Botta e risposta. Il giro del mondo in moto

Botta e risposta. Il giro del mondo in moto
Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
Davide Biga, giovane motociclista di lungo corso, è partito per il giro del mondo con la sua Yamaha Superténéré 1200, tra la comprensibile invidia di molti lettori, e le immancabili critiche da parte di altri
  • Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
24 maggio 2011

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Come abbiamo recentemente pubblicato, domenica 15 maggio Davide Biga, cuneese, 35enne appassionato di moto e viaggi in moto, è partito per un lungo tour di circa 80.000 km in giro per il mondo. Un chilometraggio importante, equivalente al doppio della circonferenza della terra, da percorrere in un anno. E anche se non lo si può tecnicamente dichiarare “un giro del mondo” (non leggo il continente australe, tra le mete di Davide), suscita inevitabilmente un po’ invidia a molti di noi.
Invidia “buona”, certo: a chi di noi non piacerebbe, infatti, prendere moto e bagagli e partire per un viaggio del genere, presumibilmente senza problemi famigliari od obblighi di lavoro alle spalle?
Davide Biga di professione fa il piastrellista, presumibilmente in proprio, quindi si può pensare che non avrà avuto problemi da questo punto di vista: saprà ben lui come organizzare la sua vita, mi vien da dire. E per affrontare questo viaggio ha scelto la Yamaha XTZ1200 Superténéré, dopo averla provata per benino durante un raid da Parigi a Marrakech, organizzato da Yamaha un anno fa per consegnare cinque XTZ all’associazione Riders For Health, i cui medici le avrebbero utilizzate in quelle zone per ovvi fini umanitari.
Davide, infatti, era stato scelto da Yamaha come tester privilegiato – unico italiano - per guidare la nuova, discussa maxi-on-off. Che evidentemente gli è piaciuta parecchio, tant’è che se l’è comprata e, con l’aiuto di sponsor vari - particolare, quest’ultimo, che pare non gradito a qualcuno: meglio rinunciare al viaggio, allora? - l’ha allestita a dovere ed è partito solo soletto alla volta del nord Europa. Quindi?

Esempi... stoici

Quindi ho dato un’occhiata ai commenti relativi al nostro “pezzo” sull’argomento, e, come immaginavo, ho letto un buon numero di considerazioni positive su questa bella avventura. Che oggi come oggi, e con un mezzo del genere, si prospetta (e lo auguro di cuore a Davide, ovviamente) relativamente “facile”.
Pescando a caso solo nel recente passato, infatti, mi vengono i brividi pensando al viaggio intorno al mondo effettuato da Ted Simon nel 2001 in sella alla sua gloriosa Triumph Tiger del 1974. E che dire dello stoico viaggio Patagonia-Australia (cito per semplicità solo i siti di partenza e arrivo) di due ragazzi di nome Gustavo ed Elke in sella a un paio di Yamaha YBR 125(!), durato dal 2003 al 2009?
O dei 57.000 km di Marco D’Ambrogio con la sua BMW F650GS? Tanto di cappello a Gionata Nencini e alla sua inarrestabile Transalp 600 (“the class is not water”, dicono gli inglesi): 300.000 km in 8 anni e 80 Paesi visitati!
E pure a Daniele Ciccone, Transalp 650, in giro per il pianeta dal 2009. Ma anche all’indo-tibetano Lhapke – BMW R1200GS, per la pace di molti lettori – che sta girando anche lui in lungo e in largo per sostenere la causa del Tibet, e sarà a Roma il prossimo 28 maggio.
Sempre il 28 maggio, arriverà all’autodromo di Imola Paolo Pirozzi, presidente del Ducati Dreams Club di Napoli, che lo scorso giugno partì dal WDW (World Ducati Week) di Misano con una fiammante Multistrada 1200 per il suo giro in solitario di circa 365 giorni, visitando almeno 80 Ducati Club nel mondo.

 

Copiare? Esiste un copyright sul giro del mondo? Quindi, mi vien da dire, nessuno dovrà mai più gustarsi il piacere di organizzare un'avventura in moto di questo genere?


Ecco, proprio in riferimento al viaggio di Pirozzi, il lettore Desmovolante commenta così l’articolo su Biga: “Mah! c'era bisogno di copiare chi lo ha già fatto con la Multistrada?”.
Copiare? Esiste un copyright sul giro del mondo? Quindi, mi vien da dire, nessuno dovrà mai più gustarsi il piacere di organizzare un'avventura in moto di questo genere? Tanto per iniziare, questo viaggio sarà un banco prova molto interessante anche per la moto, o no? Oltre tutto, non è detto che il percorso debba essere pedissequamente il medesimo, il mondo è piccolo e grande nello stesso tempo, e di posti da visitare ce ne sono un'infinità. O sbaglio?

Altra perla arriva da fuak6976. Eccola: “Bel giro peccato per la moto... In italia, da Gennaio ad Aprile, 378. Stesso periodo: BMW R 1200 GS 1617 immatricolazioni e della ADV 718. Totale 2.335. Quindi: ogni 7 clienti che vanno su queste moto, 6 se li piglia la BMW e 1 la Yamaha, pur sapendo di spendere di più e avendo anche meno. Ma tant'è. Probabilmente in Yamaha dovrebbero rivedere il progetto al più presto su prestazioni, erogazione, brillantezza, peso, accessori”.
Peccato per la moto? Quindi, la Superténéré non sarebbe adatta per un viaggio del genere? Davvero ridicolo! Il compianto amico Roberto Patrignani nel 1964 portò una Vespa 150 da Milano a Tokio, e nel ’66 un Guzzi Dingo 50 per 7.000 km da Città del capo, in Sud Africa, all’Egitto.
E più recentemente, anche il mitico Giorgio Bettinelli (purtroppo anch’egli scomparso) percorse con la Vespa 254.000 km in giro per tutto il mondo!
Detto per inciso, poi, come potranno mai influire i numeri di vendita di una moto sulla riuscita di un viaggio di questo genere? E per finire: per farlo, è dunque obbligatorio utilizzare una GS?

 

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