MotoGP 2019. I temi del GP di Assen: tutti contro Márquez

MotoGP 2019. I temi del GP di Assen: tutti contro Márquez
Giovanni Zamagni
Marquez può gestire, Ducati non parte favorita ma deve essere protagonista, Rossi a due anni dall’ultima vittoria, Suzuki da tenere in considerazione, e Lorenzo…
27 giugno 2019

GP d’Olanda, pista di Assen: qui si corre ininterrottamente dal 1949, unico circuito in tutto il motomondiale. Il circuito originale misurava 16,54 km, ridotto a 7,7 km nel 1955, quindi a 6,1 km nel 1984. L’attuale tracciato è del 2006, mentre dal 2016 si corre alla domenica invece che al sabato: una modifica fatta per contenere il calo degli spettatori, ma che ha tolto un po’ di fascino alla gara. Ecco i temi alla vigilia dell’ottavo appuntamento stagionale.

ROSSI, A DUE ANNI DALL’ULTIMA VITTORIA
Ad Assen, Valentino Rossi conquistò la sua ultima vittoria, nel 2017, due anni fa. E’ passato molto tempo, quindi, durante il quale la Yamaha ha conquistato un solo GP, con Maverick Vinales nel 2018 in Australia. Come dire: non è (tutta) colpa del pilota se Rossi non è più riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Su questa pista, la Yamaha è stata sempre competitiva e, sulla carta, lo potrebbe essere anche quest’anno: basterà per vedere Valentino di nuovo vincente?

DUCATI, UNA SOLA VITTORIA
Al contrario, questa è una pista ostica per la Ducati, che ha vinto una sola volta, con Casey Stoner nel 2008.Andrea Dovizioso non ha mai amato questo tracciato, mentre Danilo Petrucci qui arrivò secondo nel 2017 e nel 2016 era in testa al GP, quando la gara venne fermata con la bandiera rossa. Insomma, per Petrux, reduce da tre podi consecutivi, è una pista “amica”: considerando la competitività generale della moto si può puntare al podio, ma i “ducatisti” non partono favoriti per la vittoria.

MARQUEZ, VANTAGGIO RASSICURANTE
Con 37 punti di margine su Andrea Dovizioso, Marc Marquez può gestire al meglio il GP: in altre parole, può permettersi di non rischiare a tutti i costi per conquistare una eventuale vittoria. Un ulteriore vantaggio, in questo caso psicologico, per il pilota della Honda.

SUZUKI, BUONA OCCASIONE
L’anno scorso, Alex Rins conquistò un ottimo secondo posto, al termine di una gara molto spettacolare: considerando che la moto è cresciuta, lo spagnolo è, alla vigilia, uno dei favoriti per il successo. E anche Joan Mir potrebbe farsi vedere nelle prime posizioni.

LORENZO, TUTTO DA DECIFRARE
Cosa aspettarsi da Jorge Lorenzo? Nessun altro pilota è più difficile da pronosticare: in Catalunya, è stato fatto un passo in avanti con l’affiatamento con la moto, ma l’errore in gara è stato enorme. Come reagirà Jorge? Al momento il cammino per stare con i migliori sembra ancora lungo, ma quando si parla di Lorenzo, la situazione può cambiare molto velocemente.

VINALES, PUO’ FARE MOLTO BENE
Ricordando la bella gara del 2018, con una Yamaha teoricamente più competitiva e dopo gli ottimi progressi fatti vedere nell’ultimo GP, ci si aspetta molto da Maverick Vinales: può essere un’occasione da sfruttare per lui e la M1.

QUARTARARO, ORMAI UNA CERTEZZA
Naturalmente ci si aspetta molto anche da Fabio Quartararo, che ormai non è più una sorpresa, ma una certezza. Salendo sul podio in Catalunya, Quartararo è diventato il pilota più giovane a riuscirci dai tempi di Marc Marquez nel 2013 ed è il quinto pilota più giovane di tutti i tempi ad aver conquistato il podio nella massima cilindrata, dopo Randy Mamola, Eduardo Salatino, Norifumi Abe e Marc Marquez. Alla vigilia, bisogna assolutamente considerarlo come uno dei candidati quanto meno al podio.