MotoGP 2019. Perché i piloti hanno paura del dosso del Mugello

MotoGP 2019. Perché i piloti hanno paura del dosso del Mugello
Giovanni Zamagni
L’opinione di Rossi, Dovizioso, Pirro e Marquez sullo scollino del rettilineo del Mugello. Si va troppo veloce? Il dosso va spianato?
31 maggio 2019

Quel dosso lì, lo scollino prima della San Donato, il marchio di fabbrica del Mugello, adesso fa paura. Lo fa da un paio d’anni e, ancora di più, dal 2018, quando Michele Pirro rimase senza freni e arrivò a una velocità pazzesca nella via di fuga della prima curva. “E’ andata bene, ho visto la morte in faccia” disse l’anno scorso Michele. Le velocità sempre più elevate della MotoGP hanno portato a mettere in discussione anche uno degli autodromi più sicuri del mondo: non è uno scandalo.


“In alcuni punti è pericoloso, si va molto veloce e c’è poco spazio. E la frenata della San Donato è al limite: forse il dosso va modificato, bisognerebbe spianarlo un po’. Ma non è facile" dice Valentino Rossi, in una considerazione condivisa anche da Marc Marquez.

“Questo è un circuito bellissimo, ma quel punto è tosto: ne abbiamo parlato anche in Safety Commission negli anni scorsi. La cosa più logica sarebbe appiattire lo “scollino”, perché le moto sono sempre più veloci” conferma il campione della Honda.


“E’ un punto bellissimo, ma siamo al limite” chiude Andrea Dovizioso, che nelle FP1 ha toccato i 346,1 km/h di velocità massima, 10 in meno del 2018. Ma è solo la prima sessione di prove libere (FP1) e Alex Rins è stato cronometrato a 350 km/h.


Insomma, il problema c’è: se tre piloti dalle caratteristiche e dal modo di interpretare le corse (e il pericolo) molto differente hanno la stessa opinione, significa che c’è qualcosa che non va. E che, prima o poi, bisognerà fare qualcosa. I nostalgici e i puristi grideranno allo scandalo, ci sarà chi definirà “fighetti” questi piloti, i più forti del mondo. Ma io credo che sia obbligatorio intervenire. Prima che sia troppo tardi.