Rossi: "Una giornata difficile"

Rossi: "Una giornata difficile"
Giovanni Zamagni
Valentino e la Yamaha in affanno ad Aragon: «Ci manca grip sul posteriore, non possiamo sfruttare il nostro punto forte, la velocità in curva. C’è molto da lavorare». Jorge Lorenzo lamenta gli stessi problemi: la Honda sembra avere un buon vantaggio | G. Zamagni, Aragon
26 settembre 2014

Punti chiave

 

ALCANIZ – Lento sul giro, in affanno sul passo: non è certo stato un venerdì positivo per Valentino Rossi.

«E’ così: non è stata una giornata soddisfacente. Aragon è sempre stata una pista complicata per la Yamaha, soffriamo in particolare la mancanza di aderenza al posteriore: la conseguenza è che siamo lenti in percorrenza di curva e non possiamo così sfruttare il nostro punto di forza. Abbiamo provato a risolvere il problema, senza successo: se non altro, abbiamo raccolto dati importanti per capire come intervenire. Alla fine, ho montato la dura posteriore, ma la M1 scivola troppo in accelerazione e non è quindi sicuro che possa essere la scelta giusta. E anche sull’anteriore non siamo ancora a posto, non abbiamo deciso se utilizzare la media o la dura. Insomma, c’è tanto da fare, dobbiamo migliorare parecchio per essere competitivi».

 

Sei sorpreso che ci siano due Ducati davanti alle Yamaha?

«Non più di tanto: la Ducati è migliorata molto nelle ultime gare, Iannone e, soprattutto, Dovizioso guidano bene, la gomma extra soffice dà loro una bella mano nel tempo sul giro. Ma sul passo non sembrano a postissimo, mentre lo sono le Honda: non è veloce e costante solo Marquez, ma anche Pedrosa».

 

Lorenzo ha lamentato i tuoi stessi problemi, sottolineando come l’assetto degli ultimi GP qui non funziona: la soluzione potrebbe essere tornare al set up precedente?

«Potrebbe essere una soluzione sistemare la M1 come era ai test fatti qui dopo il GP di Barcellona: ma allora c’erano 50 °C sull’asfalto, oggi solo 35 °C e soffriamo particolarmente con la carcassa dura».

 

La seconda fila, solitamente l’obiettivo minimo, questa volta potrebbe essere considerata un buon risultato?

«Sì, perché le Ducati saranno velocissime e le Honda girano in 1’48” di passo».

 

Credi che la M1 sia arrivata al “capolinea” della sua evoluzione e bisogna cambiare progetto?

«Il motore quattro cilindri in linea sembrava al capolinea già dieci anni fa, invece in Yamaha sono stati bravi ad affinarlo continuamente e in alcuni anni la M1 è stata la miglior MotoGP. Non credo che nei prossimi anni ci siano particolari rivoluzioni».

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