Speciale Pneumatici. Metzeler ROADTEC Z6 INTERACT™

Abbiamo testato sulle leggendarie curve del Tourist Trophy il nuovo pneumatico destinato alle sport touring. Ottimo il grip, rotonda e precisa la guida
21 maggio 2008


Tensione differenziata
Il viaggio stesso è la destinazione,
questo è stato uno dei concetti che andavano sviluppati dai partecipanti al concorso internazionale Interact with me.
Attraverso un video oppure semplicemente un'immagine dovevano esprimere la loro idea di Metzeler e di Viaggio perfetto. Il vincitore, uno per ogni paese, avrebbe partecipato al lancio stampa internazionale del nuovo Metzeler ROADTEC Z6 INTERACT all'Isola di Man.

Ed è proprio qui che ci troviamo, non perché abbiamo vinto il concorso, ma semplicemente perché partecipiamo alla presentazione del nuovo pneumatico Metzeler.
A  quattro anni di distanza dalla presentazione del Roadtec Z6, il pneumatico sport-touring tedesco si aggiorna, non dal punto di vista estetico, che non varia assolutamente, anche perché il disegno del battistrada era ed è ancora performante dal punto di vista funzionale, ma cambia dentro, nell'anima.
Per anima si intende quel complesso di strutture, materiali - acciaio e tela - e mescola del battistrada che devono interagire al meglio per ottimizzare il comportamento di uno pneumatico touring in termini di guida sul bagnato, grip, sicurezza e stabilità.
Tutto questo è avvenuto anche a causa del rapido cambiamento avvenuto in questi anni nel settore delle moto sport-touring.
Motori sempre più potenti, ciclistiche sempre più raffinate, hanno obbligato a una evoluzione mirata del Roadtec Z6.

La tecnologia multi mescola, ottima se applicata agli pneumatici sportivi, secondo gli ingegneri Metzeler, non si sposa in maniera ottimale all'utilizzo turistico.
La possibilità, che  pare sia una certezza, che si possano formare degli scalini nel punto di congiunzione tra due diverse mescole, ha di fatto stimolato la ricerca di una soluzione alternativa.

Questa è stata trovata attraverso la diversificazione della tensione di avvolgimento delle spire metalliche che compongono la cintura a zero gradi.
Cosa significa? Che la serie di cavi che attraversano la carcassa della gomma in senso longitudinale e che formano la cintura, a partire dalla sommità del battistrada, fino ad arrivare ai fianchi della spalla,  sono arrotolati su se stessi in modo differenziato, chi più chi meno, per ottenere maggiore o minore rigidità.

Maggiore tensione al centro del battistrada, per garantire una maggiore stabilità,  una progressiva riduzione della tensione man mano che ci si sposta verso i fianchi, per dare la massima agilità nei cambi di direzione e flessibilità per aumentare la tenuta in curva. Una tensione minore genera maggiore flessibilità e maggiore assorbimento dell'energia, la mescola aumenta la temperatura e quindi aumenta il grip.
Semplice no?

La prova all'Isola di Man
Il mitico circuito dell'isola di Man, dove ogni anno dal 1907 si svolge il Tourist Trophy, è lo scenario scelto da Metzeler per il nostro road test
.

Venire all'Isle of Man almeno una volta nella vita è il sogno nascosto di tanti motociclisti. Percorrere queste strade, che una volta all'anno si trasformano in circuito, è un'esperienza indimenticabile, riconoscere le curve e i passaggi più impegnativi del circuito, calarsi nei panni dei mitici Agostini, Hailwod, Dunlop, Hislop, McGuinness e quanti hanno scritto la storia di questa affascinante e per certi versi assurda competizione, è davvero indescrivibile.

