Romano Fenati domina la Moto3

Romano Fenati domina la Moto3
Giovanni Zamagni
Una sola parola per definirlo: impressionante! E a dirlo, non è uno qualunque, ma Valentino Rossi, nove titoli mondiali e 105 GP vinti | G. Zamagni, Jerez
29 aprile 2012

Punti chiave


“Una sola parola: impressionante! - è il commento di Valentino -. Sembra un pilota che corre da dieci anni: dare due secondi al giro agli altri quando sei davanti di 15”, significa che ne hai un bel po’ più degli altri. E’ andato veramente forte, gli faccio grandissimi complimenti: da tanto tempo non si vedeva un pilota arrivare al mondiale e fare così tanta differenza alle prime gare”.

Nel paddock, i complimenti per Fenati si sprecano: tutti sono increduli di fronte all’impresa del sedicenne pilota di Ascoli Piceno, alla sua seconda gara nel motomondiale. L’unico a rimanere tranquillo è proprio lui, Romano: un’altra conferma di un carattere e di una determinazione straordinaria.


Romano ci credi? Primo, a Jerez, a casa degli spagnoli!
“Non c’è mai profeta in casa! E’ stata una bella gara, anche perché mi sembrava di essere tornato al CEV (il Campionato Spagnolo, NDA) dell’anno scorso, quando lottavo con Rins e Marquez (Alex, il fratello di Marc, qui al via con una wild card, NDA). Non sono partito molto bene, ma ho cercato di rimontare subito e alla seconda staccata ero quarto (partiva dal decimo posto, NDA). Ho preso un paio di rischi, ma è stata una bella gara. Li ho fatti andare avanti, ma dove vedevo che potevo andare più forte forzavo e dove bisognava usare la testa alleggerivo il gas. Io con l’acqua non ho molta esperienza, mentre i miei rivali hanno girato parecchie volte con la pioggia e volevo vedere come andava”.


E’ l’emozione più grande della tua vita sportiva?
“Sì, perché vincere la seconda gara è una bella cosa”.


Sei anche in testa al mondiale…
“Sì, sono in testa al mondiale e adesso… più testa che mai!”.
 

Chi devi ringraziare, oltre a te stesso, per essere qui oggi?
“La famiglia, il team, soprattutto i miei meccanici, la Federazione che mi è stata veramente molto vicina”.


Adesso si va in Portogallo con quale spirito?
“Intanto prima torniamo a casa: devo dire a mia mamma di lasciarmi tranquillo domani mattina… Poi si va in Portogallo, su una pista che non conosco: vediamo di andare forte da subito”.


Da qui in poi si correrà su molte piste per te nuove, ma in Qatar, che non conoscevi, si è visto che ti adatti velocemente.
“Riesco a memorizzare molto velocemente i circuiti. Bisogna andare lì con la consapevolezza di essere primo nel mondiale e ogni minimo errore potrebbe essere fatale”.


Tanti campioni italiani della MotoGP ti hanno fatto i complimenti…
“Sono veramente contento: l’anno scorso li guardavo in tv e oggi ci parlo”.


Ci hai pensato che eri in testa o era una gara come un’altra?
“Una gara come un’altra. All’inizio pensavo al consumo delle gomme e non volevo essere in difficoltà negli ultimi giri e ci metti un attimo a perdere la gara. Gli ultimi due o tre giri la moto scivolava molto…”.


Per forza, continuavi a girare due secondi più forte degli altri, nonostante avessi 30 secondi di vantaggio! Te lo davano il distacco sulla tabella?
“Sì, ma a me sembravano 3 secondi e non 30: non vedevo bene la tabella, perché era proprio all’uscita della curva. Quando mi sono girato e non ho visto nessuno, ho detto: ahhh, non è che ho fatto un giro in più, come mi era successo in Qatar nelle libere”.


Insomma, è una gara come un’altra…
“Sì, solo che si chiama Campionato del Mondo”.

Beh, una bella differenza!
“Cambia solo il nome”.


Anche gli avversari.
“Ma per il resto è uguale”.


La dedica?
“A mio nonno Romano, che mi ha sempre accompagnato alle gare, fin dai tempi delle minimoto, da quando avevo quattro anni, mi ha portato nelle piste di tutta Italia. Poi siamo passati alle MiniGP, poi alle 125: sempre lui mi ha accompagnato. E vorrei fare un saluto al mio amico Francesco Ferretti che oggi compie 15 anni”.

Mai nessuno ti ha detto di fare uno sport meno pericoloso?
“Quando mi sono rotto la mia prima clavicola, mamma mi ha detto: datti al tennis! Avevo 8 o 9 anni. Poi ce ne sono state delle altre: in totale quattro fratture, una a sinistra e tre a destra”.

Ti aspetti grandi feste a casa?
“Sì. Adesso devo chiamare mamma e dirle che mi deve lasciare tranquillo a casa domani mattina”.


Questa settimana niente scuola?
“Faccio il secondo anno di liceo linguistico e vado abbastanza bene. Ma domani è festa, poi c’è il 1 maggio e poi si parte per il Portogallo: questa settimana va di lusso”.
 

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