In viaggio con Camilla: Monferrato, Langhe e Riviera

 In viaggio con Camilla: Monferrato, Langhe e Riviera
Camilla Colombo
Una due giorni tra il Piemonte e la Liguria, un giro di 620 chilometri di strada tra il Monferrato, le Langhe e la riviera di Ponente
28 aprile 2016

Una due giorni tra il Piemonte e la Liguria. Partenza come al solito Milano, destinazione Colle del Melogno in provincia di Savona e ritorno. 620 chilometri di strada tra il Monferrato, le Langhe e la riviera di Ponente. Il terzo weekend d’aprile è tutto dedicato alle due ruote. A farci da guida nella regione del Barolo e del Moscato è ancora una volta un amico astigiano. Solo chi è del posto sa farti scoprire, senza perdere tempo con il navigatore, i percorsi più belli del nostro Paese.

Il pezzo in autostrada da Milano a Vercelli Est lo facciamo di fretta perché siamo in ritardo all’appuntamento con il nostro compagno di viaggio. La BMW S 1000XR non delude mai in queste occasioni: la velocità si accompagna a una stabilità rassicurante anche per chi è seduto dietro e ha la percezione di trovarsi quasi in pista. Da Vercelli, capitale europea del riso, lasciamo che a condurci sia la MV Agusta del nostro amico. La città capoluogo dell’omonima provincia è una graziosa realtà piemontese d’industria e arte. La cupola del Duomo è la prima architettura che si nota usciti dalla A26, ma se si percorrono le vie cittadine ci si accorge che la patria del premio musicale internazionale Viotti, violinista vercellese del XIX secolo, ha molto altro da offrire.

 

La strada che porta verso Asti è il lento passaggio dalla pianura ricca di risaie alle dolci colline che hanno reso famoso il Monferrato. La salita verso il Santuario mariano di Crea è incantevole e la vista dall’alto del Monte è uno dei panorami più affascinanti della zona

La strada che porta verso Asti è il lento passaggio dalla pianura ricca di risaie alle dolci colline che hanno reso famoso il Monferrato. La salita verso il Santuario mariano di Crea è incantevole e la vista dall’alto del Monte è uno dei panorami più affascinanti della zona. Moncalvo, Alfiano Natta e Tonco scorrono veloci mentre ci gustiamo l’asfalto e i colori della primavera. Il cielo non è terso, ma il verde dei campi coltivati e degli alberi e il giallo della colza incendiano di luce una giornata altrimenti un po’ ombrosa. Perrona, Grana, Calliano, Montemagno e Grazzano Badoglio, il cui nome originario fino al 1939 era Grazzano Monferrato, sono paesini fuori dalla frenesia quotidiana incastonati tra i pendii dell’Astigiano. Vederli passare in moto è forse il modo più diretto per coglierne la tranquillità e la bellezza paesaggistica.

 

 

Andare oltre la città di Vittorio Alfieri significa abbandonare il Monferrato per perdersi nelle Langhe. Agliano, Canelli, patrimonio dell’UNESCO dal 2014, Bubbio, Cessole, Castino sono i nomi che leggo sui cartelli stradali mentre ci divertiamo a scendere e salire sulle colline produttrici di alcuni tra i migliori vini italiani. Questa parte della Langa Astigiana ha quel fascino senza tempo che ogni anno conquista milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. La primavera e l’autunno sono le stagioni più belle per vivere i borghi piemontesi in auto o sulle due ruote: i colori accesi e la temperatura mite offrono una sensazione di pace e di svago dalla vita lavorativa indimenticabile. Per tutti i motociclisti il Monferrato e le Langhe sono una meta imperdibile. L’asfalto è per lo più in buono stato, le quattro ruote non sono tantissime e il panorama è perfetto sia per chi ama godersi con calma le curve sia per chi adora scalare all’ultimo istante. Il nostro compagno di viaggio ci accompagna fino a Cortemilia in provincia di Cuneo. Per lui la giornata on the road è finita, noi abbiamo ancora più di ottanta chilometri prima di arrivare a vedere il mare. Ci sono tanti percorsi che portano dal Piemonte alla Liguria: noi scegliamo quello via Ceva-Bagnasco. La SS490 del Colle del Melogno è una delle strade che preferisco nel Nord Italia. Il motivo è probabilmente la grande foresta di faggi, detta della Barbottina, che rende tutto il territorio del comune di Calizzano un invito alle escursioni a piedi nella natura incontaminata dall’uomo.

 

Da più di un anno il nostro punto di arrivo è il Bed and Breakfast al Colle del Melogno, tre stanze arredate con gusto dalla signora Renata affacciate sulla vallata che degrada fino al mare di Finale Ligure. Gestito da una simpatica e gentile coppia della zona, questo B&B è il posto perfetto per chi desidera trascorrere un weekend - o anche una settimana - alla scoperta della Liguria più autentica: non solo quella costiera, ma anche quella degli Appennini. Per gustare a pieno la cucina dell’entroterra consiglio la Pizzeria La Verna a Calizzano, più rustica ed economica, ma comunque buonissima, e la Pizzeria La Genovese a Magliolo, un poco più cara, ma anche più elegante come ambientazione. In entrambi i casi le pizze sono eccezionali come gli antipasti misti con insalata russa, torte salate e peperoni in bagna cauda.

La discesa da Magliolo sino a Finale Ligure è una danza piacevole da fare al mattino, basta solo fare attenzione ai tanti ciclisti che la percorrono in senso contrario. Oggi purtroppo il tempo è nuvoloso e non possiamo godere della vista che nei giorni sereni spazia fino alla costa della Corsica. Da Finale Ligure - fermatevi una mezz’oretta a Finalborgo, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia dal 2010 - fino alle soglie di Genova la strada è un rincorrersi di paesini di mare affollatissimi durante il periodo estivo. Anche l’autostrada dei Fiori non è male da fare in moto, ma se non si ha fretta meglio godersi la via Aurelia e sentire anche dentro il casco il profumo intenso della risacca. Savona ci colpisce con le grandi navi da crociera, mentre Varazze e Celle Ligure mi ricordano un’estate di quando ero adolescente. Tocchiamo Genova solo di striscio perché saliamo verso Mele in direzione del Passo del Turchino, ma sentiamo distintamente la “sensazione di evasione da sé” con cui Friedrich Nietzsche descrisse la città quando la visitò sul finire dell’Ottocento.

 

Spotorno
Spotorno

Fare il Passo del Turchino nella nebbia più fitta e sotto la pioggia è un’esperienza da provare, anche se ci si perde tutta la bellezza del panorama circostante. La SS 456 è una strada divertente da fare in moto, non solo in bicicletta come ai tempi in cui Bartali e Coppi la scalavano sterrata. Le curve sono entusiasmanti, l’asfalto è buono nonostante sia bagnato da continui scrosci d’acqua, e il fiume Stura, che dà il nome all’omonima vallata, rende ancora più entusiasmante la SP456 in cui è possibile tirare un po’ la moto senza troppi pericoli. Quando finalmente le nubi si diradano e il sole torna a splendere, siamo arrivati a Ovada dove il verde dei prati prende il posto degli altipiani al confine tra il Genovese e l’Alessandrino. L’ultimo tratto di strada prima di imboccare la A7 all’altezza di Novi Ligure è sferzato da un forte vento che obbliga a guidare con prudenza. La stanchezza è ormai tanta, ma lo è anche la gioia di aver trascorso un intero weekend sulle due ruote tra le dolci colline piemontesi e l’incantevole lungomare ligure. 

 

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