Corsi di Guida. Livello base e intermedio

Tra i banchi di scuola del Mugello con gli istruttori di Ducati Riding Experience (DRE). Per imparare a guidare la moto o per scoprire l’ebbrezza della pista in piena sicurezza
20 marzo 2008

 

Con Ducati Riding Experience (DRE, per saperne di più vi rimandiamo al servizio di Moto.it che ne parla) iniziamo la serie di speciali dedicati ai corsi di guida in pista.
Spazieremo dai corsi rivolti a chi la moto l'ha sempre sognata e mai guidata, ai corsi competitivi riservati ai piloti di lungo corso, passando per l'enduro, alla ricerca dei percorsi più suggestivi del Bel Paese.


Scaldiamo le gomme. Si torna a scuola

Le prime giornate del DRE hanno luogo in un tempio del motociclismo, l'Autodromo del Mugello, incastonato tra le colline toscane.
Al mattino presto si fa conoscenza con quelli che saranno i nostri istruttori nell'arco della giornata.
L'aula è gremita, ma i grigi banchi di universitaria memoria cedono il passo alla struttura hi tech che ospita il briefing.

Ducati ha studiato corsi che vanno dall'insegnamento dei fondamenti di guida della moto, il così detto Corso Base, su su fino all'agonismo puro, il Master di Pilotaggio in sella alle potenti 1098S.

Quest'ultimo sfrutta la creme dei piloti italiani, dal giovanissimo campione del mondo della Super Stock 1000, Niccolò Canepa, all'ex iridato della 500, Marco Lucchinelli, passando per Dario Marchetti e Paolo Casoli.

La nostra attenzione cade sul Corso Base e su quello Intermedio, rivolto a chi ha già una buona padronanza della moto, ma è pronto ad ascoltare l'esperienza di gente esperta, per correggere eventuali errori di impostazione in sella e, inutile negarlo, per realizzare il sogno di mettere i piedi - pardon gli pneumatici - in pista.


La prima volta non si scorda mai

Tanti sono i giovani che desiderano diventare motociclisti e si chiedono da che parte cominciare.
Facile per chi ha il papà o un fratello biker, molto meno per tutti gli altri.

A loro si rivolge il Corso Base, che si pone l'obiettivo di trasmettere all'allievo quelle nozioni fondamentali, necessarie ad evitare tanti errori di guida.
Sono più diffusi di quanto si immagini e duri da cancellare quando diventano vere e proprie abitudini (o vizi?).

Gli allievi, protetti dal casco e dalla tuta integrale (va bene la propria, altrimenti è previsto il noleggio presso la pista), si cimentano in una serie di esercizi all'interno del paddock.

Non si dà nulla per scontato, la postura in sella, il corretto utilizzo dei vari comandi sono passati sotto la lente di ingrandimento dei maestri.

Le Ducati Monster 695 (a breve arriverà la nuova 696) si rivelano adatte a fare da moto scuola, grazie al basso peso e all'erogazione vellutata del bicilindrico desmo.

La parte dinamica prevede che gli allievi si cimentino in prove di partenza, frenata, slalom e impostazione della curva.
Quanto serve insomma per non lanciarsi allo sbaraglio nel traffico cittadino e per non dire che la "prima volta" è stato un flop.


Radio Box

Valentina ha lasciato per un giorno la sua Milano per frequentare il corso, le chiediamo com'è andata.

Come sei entrata in contatto col DRE?
Valentina: "Ho saputo dei corsi grazie al Desmodromic Club di Roma. Vorrei comprare una moto, fino ad oggi avevo fatto solamente la passeggera. Però ci tenevo a iniziare la vita da motociclista in piena sicurezza, con un'impostazione corretta in sella".

Perché proprio Ducati?
Valentina: "Vorrei prendere il Monster, magari il nuovo 696".

