MotoGP. Rossi: "Nessun errore nel 2015"

MotoGP. Rossi: "Nessun errore nel 2015"
Giovanni Zamagni
A Barcellona inizia la stagione 2016, ma con Valentino è naturale parlare di quanto accaduto a fine della passata stagione: “Le mie dichiarazioni di Sepang non hanno contato nulla, Marquez aveva già deciso di farmi perdere il titolo”. E ancora. “Rispetto? Deve essere reciproco”. “Mai pensato di smettere”
18 gennaio 2016

BARCELLONA – Chi lo conosce bene, chi gli sta vicino, chi lo vede allenarsi quotidianamente al “Ranch” dice, convinto, che è “il solito Valentino Rossi”. Sarà anche così, ma la faccia di Valentino alla presentazione ufficiale del team Yamaha fa trasparire delusione, non la solita gioia. Forse è l’asettico ambiente della sede Movistar che non aiuta, forse è il clima di una presentazione davvero sotto tono, per certi versi glaciale e non trionfalistica come meriterebbe la squadra che nel 2015 ha vinto tutto – mondiale piloti, mondiale costruttori, primo e secondo in classifica generale, mondiale dei team -, fatto sta che è un Rossi piuttosto diverso a quello a cui siamo abituati, anche in queste occasioni ufficiali, certamente le più noiose e le meno adatte al campionissimo di Tavullia. Insomma, è impossibile dimenticare quanto accaduto nel 2015, non solo per Rossi, ma anche per la Yamaha. Di seguito, l’intervista integrale rilasciata dal fenomeno di Tavullia nel dopo conferenza ai giornalisti presenti.

 

Valentino, cosa hai fatto dopo Valencia? E’ stato difficile superare la delusione?

«Dopo Valencia è stato difficile, in particolare le prime due settimane sono state durissime, la delusione era grandissima. Sono stato a casa, non ha fatto niente di particolare, poi c’è stato il week end del Rally di Monza: sono tornato a guidare, a divertirmi, a fare quello che mi piace. Si può dire che in quell’occasione è terminata la delusione per il 2015 e sono ripartito pensando al futuro».

 

Perché hai rinunciato al ricorso al TAS?

«Il ricorso era stato fatto per non partire dall’ultima posizione a Valencia: tutto il resto non contava, non aveva senso continuare».

 

Dopo Valencia hai mai pensato di smettere?

«Sicuramente è stato difficile accettare quanto accaduto a fine 2015 e poteva anche essere un’idea quella di smettere. Ma sarebbe stato come arrendersi e io ho voglia di correre, penso di essere ancora competitivo. Quindi no, non mi ha mai sfiorato l’idea di smettere: ho un altro anno di contratto e, soprattutto, non sarebbe stata la reazione giusta. Bisogna sfruttare quanto accaduto l’anno scorso per essere ancora più motivati e bisogna guardare avanti».

 

Hai stretto la mano a Lorenzo e non era così scontato che avvenisse…

«Bisogna essere forti per lasciare fuori i problemi personali. Lorenzo è stato per tanti anni mio compagno di squadra e spesso è stato il mio avversario diretto: dobbiamo lavorare insieme ed essere dei professionisti. Se c’è una buona atmosfera si lavora meglio».
 

Stringerai la mano anche a Marquez?

«Fortunatamente Marquez non è mio compagno di squadra…».

 

Hai sempre detto che l’età non è un problema, ma molti considerano la stagione scorsa come la tua ultima possibilità per conquistare il titolo: come la vedi?

«In questi anni, ho sentito dire molte volte che sarebbe stata la mia ultima spiaggia: speriamo che il 2015 sia una delle tante… Sicuramente sarà difficile essere forte come nel 2015, ma quello è l’obiettivo: lottare per la vittoria, per il titolo, conquistare podi. Poi vedremo».

 

Tutti i piloti sono in scadenza di contratto: sarà il tuo ultimo anno assieme a Lorenzo?

«Devo pensare a me. Come ha detto Lin Jarvis (responsabile di tutte le corse Yamaha, NDA) durante la presentazione, dopo 3, 4 al massimo 5 gare si comincerà a parlare del 2017, ma per quanto mi riguarda cambia poco quello che farà Lorenzo, non influenzerà le mie decisioni».

