Nico Cereghini: "Apre la stagione: riprendiamo a salutarci!"

Nico Cereghini: "Apre la stagione: riprendiamo a salutarci!"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
E’ una bella abitudine che ci caratterizza da sempre, e se la perdiamo facciamo un danno a noi stessi. Non dobbiamo cedere alla cultura imperante, che corre a manetta verso una società divisa e ostile | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
26 marzo 2013

Punti chiave


Ciao a tutti! Sembra purtroppo che anche la Pasqua sarà nuvolosa e umida, ma prima o poi finirà di piovere e finalmente potremo scorazzare come più ci piace, sulle strade asciutte e senza infilare la tuta impermeabile. Con tanta fatica in più per la crisi, certo, e meno benzina nel serbatoio, ma al più tardi ad aprile la stagione ufficialmente riaprirà.

Come sempre, ci sono alcune raccomandazioni di rito che ci passiamo reciprocamente tra motociclisti. Quando ero un ragazzino, c’era soltanto Motociclismo che elencava tutte le operazioni da fare intorno alla moto a primavera. Pulizia, gomme, batteria e avanti così. Oggi sono tante le fonti di informazione, ma sono aumentati anche quelli tra noi che usano la moto dodici mesi all’anno, e del resto non conosco nessuno che prepari ossessivamente la moto per l’inverno come si faceva una volta. Sgonfiate le gomme, si diceva di sollevare la moto dal suolo con due cavalletti, e poi come minimo togliere la batteria, svuotarla dell’acqua distillata e riporla in luogo fresco e asciutto. Neanche fosse il bulbo dei tulipani.

Io, da fratello maggiore di tanti motociclisti, voglio limitarmi a pochi consigli. La pressione delle gomme, va bene, ma occhio prima di tutto alle strade, che l’inverno e l’incuria hanno reso sempre più simili a quelle di Kabul; attenti agli automobilisti, che sul piano dell’educazione non sono certamente migliorati in questi ultimi mesi; e infine badate anche di più ai cartelli e ai limiti di velocità. Tolleranza zero sta diventando la parola d’ordine, e non solo per un fatto di cultura: i comuni sono senza soldi e sempre più spesso faranno cassa a nostre spese.

Ma la raccomandazione più sentita che ho da farvi è un’altra. Riprendiamo a salutarci quando ci incrociamo sulle strade, come si faceva fino a pochi anni fa. Io sollevo da sempre la mano sinistra, non sarà quel secondo a compromettere la mia sicurezza, ma se proprio non ve la sentite di togliere la mano dal manubrio (la legge punitiva 168/05, per quanto imbecille, resta in vigore) basta un lampeggio, o basta alzare il piede sinistro come fanno in Francia. Però salutiamoci.

Almeno tra noi facciamo gruppo, trasmettiamoci coraggio: un cenno di saluto può significare molto


Lo so, non siamo un popolo omogeneo. Ci sono quelli che non salutano per principio, quelli che prima di salutarti scrutano la tua moto per essere certi che sia della loro stessa marca, o che non sia uno scooterone, non si sa mai. E quelli che hanno la tendinite e anche quelli che speriamo che gli venga, tanto sono antipatici. Ma salutarci tra noi ha un significato che resta valido: condividiamo una bella passione. Veleggiamo verso una società sempre più ostile e divisa, li vedete anche voi i segni della progressiva diffidenza e della prevaricazione. Almeno tra noi facciamo gruppo, trasmettiamoci coraggio: un cenno di saluto può significare molto, e se qualcuno di noi è in difficoltà non lo lasceremo solo.

Foto: Alberto Luppichini