MotoGP. Dovizioso firma con Ducati: è ufficiale

MotoGP. Dovizioso firma con Ducati: è ufficiale
E' finalmente arrivata l'ufficialità, Dovizioso rimarrà in Ducati anche per le prossime due stagioni
18 maggio 2018

E' ufficiale: Ducati e Andrea Dovizioso hanno firmato il contratto che li legherà fino al 2020. L'intenzione di rimanere insieme era chiara da parte di entrambe le parti ma pare che il nodo da superare riguardasse l'ingaggio. Ora che il Dovi e la prima guida Ducati sono incasellati il mercato piltoti potrà riprendere e fare le ultime mosse.


Nella conferenza stampa di venerdì pomeriggio Dovizioso ha confermato le difficolta nel raggiungere un accordo ma ha anche spiegato di come sia assolutamente normale quando la trattativa è così importante.

«Credo sia stata una trattativa importante e quindi c'è voluto il suo tempo, devi essere a posto su tutti i dettagli quando si tratta di un accodo importante. Sono contento che sia andata così. Siamo partiti da molto lontano e l'anno scorso abbiamo fatto una stagione straordinaria, ma vogliamo ancora di più. Abbiamo deciso di continuare questo matrimonio e abbiamo davanti tre stagioni. Se riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo  dipenderà da noi e da quanto saremo bravi».
 

Il prolungarsi della trattativa ha influenzato i tuoi risultati in pista?

«Siamo umani e siamo sempre condizionati da quello che ci circonda, sarebbe stupido dire diversamente. Però ho un bel po' di esperienza e si cerca sempre di usarla per gestire queste situazioni che a volte non sono facili, ma sinceramente sono state più difficili in passato».

 

Quali sono state le difficoltà?

«E' normale che una trattativa ognuno cerca diportare a casa il massimo di quello che può portare a casa. Alla fine sono stati fatti ragionamenti intelligenti e comportamenti maturi. Siamo arrivati a una conclusione che credo abbia soddisfatto entrambe le parti».

 

C'è stato un momento in cui hai pensato che te ne saresti andato e perché ci tenevi così tanto a rimanere in Ducati?

«Io voglio rimanere trasparente come sono sempre stato nelle interviste. E' normale che ci sono momenti in cui la tua testa va in varie direzioni. Il pilota deve essere egoista per essere competitivo e quindi devi pensare con questa mentalità per portare a casa il massimo e raggiungere il tuo obiettivo. Quindi sì ci sono stati momenti in cui mi sono un po' allontanato, ma ripeto: secondo me non è così anomalo quello che è successo e fa parte di una trattativa come quella che c'è stata, ma non l'ho vissuta particolarmente male. Ho portato a casa il miglior punteggio possibile fino a Jerez e lo stavo ottenendo anche lì».

 

Quanto hai chiesto a Ducati?

«Non ha senso entrare nei dettagli, ma è normale che dopo una stagione come quella 2017 vuoi ottenere di più e per farlo devi limare certi aspetti sia economici che tecnici. Io e Simone (Battistella, NDR) abbiamo lavorato su questo contratto in modo maturo e intelligente senza avere comportamenti stupidi e senza fare richieste stupide ed è il motivo che ci ha consentito di raggiungere un accordo. Gli obiettivi vanno raggiunti insieme e le cose vanno decise insieme e quando diventi aggressivo o chiedi cambiamenti importanti difficilmente sarà produttiva una situazione di questo tipo. Si cerca di parlare e di migliorare alcune situazioni in Ducati»

 

Quanto è meglio questo contratto rispetto a due anni fa?

«Due anni fa il contratto è stato fatto in modo da avere bonus importanti se facevo risultati importanti ma di base non valevo troppo come pilota. Adesso la situazione e ben diversa e logicamente è cambiato l'ingaggio e anche altri aspetti».

 

Che compagno di squadra vorresti?

«Non sono mai stato un pilota che mette veti sui compagni di squadra. E' logico che io dico quello che penso, ma alla fine la scelta è della Ducati. In questo momento le opzioni più possibili sono Miller e Petrucci e sarà una scelta loro».

 

Ti piacerebbe se Lorenzo rimanesse?

«Per me non c'è problema se rimane. Se vuole restare e trova un accordo con Ducati no problem».

 

Cosa richiede Ducati per fare la differenza? Nel passato con Rossi e ora con Lorenzo...

«Ci sono molti motivi. Credo che quando Valentino arrivò in Ducati la moto era ben lontana dalla Ducati di oggi. La Ducati adesso è veloce e competitiva non come quando c'era Stoner che era l'unico che riusciva ad andare forte. Andare veloci nella MotoGP di oggi comporta tanti aspetti. Lorenzo ha guidato un solo tipo di moto e si è fatto un'idea ben precisa di come si guida una moto, ma Ducati è diversa da quello che ha fatto fino ad oggi e di conseguenza non funziona. Questo nulla toglie alla sua competitività e al campione che è stato e che è ancora. Nelle situazioni però bisogna adattarsi e aprire la mente».