honda chiariscono che il piano si basa sulla combinazione e l'evoluzione di tre elementi chiave:
Capacità Umana (Formazione): Non si tratta solo di auto sicure, ma di persone educate e consapevoli.
Prestazioni della Mobilità (Tecnologia): Sviluppo di sistemi ADAS e IA all'avanguardia.
Ecosistema Stradale (Collaborazione): Creazione di una rete di connettività per prevenire i rischi in modo cooperativo.
Un elemento significativo emerso dalle recenti dichiarazioni di Takaishi nel 2025 è l'impegno di Honda oltre lo sviluppo dei prodotti.
A febbraio 2025, Honda è diventata la prima casa automobilistica e motociclistica a collaborare con il Fondo delle Nazioni Unite per la Sicurezza Stradale (UNRSF), impegnandosi a versare circa 3 milioni di dollari in cinque anni. Questa partnership globale mira a:
Analizzare gli incidenti stradali e le loro cause nei Paesi emergenti (dove si concentra la maggior parte delle vittime).
Supportare le politiche di sicurezza stradale e le riforme istituzionali a livello nazionale (migliorando infrastrutture, sistemi di rilascio patenti e l'applicazione delle leggi).
Questa mossa dimostra che, per Takaishi e Honda, l'obiettivo zero non si può raggiungere solo migliorando le auto, ma richiede un'azione concertata per migliorare l'intero "Ecosistema Stradale", affrontando problemi complessi come le infrastrutture carenti e la mancanza di dati, che sono al di fuori del controllo del singolo veicolo.
In sintesi, l'affermazione di Honda non è semplicemente tecnologica; è una dichiarazione di intenti che trasforma la lotta agli incidenti in una responsabilità sociale e globale che coinvolge governi, infrastrutture e l'umanità stessa.
La necessità di Honda di accompagnare l'obiettivo "zero" con una lunga nota a piè di pagina (che esclude chi commette violazioni dolose o guida in stato di ridotta responsabilità) dimostra i limiti insiti nell'ambizione. Misurare lo zero richiede una serie di calcoli che tentano di isolare l'errore tecnico dall'intenzionalità umana.
I Limiti Insuperabili
Il problema principale risiede in due fattori che la tecnologia Honda non può risolvere completamente:
Natura Umana: Sebbene sistemi come Honda SENSING 360 e l'Intelligenza Artificiale mirino a eliminare l'errore umano, non possono controllare la disattenzione, la distrazione (come usare il telefono) o l'aggressività del guidatore. Come afferma Takaishi-san, la sicurezza poggia sul "rispetto reciproco", un ideale che si scontra con la diversità e, talvolta, la violenza delle culture stradali globali (da Tokyo a Milano).
Ecosistema Misto: I veicoli Honda non esistono in una bolla. Condividono la strada con auto più vecchie, veicoli di altri produttori senza sistemi ADAS avanzati e utenti non connessi (pedoni, ciclisti). L'efficacia della tecnologia Honda è limitata dalla capacità e dalla prevedibilità di tutti gli altri utenti della strada.
Conclusione
L'impegno di Honda, sostenuto da ingenti investimenti e collaborazioni globali come quella con l'UNRSF (2025), porterà certamente a una drastica riduzione degli incidenti. Tuttavia, l'eliminazione totale appare improbabile (se non impossibile), perché richiede una trasformazione etica e comportamentale universale che va oltre la portata di un singolo costruttore automobilistico. L'obiettivo "zero" è un potente catalizzatore per l'innovazione, ma il traguardo più concreto resta la riduzione al minimo storico delle fatalità.