Ducati sceglie Dovizioso per il dopo-Rossi

Ducati sceglie Dovizioso per il dopo-Rossi
Giovanni Zamagni
Due belle notizie: nonostante la perdita di Valentino, la Casa di Borgo Panigale continua a credere nelle corse e lo fa con un importante piano biennale. Il pilota sarà Andrea, l'annuncio a Indy | G. Zamagni
11 agosto 2012

Punti chiave

 Consumato il divorzio – annunciato da tempo – tra Valentino Rossi e la Ducati, in attesa delle parole dei protagonisti, al di là dei comunicati ufficiali, è giusto analizzare il futuro della Casa di Borgo Panigale, ormai di proprietà del colosso Audi.


La notizia più importante è che Audi continua a credere nelle corse, in particolare nella MotoGP, al di là di Rossi, e lo fa con un preciso e importante programma biennale, che prevede una lunga serie di cambiamenti all’interno del reparto corse e sulla Desmosedici. Non era così scontato: per il motomondiale è sicuramente una bella notizia.


Così come lo è che per cercare di rendere la moto finalmente competitiva si sia pensato ad Andrea Dovizioso, numeri alla mano il miglior pilota ancora disponibile sul mercato. Anche se non ancora ufficiale – lo sarà appena prima o durante il GP di Indianapolis di settimana prossima - l’accordo tra la Ducati e Dovizioso è praticamente certo e prevede due anni di contratto con precise garanzie tecniche.

 

La scelta giusta


Qualche mese fa, Dovizioso non sembrava rientrare nei programmi e nelle strategie future della Ducati, anche nel caso di perdita di Rossi. Ma qualcosa è cambiato e molti uomini importanti di Borgo Panigale – prima tra tutti il team manager Vitto Guareschi - hanno cominciato a pensare ad Andrea come l’unica alternativa possibile. Ingaggiando per due stagioni Dovizioso, la Ducati si assicura un pilota veloce e, soprattutto, molto costante e regolare nei risultati, uno che difficilmente sbaglia, sempre concentrato sul lavoro. Negli ultimi due anni il Dovi ha guidato con ottimi risultati Honda e Yamaha: può trasmettere informazioni importantissime ai tecnici italiani. Inoltre Andrea è considerato all’unanimità un ottimo collaudatore, uno in grado di capire come migliorare una moto: in HRC qualcuno rimpiange la sensibilità di Andrea e c’è anche chi dice che le difficoltà di messa a punto della RC213V in versione 2012 siano proprio dovute al passaggio di Dovizioso in Yamaha. Per tutto questo, non si poteva scegliere un pilota migliore.

 

Dovizioso: che sfida!

Dal punto di vista del forlivese, la scelta della Ducati – è stata una scelta del pilota, è bene ribadirlo, perché Andrea poteva rimanere nel team Yamaha-Tech3 o anche tornare alla Honda, nel Team Gresini – rappresenta una bella sfida. Ma non si tratta di un salto nel buio, come molti credono, ma di una decisione ragionata, come peraltro avviene sempre quando c’è di mezzo Andrea. Negli ultimi anni, è innegabile, la Ducati ha “bruciato” fior di piloti, ma la situazione sta cambiando e l’arrivo dell’Audi assicura un impegno tecnico probabilmente senza precedenti. E’ vero, ci vorrà tempo, è impensabile che Dovizioso possa subito ottenere i risultati attuali, ma ci sono le basi concrete per cambiare la situazione. Andrea, finalmente, avrà l’appoggio di una Casa ufficiale – quando correva in HRC non veniva considerato e le attenzioni erano tutte per Pedrosa prima e Stoner poi -che farà tutto il possibile per accontentarlo e assecondarne le richieste.

 

Negli ultimi anni, è innegabile, la Ducati ha “bruciato” fior di piloti, ma la situazione sta cambiando

La Casa e il pilota poi sono uniti in una sfida molto particolare, perché la Ducati vorrà dimostrare che i problemi del passato non erano solo colpa sua ma anche di Rossi, e Dovizioso ha lo stimolo di una sfida a distanza apparentemente impossibile: riuscire là dove ha fallito il più grande pilota dell’era moderna. Inoltre, entrambi – Casa e pilota – non avranno grande pressione addosso e potranno lavorare con maggiore calma rispetto a quanto fatto fino adesso a Borgo Panigale. Senza dimenticare che Andrea, finalmente, potrà contare su un ingaggio importante. Assolutamente meritato.