Freddie Spencer: "Marquez non prende più rischi inutili"

Freddie Spencer: "Marquez non prende più rischi inutili"
Il tre volte iridato analizza lo scenario della MotoGP alla luce della prima gara in Qatar, parlandoci di Marquez, Rossi e Lorenzo
1 aprile 2014

Punti chiave

Freddie Spencer, leggenda del motociclismo mondiale (metaforicamente ma anche nella realtà, essendo entrato a far parte delle MotoGP Legends nel 2001) è uno dei piloti più famosi della storia del motociclismo – ultimo, nonché unico nell’era moderna, a vincere i due titoli iridati di 250 e 500 nello stesso anno, il 1985. Ancora attivo nel mondo del motociclismo, ha per anni tenuto una scuola di pilotaggio di altissimo livello a Las Vegas, con una formula che, vivendo ora a Marsiglia, sta per replicare (con qualche correttivo ed una presenza molto più assidua da parte di Freddie stesso) sul vicino circuito del Paul Ricard.

 

Ancora assiduo spettatore ed esperto commentatore (ruolo che ha svolto in passato per un network statunitense) del Motomondiale, Spencer non si è fatto pregare per offrire un suo parere in merito alla sfida fra Rossi e Marquez a Losail.

«E' stata una grande battaglia. Valentino aveva detto che le qualifiche non sarebbero poi state indicative per la gara; non mi ha sorpreso vedere là davanti Rossi, piuttosto Stefan Bradl, Alvaro Bautista e Bradley Smith. E se Lorenzo non fosse caduto al primo giro credo che sarebbe stato molto difficile batterlo, anche se alla fine credo che Marquez non abbia dato il 100% non avendone avuto bisogno: si è accontentato di fare quello che serviva, dimostrando una notevole maturazione rispetto allo scorso anno quando prendeva spesso rischi inutili»

 

Resta appunto l’incognita di cosa avrebbe potuto fare Lorenzo, tradito da pneumatici che non riesce proprio a digerire dopo che, dal 2012, l’evoluzione delle Bridgestone sembra averle avvicinate alle esigenze della Honda. Freddie offre un parallelo con il passato

« Ricordo le prime volte che testai i radiali e proprio non riuscivo a farli lavorare. Quando succedono cose del genere è davvero difficile correre; per Jorge potrebbe trattarsi solo di una leggera perdita di feeling, che compromettere la sua capacità di guidare al limite e quel poco oltre che è necessario per vincere in MotoGP. Jorge è un pilota abile nel ‘sentire’ la moto, molto preciso – il suo stile mi ricorda un po’ il mio, che per altri versi però (la facilità nella guida in derapata, NdR) assomigliavo anche a Marquez. Essere in grado di percepire il limite e spingersi oltre è importante, così come saper accettare la situazione e restare concentrati nel lavoro sull’assetto per cercare di tirare fuori il miglior compromesso dalle gomme»

 

Molto interessante anche il parere di Freddie sulla Open, che a dire del tre volte iridato ha portato a gare più spettacolari, almeno a breve termine

«La nuova categoria ha portato un livellamento, staremo a vedere quanto tempo durerà. Uno degli aspetti più interessanti è quello legato allo sviluppo del motore: sarà particolarmente interessante vedere i veri cambiamenti, se e quando i risultati di Ducati dovessero portare all’eliminazione di alcuni dei benefici concessi dal regolamento. Ma capisco molto bene la scelta Ducati perché in fin dei conti non vogliono fare altro se non tornare competitivi nei tempi più brevi possibili»

 

Spencer non si sbilancia nemmeno alla richiesta di un pronostico per Austin, restando allineato ai valori dello scorso anno e alle possibili sorprese dovute al nuovo regolamento

«Marc l’anno scorso è sembrato fortissimo, e la Honda lì va molto bene, potendo sfruttare la sua superiorità motoristica. Penso che invece Jorge possa sentire la pressione per i 25 punti persi in Qatar, anche se siamo solo alla seconda gara e la stagione è lunga. A parte questo, credo che sarà molto interessante vedere cosa sapranno fare gli altri, perché le nuove regole hanno reso le gare molto più interessanti di prima, nonostante le critiche che addetti ai lavori ed appassionati hanno mosso»