Rossi in cattedra: “La velocità genera libidini e un pizzico di rischio”

Rossi in cattedra: “La velocità genera libidini e un pizzico di rischio”
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
E' di Valentino Rossi una delle 100 definizioni d'autore presenti nel nuovo vocabolario della Zanichelli. Riguarda la parola Velocità che viene descritta in modo del tutto originale e lascia capire molto del Rossi pensiero
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
9 settembre 2015

«Aprite il vocabolario alla lettera V, andate alla parola velocità e leggete». Dovesse capitare in un'aula scolastica, l'anno 2015-2016 sta cominciando in questi giorni nei diversi istituiti italiani, chi avrà fra le mani la nuova edizione del vocabolario Zanichelli della lingua italiana, il celebre Zingarelli, ci troverà il contributo di Valentino Rossi.
Lo Zingarelli è uscito infatti in edizione 2016 con con le sue 144.000 voci e 380.000 significati. Ci sono 500 nuove parole e ce ne sono altre 3.000 segnalate come da salvare. E ci sono appunto le nuove 100 definizione d'autore, scritte non solo da chi appartiene al mondo accademico ma da persone note per la loro attività: cantanti, sportivi, artisti, imprenditori, giornalisti, attori, scrittori, filosofi, critici, designer, eccetera. Si comincia con Giorgio Armani e si termina con Gustavo Zagrebelsky, a ciascuno di loro è stata chiesta la definizione di una parola in qualche modo attinente alle conoscenze ed esperienze dirette.
Un modo per rendere più attraente, e completo, un tomo utile ma il più delle volte guardato con noia dagli studenti
 


La parola “Velocità”, guarda caso, è stata destinata al campione di Tavullia. Per lui la definizione di velocità è: “Comporta movimento. Del riflesso, del pensiero, dell'attenzione, del gesto. Genera vantaggi, libidini, un pizzico di rischio, un piacere esclusivo. Il piacere di guadagnare qualcosa per raggiungere qualcosa. Un traguardo, un compimento. Velocità come eliminazione dei tempi morti, del tempo perduto, della noia, talvolta. Velocità come sistema di vivere, di vincere, di stare al mondo, essendo il mondo in piena accelerazione. È un'aspirazione e, spesso, una scelta, oppure un'attitudine che amplifica sensazioni, reazioni, gusto. La velocità costringe a una cura adatta, a una capacità specifica, altrimenti comporta un errore, una caduta, un rimpianto. Ci vuole testa e fisico, per la velocità. Quella padronanza che permette di apprezzare la lentezza, quando essere veloci non serve affatto”.

Una serie di riflessioni che raccontano il Rossi pensiero più di molte interviste.