MotoGP 2019. Le pagelle del GP delle Americhe

MotoGP 2019. Le pagelle del GP delle Americhe
Giovanni Zamagni
Dieci a Rins, costantemente davanti; 9 a Rossi e Miller; 4 a Márquez e Lorenzo, disastro HRC
15 aprile 2019

ALEX RINS - VOTO 10

Ha vinto mettendo in mostra tre qualità importantissime: velocità; sangue freddo; acume tattico. Le qualità dei campioni, insomma: quando ti giochi la tua prima vittoria in MotoGP contro uno che si chiama Valentino Rossi, è più facile perdere la testa che mantenere la calma. Non merita la lode solo perché in qualifica fatica più del dovuto e perché, ovviamente, senza la caduta di Márquez non ce l’avrebbe fatta. Ormai è costantemente davanti. Una certezza.

 

VALENTINO ROSSI - 9

Tre GP, due podi (due secondi posti), sempre prima Yamaha al traguardo: cosa vuoi dire a uno così? Veloce da venerdì a domenica, in tutte le condizioni, sfrutta bene una moto in crescita costante. Nel finale, due sbavature gli impediscono di giocarsela contro un avversario che, peraltro, andava più veloce di lui. Come dice il grande Kenny Roberts: ammirevole.

 

JACK MILLER - 9

Miglior pilota Ducati nelle libere, in qualifica, in gara: un GP da ricordare. In inverno non aveva entusiasmato particolarmente, ma nelle prime tre gare ha dimostrato molta più solidità che in passato, e una costanza prima sconosciuta. Sogna un posto nella squadra Ducati ufficiale: ci può stare. Un incubo (per Petrucci).

 

MARC MÁRQUEZ - 4

Non si può cadere quando si ha 3”669 di vantaggio sul secondo...Lui dice di non aver fatto nulla di differente rispetto ai giri precedenti (trovate i dati della sua caduta in “Spunti, domande e considerazioni"), ma dalle immagini sembrava fuori linea. Comunque sia, ha buttato 25 punti certi. Umano.

 

ANDREA DOVIZIOSO - 7

Venerdì nelle libere e sabato in Q1, ha commesso due errori di strategia davvero insoliti per uno come lui: errori che avrebbero potuto avere un effetto devastante sul GP. In gara, però, si è ripreso, ottenendo alla fine un risultato importante, anche per gli errori altrui. E’ uscito bene da un fine settimana complicato. Solido.

 

JORGE LORENZO - 4

Ha avuto un solo sussulto, nelle Q1, quando ha conquistato l’accesso in Q2. Per il resto, una gara da dimenticare tra lentezza (il modo nel quale è stato superato da Marquez in Q2 ha mostrato una differenza al momento pazzesca con il compagno di squadra) e problemi tecnici. Ma a Jerez sarà molto differente.

 

FRANCO MORBIDELLI - 7,5

Un’altra gara convincente del Morbido, anche se nel finale il calo è stato evidente. Ma dopo essere stato prima davanti e poi in scia a Dovizioso, non ne aveva più per stare con il rivale della Ducati, e a quel punto non aveva più senso forzare, considerando il vantaggio che aveva su chi lo seguiva. In avvicinamento.

 

DANILO PETRUCCI - 6

Tre sesti posti in tre condizioni molto differenti: l’aspetto positivo è la costanza, quello negativo è un limite che sembra difficile da superare. Deve e può fare molto di più. In difesa.

 

POL ESPARGARÓ - 8

Quinto in prova (miglior risultato in MotoGP per la KTM), ottavo al traguardo, anche se piuttosto staccato: fino a prova contraria, non si può fare di più con questa moto.

 

PECCO BAGNAIA - 6

Il distacco è pesante, ma la sua non è stata una gara negativa: anche in questo GP ha aggiunto elementi importanti per essere competitivo in futuro. A scuola.

 

MAVERICK VIÑALES - 5

Le immagini hanno confermato il suo scatto anticipato; un peccato veniale a confronto della lentezza nei primi quattro giri: era ottavo a 7”988. La sua capacità di guida non è certo in discussione, ma non riesce a cambiare passo e a sfruttare il suo talento. In difficoltà.


ANDREA IANNONE - 4

Purtroppo non si vedono segnali incoraggianti: non si può finire dietro a un pilota penalizzato con un ride trough.

 

JOHANN ZARCO - 4

La KTM l’ha preso per fare la differenza, invece il confronto con il compagno di squadra è imbarazzante. Intristito.

 

CAL CRUTCHLOW - 4

Aveva il passo per salire sul podio, ma ha fatto un altro errore.

 

ALEIX ESPARGARÓ - 4

Cadendo al secondo giro ha sprecato una buona occasione per finire nei primi dieci, visto come si è sviluppata la gara.

 

SUZUKI GSX-RR VOTO - 9,5

Manca solo un po’ di motore, ma è davvero una gran moto, equilibrata ed efficace in ogni situazione. Bravi gli ingegneri giapponesi nello sviluppo, bravi gli uomini italiani nella gestione. Bella moto, davvero.

 

YAMAHA M1 - VOTO 9

Su una pista dalle caratteristiche favorevoli per la M1, la Yamaha ha dimostrato velocità e competitività in ogni situazione. I primi tre GP sono stati certamente positivi e in crescita rispetto al 2018: c’è attesa per vedere come andrà a Jerez, dove negli ultimi due anni ha fatto una fatica pazzesca.

 

DUCATI DESMOSEDICIGP - VOTO 8,5

Complessivamente conferma i miglioramenti rispetto al passato, ma rimangono alcuni punti deboli. Senza gli errori altrui difficilmente avremmo visto una Ducati sul podio, ma le note positive rimangono.

 

HONDA RC213V - VOTO 7

Due piloti a terra, due problemi tecnici per Lorenzo, uno al sabato e uno alla domenica: la RC213V è una moto super competitiva, ma quanto accaduto ad Austin lascia piuttosto perplessi.

 

KTM RC16 - VOTO 7

Solo Pol Espargaró la riesce a guidare, ma le prestazioni viste ad Austin sono incoraggianti per il futuro della moto austriaca.

 

APRILIA RS-GP - VOTO 4

Male, male, male. Questa è sempre stata una pista ostica per la Casa italiana, ma si sperava che con la moto nuova si potesse fare meglio. Speriamo che nei test effettuati lunedì sul tracciato americano sia stato trovato qualcosa di buono per il futuro.