Botta e Risposta: MotoGP, la stagione dei veleni

Botta e Risposta: MotoGP, la stagione dei veleni
Giovanni Zamagni
Ormai è di moda insultare tutti: Rossi, Stoner, Lorenzo, Pedrosa, Dovizioso, la MotoGP e la SBK. Gli appassionati, si fa per dire, di moto copiano purtroppo quelli del calcio: non se ne può più | G. Zamagni
14 dicembre 2012


Veleno contro Valentino Rossi
, contro la Ducati, contro Jorge Lorenzo, contro Dani Pedrosa, contro Casey Stoner, contro Andrea Dovizioso, contro la MotoGP, contro la SBK: ce n’è per tutti. E’ la nuova moda dei tifosi – o presunti tali – di motociclismo: come nel calcio, si insulta a prescindere, nessuno escluso. Che tristezza! Giusto, anzi addirittura doveroso criticare, ma perché offendere? Perché se si simpatizza per questo o quel pilota ci si sente autorizzati a dire e scrivere parole di fuoco contro tutti gli altri? Un grande giornalista del tennis – Gianni Clerici – una volta scrisse che, a differenza di quanto avviene nel calcio, in tutti gli altri sport tifare per qualcuno non significa tifare contro qualcuno: una regola che condivido in pieno, ma che, purtroppo, sta venendo meno nelle moto.


ROSSI: IN DISCUSSIONE ANCHE IL SUO PASSATO


Il caso più eclatante – ovviamente – è quello di Rossi: dopo due anni totalmente disastrosi, assolutamente fallimentari, gli “anti-valentiniani” si sono sentiti autorizzati a vomitare una
Valentino Rossi
Valentino Rossi

rabbia feroce contro quello che, piaccia o no, è il più forte pilota dell’era moderna, quello che ha portato il motociclismo a livelli di popolarità altrimenti irraggiungibili. Giusto criticare Valentino, evidenziare che i risultati sperati non sono stati nemmeno avvicinati, ma perché insultarlo e mettere in dubbio tutto quello che ha fatto e vinto in precedenza? Ammesso che Rossi abbia iniziato la parabola discendente, che non sia più quello di una volta, che non salirà mai più sul gradino più alto del podio nemmeno con la Yamaha, ammesso – e non concesso, almeno fino a prova contraria – che tutto questo sia vero, non si può mettere in discussione il suo passato, i sui successi, le sue imprese memorabili solo perché non si è affermato con la Ducati.


DUCATI: SFORZI ENORMI, NON RICONOSCIUTI


Allo stesso modo, i “valentiniani” si sono sentiti autorizzati a insultare pesantemente la Ducati, colpevole, secondo loro, di non aver messo Rossi nelle condizioni di trionfare. Sicuramente a Borgo Panigale hanno fatto degli errori e se negli ultimi anni un solo pilota – Casey Stoner – è riuscito ad andare forte con la Desmosedici, è chiaro che c’è qualcosa che non funziona, che la moto non è così competitiva. E allora? Al reparto corse hanno lavorato giorno e notte, a natale, a capodanno, a ferragosto, hanno saltato le ferie negli ultimi due anni per tentare di risolvere i problemi, producendo uno sforzo che dovrebbe emozionare gli appassionati. I risultati, purtroppo, non sono arrivati, in un campionato, è bene ricordarlo ancora una volta, nel quale Honda e Yamaha sono così forti che hanno fatto smettere Suzuki, Kawasaki, “costringendo” altri costruttori, come Aprilia e BMW a investire nella SBK, sapendo che in MotoGP avrebbero potuto raccogliere solo le briciole. La Ducati, invece, ci ha provato e continua a provarci, senza paura del confronto con i colossi del motociclismo: da applaudire, non da denigrare.