Allo stesso tempo si capisce con maggior lucidità, e non attraverso il filtro rappresentato dallo schermo della tv o il monitor di un computer, cosa significhi  fare il tempo su di un circuito così atipico.
Attraversare Douglas, Ramsey o Kirk Michael, affrontare le insidie delle oltre 200 curve, molte delle quali cieche, fermarsi a meditare sul fatto che la media sul giro è arrivata al limite di 210 Km/h (!) con la velocità massima che ha oltrepassato di un soffio i 331Km/h, beh forse è meglio ritornare con i piedi per terra.

Ai box, ancora in fase di allestimento, ci aspettano le moto con cui affronteremo le leggendarie strade del TT.
Nel corso della prova abbiamo testato lo Z6 INTERACT su diverse tipologie di moto.

Triumph Tiger, Honda VFR, Yamaha FZ6 ed FJR 1300, Suzuki GSR600, BMW R1200RT sono state selezionate in funzione delle loro caratteristiche di guida estremamente diverse. Tutte sono entrate in sintonia con le nuove ROADTEC Z6 INTERACT.

La caratteristica che emerge in maniera chiara è il comfort offerto da entrambe le coperture: anteriore e posteriore filtrano in maniera eccelsa ogni tipo di asperità, che sia il classico tombino preso a velocità urbana, oppure la serie di sconnessioni ad alta velocità. Rapide a entrare in temperatura, le ROADTEC Z6 INTERACT hanno un profilo che privilegia la guida fluida e rotonda, piuttosto che quella aggressiva e spigolosa. L'inserimento in curva è relativamente rapido, la discesa in curva è regolare e ci si trova a mettere l'anteriore dove si vuole, con estrema facilità.

Questo aspetto è voluto, ci viene spiegato. Chi ha qualche viaggio con bagagli e passeggero  al seguito lo intuisce: un profilo più spinto e appuntito avrebbe sì migliorato la maneggevolezza, ma avrebbe altresì innervosito la guida a pieno carico o semplicemente in coppia.

La rotondità del profilo emerge anche nei cambi di direzione non proprio fulminei, un particolare che si evidenzia maggiormente sulle leggere naked seicento.
Ad un peggioramento delle velocità di inserimento e cambio di direzione, corrisponde una minore reattività e una risposta più compassata dell'avantreno.

Inoltre la stabilità alle velocità medio alte è sempre rigorosa, anche affrontando a ritmi elevati le sconnessioni che caratterizzano alcuni tratti del tracciato, la direzionalità non viene mai meno. E questo vale un po' per tutte le moto.

Il grip offerto dalle Z6 Interactive su asciutto (fortunatamente il meteo dell'Isola di Man ci ha graziato) è stato aiutato in parte dalla elevata abrasività dell'asfalto con cui sono ricoperte le strade, ma nel complesso è risultato superiore alle aspettative. Seppur sfruttate oltre il dovuto, le gomme hanno sempre mantenuto un'aderenza ottimale, sia durante le fasi  di percorrenza e uscita dalle curve, le più delicate, sia in frenata dove emerge la buona rigidità della cintura a tensione differenziata.

Aumenta il grip sul bagnato
La mancanza di pioggia, non ci ha consentito di apprezzare le migliorate prestazioni delle ROADTEC Z6 INTERACT su superfici bagnate, ottenute grazie alla maggior presenza di Silica nella mescola (si è passati da 30% a 65%) ed in parte anche al fatto che la tecnologia delle cintura ad avvolgimento differenziato permette agli intagli, che drenano l'acqua, di mantenere un profilo e una apertura costante, senza che subiscano deformazioni che potrebbero limitarne la funzionalità.

Per quanto riguarda la durata e quindi le percorrenze chilometriche, il nuovo pneumatico eguaglia il predecessore, pur migliorandone le performance in tutti i campi di utilizzo.

ROADTEC Z6 INTERACT prenderà il posto dell'ultramilionario ROADTEC Z6 (venduto appunto in oltre un milione di pezzi) e non c'è da dubitare che, come avvenuto per il predecessore, verrà offerto come primo equipaggiamento su numerose moto.


Francesco Paolillo

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