MotoGP 2019. Rossi: "Stessi problemi del 2018"

MotoGP 2019. Rossi: "Stessi problemi del 2018"
Giovanni Zamagni
Dopo le grandi difficoltà delle prove Valentino disputa una gara da applausi, ma le sue perplessità rimangono: “Abbiamo stravolto l’assetto e mi sono divertito a guidare. Sono il primo su Yamaha al traguardo, ma dopo Ducati, Honda e Suzuki: dura giocarsela così”
10 marzo 2019

LOSAIL – Valentino Rossi, sabato sera: «Una rimonta è impensabile, perché non sono 14esimo per aver sbagliato il “time attack”: non ho il passo, la gomma anteriore finisce troppo presto». Domenica sera: Rossi quinto a 0”600 da Dovizioso e a 0”280 dal podio, prima Yamaha al traguardo. Non è uno scherzo, è tutto vero.


«Studiando i dati ieri sera, abbiamo fatto una modifica importante alla moto sul bilanciamento dei pesi e ne abbiamo fatta un’altra per la gara. Alla fine, mi sono anche divertito, ho fatto un sacco di sorpassi, sono arrivato vicino ai primi. Ma questa è una pista a noi favorevole: temo che la situazione sia più o meno come l’anno scorso. Abbiamo migliorato in alcune aree, ma continuiamo a soffrire in altre».

 

Dove, esattamente?

«In accelerazione, in uscita di curva. E, di conseguenza, in velocità massima».

 

E’ un problema elettronico o meccanico?

«Entrambe le cose, soffriamo parecchio, siamo a livello del 2018».

 

Ma perché arrivate solo alla domenica a trovare l’assetto giusto?

«Abbiamo i nostri tempi… E’ vero però che in qualifica dobbiamo fare meglio, essere più veloci a fare certe cose».

 

Ma se fossi partito più avanti, saresti salito sul podio?

«Difficile dirlo, ma forse sarebbe stato un po’ più facile»

 

Alla fine, sei sempre tu la prima Yamaha al traguardo.

«Sempre, no… Ieri Vinales era stato impressionante, aveva fatto due giri capolavoro. Ma la verità è che sono la prima Yamaha al traguardo, ma dietro a una Ducati, a una Honda ufficiale, a una Honda di un team satellite e a una Suzuki. Ecco, rispetto all’anno scorso, c’è in più la Suzuki da considerare: tutti escono più veloci di noi dalle curve. Così è difficile fare la gara, fatichi a superare gli altri. Qui io ho fatto una buona gara, ma in altri circuiti sarà più complicato, la situazione è come l’anno scorso».

 

Le gare stanno diventando sempre più di strategia: ti piace?

«Quelli davanti fanno strategia, ma non è una scelta: devi fare così, se vuoi finire la gara. Ma è così in tutti gli sport del motore, anche in F.1 non possono tirare dal primo all’ultimo giro».

 

Dall’Argentina cosa ti aspetti?

«Intanto speriamo che l’asfalto sia in buone condizioni e che non piova. Come ho detto, però, la nostra competitività è simile al 2018».

 

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