MotoGP test Qatar. Rossi: "Yamaha ha lavorato bene. Ma non basta"

MotoGP test Qatar. Rossi: "Yamaha ha lavorato bene. Ma non basta"
Giovanni Zamagni
Valentino giudica in termini lusinghieri il lavoro fatto in Giappone durante l’inverno. “A essere ottimista, speravo di trovarmi adesso in questa situazione”. Però c’è ancora tanto da fare. «Nel 2017 e nel 2018 abbiamo accumulato un ritardo che non puoi annullare in tre mesi”
23 febbraio 2019

LOSAIL – Un po’ come a Sepang: la Yamaha mostra dei miglioramenti, ma Valentino Rossi e Maverick Viñales concordano nel dire che non basta. Ma, entrambi, sono positivi sul lavoro fatto in Giappone durante l’inverno.

«E’ stata una giornata abbastanza positiva, abbiamo lavorato bene e sono sempre stato piuttosto veloce. Solo nella parte centrale della giornata ho faticato un po’; poi, alla fine, ho montato la gomma soffice e ho fatto dei buoni giri. Qui è importante avere un buon grip sul posteriore: la M1 si muove un po’ troppo, però siamo lì».

 

Rispetto alla Malesia, cosa è cambiato?

«Qui facciamo un lavoro completamente differente: a Sepang avevamo provato il materiale realizzato durante l’inverno in Giappone, qui non abbiamo nessuna novità e ci concentriamo solo sull’assetto, sulla geometria delle sospensioni, sull’elettronica, su tutto quello che serve per preparare la prima gara».

 

Le prime sensazioni sono…?

«…positive, stiamo lavorando nella direzione giusta, ma la strada è ancora lunga, c’è molto da fare».

 

Alla fine del 2018 pensavi di arrivare in Qatar così competitivo?

«Diciamo che sono contento di quello che è stato fatto, e mi piace il nuovo approccio della Yamaha. Ma c’è tanto da lavorare, perché nel 2017 e nel 2018 abbiamo accumulato tanto svantaggio, che non puoi recuperare in tre mesi, ma serve un anno. Comunque non siamo messi male: diciamo che, a essere ottimista, avrei sperato di arrivare a questo test in queste condizioni».

 

Con il tuo nuovo “coach”, Idalio Gavira, come ti trovi?

«Tutti i piloti dell’Academy me ne avevano parlato benissimo e, in effetti, mi ci trovo bene. Cadalora era concentrato anche sulla dinamica del veicolo, mentre Idalio è più focalizzato sulla mia guida in pista».

 

Oggi vi è stato chiesto di provare un nuovo sistema di penalizzazione in caso di infrazione: ce lo puoi spiegare?

«Sì, si è pensato di dare una pena certa e più corretta di quella di cedere una posizione, nel caso che un pilota, per esempio, vada troppe volte fuori dalla pista delimitata dalla riga bianca. Qui, all’esterno della curva 6, è stata disegnata una nuova curva: in caso di penalità bisognerà percorrere quella, perdendo circa tre secondi. L’intenzione è di estendere questa prova a tutto il campionato».

 

Una curiosità: è il primo test da quarantenne: come è andata?

«Mi fa un po’ più male la schiena…».

 

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