Il rapporto con gli istruttori?
Valentina: "Perfetto. Sono stati bravissimi e soprattutto pazienti, la calma è importante con noi principianti".

Primo giorno da motociclista "attiva". Sei caduta?
Valentina: "No!".

Che esercizi hai eseguito?
Valentina: "Di tutto. Abbiamo provato le partenze e le frenate, gli "8", le traiettorie per curvare correttamente, l'uso dei comandi. Abbiamo preso confidenza con la moto".

Ti è servito?
Valentina: "Serve a superare la paura iniziale della due ruote. Una paura che dura dieci minuti, per lasciare spazio all'entusiasmo".

Prossima tappa?
Valentina: " L'acquisto della moto. Non ho più scuse".


Corso di perfezionamento con esame finale, in pista

Chi va in moto da anni si vanta spesso - anche giustamente - dell'esperienza acquisita sulle strade di mezza mondo.

Però non è mai troppo tardi per migliorarsi e affinare le proprie tecniche di guida.
Per questo facciamo un bel bagno di umiltà e ci affidiamo ai consigli attenti del nostro istruttore, che dall'esterno può vedere ed eventualmente correggere quello che non va o suggerirci quelle piccole malizie che rendono la guida più sicura. Su strada come in circuito.

Indossiamo la tuta di pelle e ci caliamo nei panni dell'allievo di un Corso Intermedio.

I nostri compagni di "classe" dimostrano di possedere già una buona tecnica di base.

C'è chi, come Ivan di Firenze, ha nel box una splendida Ducati 851 con cui spesso gira al Mugello, e desidera acquisire maggior sicurezza.
Fosse per lui, metterebbe le saponette a terra anche nella mensa dell'autodromo.

Il corso si rivela una bella occasione per rendere il suo stile meno aggressivo, vale infatti il motto che "la guida pulita paga sempre".

Vincenzo arriva da Siena, ha una naked 4 cilindri e punta a migliorare il controllo della moto nella guida in strada.
La ricerca della padronanza del mezzo e della sicurezza in sella sono gli obiettivi comuni agli altri due nostri amici, Giacomo di Sarzana e Renzo di Roma (ogni istruttore segue infatti un gruppo limitato di allievi, massimo 5/6 persone).

In sella alla Hypermotard 1100, alla Multistrada 1100 e alla Monster S2R 1000 si eseguono una serie di esercizi volti a migliorare il controllo nell'uso quotidiano, sulle strade aperte al traffico.

In questa ottica rientra la frenata di emergenza con e senza evitamento dell'ostacolo, un esercizio che certo nessuno di noi può improvvisarsi a fare nel piazzale sotto casa, col rischio concreto di sfasciare la moto.
Guardate la foto a destra per capire a cosa ci riferiamo, sotto la voce "effetti collaterali". 

I corsi servono anche a questo, ad avvicinarsi ai limiti propri e della motocicletta in piena sicurezza e tranquillità, senza il terrore di distruggere la nostra moto.

Nel paddock viene allestito un piccolo circuito, caratterizzato da una stretta "S" posta alla fine di un rettilineo da seconda marcia.
Siamo passati alla fase cruciale, quella propedeutica alla guida in pista.

Sguardo lontano, posizione corretta sulla Rossa (accucciati in rettilineo o con il peso spostato all'interno in curva), gestione graduale di freno e acceleratore sono i temi della lezione.

Quanto è lontana la scuola, quella vera.
Nessuno sonnecchia o, peggio, gioca a battaglia navale. L'adrenalina alza la soglia di attenzione e l'ultimo briefing tecnico serva a memorizzare il significato delle varie bandiere di segnalazione e a ripassare quanto visto nel corso della giornata.

Avremo poi 20 minuti di turno in pista, sugli scollini del Mugello.
Il modo migliore per mettere in pratica gli insegnamenti degli istruttori. È proprio vero, non si smette mai d'imparare.



Andrea Perfetti

 

 

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