MotoGP 2016. GP d'Argentina. Le considerazioni della vigilia

MotoGP 2016. GP d'Argentina. Le considerazioni della vigilia
Giovanni Zamagni
Lorenzo mostra grande sicurezza, Rossi cambia atteggiamento, i piloti Ducati sembrano sereni: ecco cosa è emerso alla vigilia del secondo GP dell’anno
31 marzo 2016

TERMAS DE RIO HONDO Una conferenza stampa all’insegna della non polemica: bene, si potrà pensare. Certamente: dopo tutte le tensioni della passata stagione, un po’ di toni bassi non possono che fare bene. C’è il dubbio che sia tutto un po’ finto, ma tant’è: per il momento va bene così. Piuttosto, c’è da approfondire quanto emerso alla vigilia del GP d’Argentina.

LORENZO: GRANDE SICUREZZA

Il primo aspetto che colpisce è la grande sicurezza di Jorge Lorenzo: in effetti, in tanta incertezza per le novità regolamentari, l’unico dato certo sembra essere la competitività del campione della Yamaha. «Qui e ad Austin non ho mai vinto: credo che con le Michelin e la nuova elettronica possiamo essere più competitivi che in passato» dice senza alcuna paura Lorenzo. Parole significative: Jorge, evidentemente si sente a posto. E la sua sicurezza si estende, naturalmente, alle vicende contrattuali. «Adesso sono concentrato su queste due gare, al contratto penserò nelle prossime due settimane» spiega serafico. Ha due contratti sul tavolo (Yamahe e Ducati), sa di non aver problemi, deve solo fare la scelta che lui reputa migliore. Una notizia, da confermare: pare che abbia tempo fino al GP di Francia per dare una risposta alla Yamaha. Intanto, Lorenzo la dà agli imbecilli che lo hanno fischiato sul podio in Qatar. «Cosa ho fatto di sbagliato? Io, come tutti gli altri, rischio la vita». Poi una precisazione a un delirante articolo scritto su Marca (e purtroppo ripreso da alcuni siti italiani) che ipotizzava come Lorenzo e Marquez fossero spaventati dal pubblico argentino, chiaramente pro Rossi. «No, non c’è nessun problema di sicurezza» liquida il discorso Jorge, evidentemente molto più maturo di tanti altri.

ROSSI: CAMBIO DI ATTEGGIAMENTO

Ha colpito molto, anche, il cambio di atteggiamento fuori dalla pista di Valentino Rossi, che in Qatar non aveva esitato ad attaccare, anche abbastanza duramente, Lorenzo e Marquez. In Argentina, però, Valentino non ha replicato a nessuna provocazione, evitando anche di rispondere a domande dirette.


Domanda: “Nacquero qui i problemi con Marquez?”. Risposta: «Non lo so».

Domanda: “Cosa pensi dei fischi a Lorenzo e Marquez in Qatar?”. Risposta: «Non lo so, certamente questa situazione non è colpa mia».


Personalmente, mi aspettavo una presa di posizione più decisa di Rossi nei confronti dei somari che fischiano – bastava una frase, come Rossi aveva già fatto in passato -, invece Valentino ha preferito non dire nulla. Perché? La mia sensazione è che Valentino non abbia più voglia di entrare in discorsi “delicati”, non vuole che nessuna sua risposta possa essere in qualche modo interpretata in un senso (a favore) o nell’altro (contro). Quello che doveva dire l’ha già detto, non c’è più nulla da aggiungere: inutile insistere. Oggi, perlomeno, è così, domani chissà.

DUCATI: PILOTI SERENI

Positiva la reazione dei due piloti Ducati dopo il GP del Qatar: entrambi hanno colto l’opposto risultato con lo stesso, positivo atteggiamento. E, soprattutto, almeno a parole e almeno a sensazione, non sembrano sentire a tutti i costi la pressione di dover conquistare un risultato che può essere alla portata di mano. Dovizioso è piaciuto molto quando non si è nascosto, nemmeno di fronte al possibile arrivo di Lorenzo in Ducati.


«E’ il mio quarto anno in Ducati e adesso la situazione è sicuramente buona. Abbiamo una vera base, ci sono più aspettative rispetto al passato: sono coinvolto in questo progetto, so l’evoluzione che c’è stata in questi quattro anni, conosco il potenziale della Desmo16GP. Lavoriamo per la vittoria, ma non c’è pressione, così come sto vivendo serenamente le vicende di “mercato”. E’ logico che i risultati faranno la differenza, così come la scelta di altri piloti, ma io non ho potere a 360°. Io posso solo fare risultati: se rimaniamo lì davanti non c’è nessuna preoccupazione e poi che vada come deve andare. Se dovessi vincere farei un favore a Lorenzo? No, lo farei a me».


Tranquillo anche Iannone, che sembra aver digerito l’errore del Qatar. «Lì sono sempre stato competitivo, poi un errore di traiettoria di mezzo centimetro ho buttato via un’occasione importante. Devo vincere a tutti i costi? Le vittorie non vanno cercate, ma costruite. E’ come l’amore della vita…».

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