Cadere in moto ai tempi di Instagram. La dura vita di un'influencer

Cadere in moto ai tempi di Instagram. La dura vita di un'influencer
Marco Berti Quattrini
Dove è finita la compassione per una ragazza a terra? Una favola moderna tra incanto e disillusione
27 agosto 2019

Ai giornalisti è concessa di rado l'occasione di raccontare una storia. Perché una storia è un po' favola e un po' cronaca, un po' realtà e un po' teatro. Ai giornalisti invece vengono (giustamente) chiesti solo i fatti. 

E allora iniziamo proprio da questi. Iniziamo da una ragazza biondissima del Tennessee, anellino al naso e una vita che dal suo Instagram (più di 200mila follower) profuma di frutta secca e moscato giallo.

Decine di foto di una vita sfumata nei colori di un eterno settembre. Macchie di rosso un po' ovunque e un sorriso sempre uguale, sempre spontaneo e sempre preoccupantemente professionale. Si chiama Tiffany e guida una BMW R80 fine anni Settanta. Qualche settimana fa è caduta, nulla di grave fortunatamente: tanta paura e qualche livido.
Qui finiscono i fatti, tutto quello che è successo dopo si è svolto in quel (letteralmente) favoloso mondo che risponde al nome di Instagram.

Un campo minato per le Scienze etnoantropologiche e per i rapporti umani in generale, ma un fantastico palcoscenico per mettere in scena il personaggio che si vuole mostrare. L'antinomia sta nella consapevolezza che nonostante tutti mentano, tutti vogliano credere il contrario e tutti spergiurano trasparenza e verità.
 
Torniamo a Tiffany, sdraiata a terra dopo la caduta: sul ciglio della strada verità e teatro si sono scontrati e inevitabilmente hanno generato un corto circuito.

Perché quando ha pubblicato le foto dell'incidente su Instagram, la nostra influencer è stata travolta dagli insulti. La mise en place con la quale ha raccontato tutta la sua vita semplicemente non ha retto.

Quegli scatti fotograficamente perfetti avevano varcato l'oceanico beneficio del dubbio che viene concesso ai racconti in Rete. Questa volta Internet li aveva giudicati falsi. "Fai un incidente e ti fai fotografare?", oppure "tu fai un incidente e quelli che erano con te continuano a scattare queste foto sbalorditive? Questo è un insulto alle persone che hanno incidenti veri", tantissimi i commenti di questo tenore e anche più duri.

In molti poi hanno attaccato duramente l'influencer per la presenza, in bella mostra, di una bottiglia di Smartwater (con il marchio a favore di fotografo), proprio come in altri scatti erano in bella mostra altri prodotti sponsorizzati

"Chi vuole destare la gente ai suoi veri interessi ha molto da fare, perché il sonno è molto profondo"  E. Goffman

Tiffany ha rimosso le foto e ha garantito in un lungo post che, come per il resto delle cose che racconta su Instagram, si tratta solo della verità: "Condivido storie di vita reale da quando ho aperto il mio account - spiega -. Mi sono aperta sull'aborto spontaneo, sul divorzio, ansia, e anche sulla perdita del mio partner in un incidente di moto 3 anni fa e sul dolore che ne è seguito".
 
Ed eccoci arrivati al punto della storia in cui bisogna decidere da che parte stare. Da motociclisti, ma anche semplicemente da donne e uomini. Quando vediamo le foto di una ragazza sul ciglio di una strada siamo disillusi e dal giudizio facile o piuttosto abbracciamo il rischio di essere presi per il naso pur di non dover rinunciare a nemmeno un briciolo della nostra umanità?
 
Noi abbiamo solo raccontato una storia, che parte da una moto e da una ragazza, e non importa che sia vera o verosimile. Quella che è certa, e assolutamente reale, è la reazione che ha sollevato. Perché la confidenza con l'intimità delle persone, con la vita che ci raccontano da dietro uno schermo, ha cambiato le persone e inevitabilmente le regole della fiducia.

A voi lettori scegliere se credere che "la malizia è negli occhi di chi guarda" o dare orecchio a quel Totò in bianco e nero che urla: "Ccà nisciuno è fesso".