A Monza, 50 anni dopo il maggio 1973

Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Sabato 29 aprile, all’autodromo di Monza, la FMI di Copioli ha voluto celebrare l’anniversario del ‘73: quello delle due tragedie al curvone, a maggio e luglio. Lo ha fatto in chiave positiva: ricordando le nostre vittime ma andando oltre e facendo il punto sul tema sicurezza
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
30 aprile 2023

Tante le iniziative: il Registro storico (guidato dal vice presidente Lopardo, con 280.000 moto iscritte!) ha coinvolto i collezionisti radunando tanti pezzi davvero pregevoli, dalla prima Morini di Bergamonti fino alla Yamaha M1, dalla Mondial 250 alle MV 500 quattro e sei cilindri degli anni Cinquanta.

Nella stessa sala sono stati ricordati Jarno Saarinen, Renzo Pasolini, Carlo Chionio, Renzo Colombini e Renato Galtrucco. E’ stato emozionante rivedere Soili, la vedova di Jarno arrivata dalla Finlandia, e i due figli di Renzo: Sabrina, che aveva sette anni il 10 maggio del ‘73, e Stefano Renzo (“ma tutti mi chiamano Renzo”), che è più giovane di quattro anni e lavora in MV alla Schiranna. La vedova di Pasolini, Anna Maria, purtroppo ha dovuto rinunciare per problemi di salute.

Per il milanese Chionio c’era la sorella, per il livornese Colombini il fratello, per Galtrucco, invece, il figlio non è riuscito a rientrare in tempo dall’estero. Ma in questa occasione Giovanni Copioli aveva voluto coinvolgere anche le famiglie di Angelo Bergamonti (scomparso a Riccione nella primavera del ‘71, qui è intervenuta la figlia) e del “re di Monza” Fabrizio Pirovano che ci ha lasciato nel 2016: c’erano le due figlie. E se la lista delle vittime è troppo lunga, va detto che l’affetto ha superato il dolore.

Copioli: la FMI lavora con impegno sulla sicurezza

Si sono svolti due interessanti talk show: al mattino il punto tecnico sull’equipaggiamento dei piloti, sulla moto e sulle gomme, sulla preparazione atletica. Il pomeriggio con il focus sulle piste. Tante le considerazioni interessanti da riportare, almeno in modo schematico.

Vittorio Cafaggi (D-Air Lab: dal back protector all’aria): “Ogni evoluzione tecnica deve superare le resistenze culturali, dunque è necessaria l’obbligatorietà: dopo la FIM anche la federazione internazionale dello sci, proprio in questi giorni, sta ragionando sull’obbligatorietà dell’air bag per le discipline veloci”. E ancora: “Stiamo lavorando nella ricerca per proteggere il collo, oggi ancora troppo vulnerabile: tra due anni potrebbe essere pronta una prima soluzione”.

Danilo Bernini (Pirelli) dopo aver fatto il punto sulla evoluzione dei pneumatici sotto il profilo della sicurezza: “Stiamo studiando come rispondere alla pressante richiesta del settore epoca: mancano gomme adeguate per i veicoli storici e stiamo lavorando per produrle almeno nelle misure più diffuse”.

Antonio Cascini (preparatore atletico di Lorenzo e tanti altri, consulente Technogym): “Oggi in MotoGP il risultato è ancora determinato più dal pilota che dalla moto, 60% e 40%”. E ancora “Al pilota della velocità proibirei assolutamente l’allenamento con il cross, troppo pericoloso: che il pilota si diverta diventa secondario”.

Franco Uncini, campione del mondo 1982 ed Ennio Gaia Maretta, coordinatore FMI degli impianti: “Sulle piste è impensabile tornare indietro all’erba naturale e quella artificiale, restano bagnate troppo a lungo con pericoli enormi”. E poi: “La comunicazione radio tra pilota e box in MotoGP è stata bocciata da tutti i piloti, rispetto alla F1 qui siamo più impegnati nella guida”.

Giovanni Copioli (presidente FMI): “Per la sicurezza delle piste stiamo facendo grossi sforzi: abbiamo creato la figura del responsabile di pista che non c’era, anche per tutti gli impianti del motocross, che sono centinaia; facciamo corsi di aggiornamento annuale per le 4.500 persone circa che lavorano sulle piste; abbiamo creato un elenco di 250 medici, preparati per le nostre esigenze e fortemente raccomandati per tutte le manifestazioni”. Insomma, molto c’è ancora da fare, ma molto si sta facendo e questo bisogna riconoscerlo.

Un video per il 20 maggio

Presto - in coincidenza con il cinquantesimo anniversario - pubblicheremo un video con le testimonianze dei famigliari di Saarinen e Pasolini. Soili sperava di rivedere il suo amico dottor Costa, ma purtroppo Claudio ha problemi di salute e non è arrivato a Monza. Bello scoprire che la vedova di Jarno da cinque anni studia l’italiano proprio per coltivare l’amicizia con tanti amici di un tempo.

Sabrina Pasolini ci ha raccontato che quel 20 maggio non era ai box di Monza: con la mamma era rimasta a casa, convalescente dopo l’intervento dell’appendicite: era davanti alla televisione e capì subito che l’incidente al curvone era gravissimo. Stefano Renzo, che ha appena avuto una bimba, Grazia di quattro mesi, è fiero di lavorare alla Schiranna di Varese, cioè nello stesso luogo dove papà preparava le corse con Milani e Mascheroni.

A gennaio sarà trasmesso in Finlandia il film sulla vita di Saarinen: sei episodi, per un totale di sei ore se ho capito bene, che saranno ceduti anche a tanti canali internazionali. Il regista e produttore si dice sicuro che lo vedremo anche in Italia.

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