I commenti dei piloti dopo le libere del GP d'Indianapolis

I commenti dei piloti dopo le libere del GP d'Indianapolis
Giovanni Zamagni
Pista sporca e tempi ancora lontani da quelli di gara, ma in generale tutti soddisfatti. In Yamaha Valentino e Lorenzo lamentano problemi di aderenza | G. Zamagni, Indianapolis
28 agosto 2010

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INDIANAPOLIS – A Indianapolis si è sei ore indietro rispetto all’Italia, così, quando si arriva in circuito si sa già da un pezzo che la Ducati ha deciso di ritirarsi dalla SBK nel 2011. Gli uomini di Borgo Panigale non commentano la notizia – lo farà oggi il presidente e amministratore delegato Gabriele Del Torchio – e così l’unico che dice qualcosa è Valentino Rossi. «Mi spiace molto – afferma –: spero sia solo una decisione momentanea, dettata, credo, da questioni regolamentari. Insomma, anche questa volta non ce la farò a disputare una gara in SBK…».

Una decisione che lascia piuttosto sconcertati, anche nei tempi e nei modi in cui è stata annunciata: soltanto 13 giorni fa, proprio Del Torchio a Brno, in occasione dell’annuncio ufficiale dell’ingaggio di Rossi per i prossimi due anni, a precisa domanda aveva risposto: «La SBK è strategica per la Ducati, continueremo sicuramente in quel campionato».
Purtroppo, però, non sarà così.

Tornando alla MotoGP, quella di venerdì è stata una giornata di annunci: prima l’ufficializzazione che nel 2011 Ben Spies sarà nella squadra interna Yamaha, poi che anche nel 2011 si correrà a Indy, quindi che nella prossima stagione il team Martinez sarà nuovamente al via della MotoGP con un pilota (ancora da definire) con una Ducati.


In pista, le condizioni dell’asfalto, piuttosto sporco, e la temperatura abbastanza elevata (51 °C sul tracciato) hanno fatto sì che si rimanesse a sette decimi dal primato della pista (1’40”152), con i piloti in difficoltà a sistemare nel modo migliore la propria moto.

«Ho utilizzato la forcella 2011 – spiega Casey Stoner, il più rapido di tutti con ben tre giri sotto l’1’41” -: va un po’ meglio di quella vecchia (fino a Brno Casey usava la Ohlins 2009, ndr), anche se non c’è tutta questa differenza. La pista è pulita in traiettoria, ma sporca fuori: per il momento sono davanti, ma sono sicuro che in qualifica tutti miglioreranno».

Più tranquillo, come al solito, Jorge Lorenzo, anche se ha faticato più che in altre occasioni a trovare il giusto ritmo. Alla fine, comunque, il capoclassifica del mondiale è risultato piuttosto efficace sulla distanza.
«Il circuito – è la sua analisi – è in condizioni peggiori rispetto al 2009: per questo siamo andati più piano. La nostra moto derapa un po’ in mezzo alla curva e fatichiamo a dare gas in accelerazione, ma nel complesso non sono messo così male. Sicuramente miglioreremo e credo che in qualifica ci avvicineremo al primato della pista. Stoner è stato piuttosto veloci, ma anche noi non siamo lontani. Perdiamo un po’ nell’ultimo settore, dobbiamo capire perché».

Il perché lo spiega Valentino Rossi. «Questa è una pista difficile, con poco grip e tante buche: soffriamo un po’ – dice nell’intervista audio -. Alla fine ho fatto due buoni giri e sono risalito in quinta posizione, ma siamo ancora lontani, bisogna lavorare sulla messa a punto, perché così faccio fatica a guidare. Tra l’altro, anche qui la gomma dura è troppo dura, ma con la morbida sarà difficile fare tutti i giri.

Fisicamente sono abbastanza a posto, anche se la gamba adesso mi fa un po’ male e in un paio di curve fatico con la spalla. Noi con la Yamaha abbiamo qualche problemino in uscita dall’ultima curva, perché si esce lenti e poi c’è un lungo rettilineo favorevole alla Ducati. Siamo comunque solo all’inizio, ma non vedo l’ora di tornare ai quattro turni, perché con tre si fa fatica a lavorare».

Soddisfatto Ben Spies, al di là dell’ottavo posto provvisorio. «Prima della scivolata – dichiara tranquillo – tutto stava andando per il meglio: ero costantemente nelle prime posizioni e soddisfatto del comportamento della M1. Credo ci siano le condizioni per disputare una buona gara».

Contento anche Nicky Hayden, terzo nonostante una scivolata.
«All’inizio del turno – è la sua analisi – mi sentivo a mio agio e riuscivo a essere sufficientemente veloce con le gomme dure. Quando ho montato le morbide, il mio feeling positivo è ulteriormente aumentato, anche troppo, perché mi sono fatto prendere dall’entusiasmo e sono caduto. In ogni caso, è stato un turno positivo».

 

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