LORENZO: FORTISSIMO, MA…


Da quando è arrivato in MotoGP – nel 2008 –, Jorge Lorenzo è stato capace di battere Valentino Rossi a parità di moto e negli ultimi due anni è stato l’unico pilota Yamaha a tenere testa e a sconfiggere lo

Roba da libro dei primati, ma non basta per preservare Jorge Lorenzo dagli insulti dei “tifosi”, che lo trattano come un pilota qualsiasi

squadrone Honda. Nel 2012 è stato addirittura quasi perfetto, tanto da commettere un solo errore in gara – a Valencia, a campionato già conquistato – ed è stato capace di conquistare il secondo posto come peggior risultato quando è arrivato al traguardo. Roba da libro dei primati, ma non basta per preservare Jorge Lorenzo dagli insulti dei “tifosi”, che lo trattano come un pilota qualsiasi e non come un fuoriclasse assoluto. Perché? Cosa dovrebbe fare di più Lorenzo di quello che sta facendo? Ma soprattutto, perché affermare che non è un campione degno? Mah, difficile da comprendere.


PEDROSA: ETERNO SECONDO? MACCHE’!


Se viene insultato uno come Lorenzo, che, è bene ricordarlo, ha conquistato due titoli iridati negli ultimi tre anni, figurarsi se non viene massacrato uno come Dani Pedrosa, che ancora non è riuscito ad affermarsi in MotoGP. Ammesso – e non concesso anche in questo caso – che Pedrosa sia meno forte di Lorenzo e Stoner, i piloti che lo hanno battuto ultimamente, questo non significa che Dani sia scarso, o addirittura peggio, come è stato definito da alcuni tifosi, soprattutto dopo la caduta in Australia. Vincere un mondiale in MotoGP è difficilissimo e tanti altri campioni prima dello spagnolo non sono riusciti ad affermarsi nella massima categoria, eppure sono considerati – giustamente – piloti fortissimi, come per esempio Max Biaggi. A Pedrosa non viene perdonato nulla, dimenticandosi che Dani è penalizzato pesantemente da peso e dimensioni fisiche minute: nonostante questo, riesce spesso a battere i suoi rivali e quest’anno ha dimostrato di saper vincere su ogni pista e in qualsiasi condizione. Ma per gli “appassionati” di motociclismo questo non basta.


STONER: UN FENOMENO, ALTRO CHE PSICOPATICO


Tra i più bersagliati è sempre stato però Casey Stoner, “colpevole” di essere “nemico” di Valentino Rossi, con il quale si becca continuamente, ancora adesso che ha smesso di correre e vive dall’altra parte del
Casey Stoner
Casey Stoner

mondo. Quest’anno, poi, Stoner ha dovuto subire ogni tipo di insulto – “è uno psicopatico” quello usato per la maggiore – dopo aver annunciato il ritiro: d’accordo, i tempi e i modi sono stati discutibili, ma per quanto riguarda le sue motivazioni, quelle non devono, o non dovrebbero essere in nessun modo giudicate. Casey è uno che ha dato al motociclismo tantissimo (probabilmente più di quanto ha ricevuto), grazie a una guida straordinaria e a un controllo della moto fenomenale, unico, forse perfino irripetibile. Ma non basta: sui blog e nei commenti, Stoner viene descritto come un pazzo da rinchiudere, invece che come un campione da esaltare.


DOVIZIOSO: SEMPRE SOTTOVALUTATO


Il più sottovalutato è Andrea Dovizioso, al quale non basta essere stato nel 2011 e nel 2012 il primo degli “umani”, per ottenere il consenso del grande pubblico. Dovizioso non è un fenomeno, non è (ancora) all’altezza di Rossi, Stoner, Pedrosa e Lorenzo, ma è un ottimo pilota, uno che sta provando in tutti i modi a superare i suoi limiti di guida, limiti che Andrea riconosce con la massima onestà. Le sue analisi sono sempre precise e oneste, ma questo non gli evita insulti di ogni tipo: eppure, nella MotoGP, quindi nel campionato dove ci sono indiscutibilmente i migliori del mondo, sono più i piloti più lenti di lui di quelli più veloci.
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