 

E’ la prima volta che incontri Lorenzo dopo Valencia: che effetto ti ha fatto? E che effetto ti farà rivedere Marquez a Sepang?

«Vedere Lorenzo è stato normale, sarà lo stesso anche con Marquez».

 

Se è vero che la voglia di rivincita dà ancora più motivazioni, partirai per il 2016 assolutamente motivato…

«Sì, avrò tantissime motivazioni: questo non sarà un problema. Ma non conta solo la voglia di rivincita, non si corre per quello, ma perché mi dà gusto, perché mi piace la competizione, la sfida».

 

Jarvis ha detto che ci vuole rispetto tra i piloti e tra tutte le persone coinvolte nella MotoGP: tu hai ancora rispetto di Lorenzo e Marquez?

«Cosa significa rispetto? Per il significato che gli do io, Marquez, soprattutto, ma anche Lorenzo hanno avuto poco rispetto nei miei confronti. Io credo di essere nel giusto: ho sempre rispettato tutti e continuerò a farlo. Ma deve essere corrisposto».

 

Secondo te perché Marquez avrebbe avuto tutta questa acredine nei tuoi confronti?

«Me lo sono chiesto tante volte, ma non ho trovato una risposta. Forse sono stato il suo capro espiatorio, ha dato la colpa a me per le sue difficoltà del 2015… Ma bisognerebbe chiederlo a lui».

 

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe dire che per battere Valentino Rossi hanno dovuto allearsi più piloti.

«E’ vero, alla fine nel 2015 ho perso il titolo, ma è stato certamente un anno molto positivo: ho coronato il sogno (della vigilia, NDA) di lottare per il mondiale. Può essere considerato un onore che hanno dovuto mettersi in più di uno per battermi».

 

Rifaresti tutto quello che hai fatto nel 2015, comprese le dichiarazioni del giovedì di Sepang?

«Io sono totalmente in disaccordo con chi dice che Marquez ha reagito così dopo le mie parole: non è così, lui aveva già deciso di fare così, di farmi perdere il mondiale. Quindi sì, rifarei tutto: le mie dichiarazioni non hanno cambiato assolutamente nulla».

 

Secondo te, è stata compromessa l’immagine della MotoGP?

«Sicuramente è stata una situazione che non si aspettava nessuno, mai successa in passato: avrebbe dovuto essere gestita meglio anche da parte degli organizzatori. Fortunatamente si torna in pista: è lì che dobbiamo essere professionisti, avere rispetto uno dell’altro. Bisogna essere aggressivi e non scorretti, lottare solo per se stessi».

 

Già, soprattutto questo. Rimane poco tempo per parlare della moto, delle gomme, dell’elettronica.

«Nessuno sa qual è il bilanciamento ideale per sfruttare al meglio le Michelin: per quanto riguarda lo stile di guida, è molto differente da quello con le Bridgestone, in tanti piccoli aspetti, dall’entrata, alla percorrenza, dove sembra che ci siano più problemi, all’uscita, alle linee da tenere. Per quanto riguarda l’elettronica, è normale che alla prima uscita tutti i piloti si siano lamentati, perché, inevitabilmente, è stato fatto un passo indietro rispetto a prima. Non credo, però, che sarà un grande problema, siamo tutti allo stesso livello e i nostri ingegneri sono abbastanza in gamba per trovare la soluzione migliore. Non so se la Yamaha sia più indietro rispetto alla Honda e alla Ducati: è vero che loro hanno provato di più nel 2015 le Michelin, perché se lo potevano permettere, mentre Yamaha, con due piloti in lotta per il titolo, doveva concentrarsi soprattutto sulle Bridgestone. Dobbiamo essere bravi e veloci a Sepang a trovare subito la strada da seguire».

 

Quali saranno gli avversari da battere?
«Sempre gli stessi: Lorenzo, Marquez e Pedrosa. Potrebbe essere, però, che con il nuovo regolamento i valori siano più livellati e ci siano più piloti competitivi».

 

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