Da Zero a Dieci. Il GP di Brno 2016

Da Zero a Dieci. Il GP di Brno 2016
Giovanni Zamagni
Numeri, statistiche e voti sul GP della Rep. Ceca, un modo per ripercorrere quanto accaduto a Brno, non solo in pista e non solo in MotoGP
23 agosto 2016

MOTOGP: SI CADE POCO

Nonostante i problemi con le gomme Michelin, in MotoGP si cade poco e in ben tre turni – FP1, QP e WU (disputato sul bagnato) – non si sono registrare scivolate. In totale, sono state poche le cadute nei tre giorni del fine settimana di Brno: 2 nelle FP2, 2 nelle FP3, 2 nelle FP4 1 una sola in gara, per un totale di 7. Anche questo può essere un elemento utile nel giudizio sulle Michelin.

ZERO COME LE CADUTE IN MOTOGP IN FP1, QP E WU

 

UN SUCCESSO STORICO

Quello di Cal Crutchlow è stato indubbiamente un successo storico, con tanti dati da ricordare: è il primo del pilota britannico in MotoGP (e più in generale nel motomondiale, venendo dalla SBK…); è il primo in questa categoria del team Cecchinello; è il primo di un pilota britannico nella massima cilindrata dopo 35 anni (il precedente a riuscirci era stato un certo Barry Sheene…). Inoltre, i sette giri effettuato al comando, sono stati i primi davanti a tutti di Crutchlow. Insomma, tante bellissime novità.

UNO COME LE VITTORIE DI CRUTCHLOW E DEL TEAM CECCHINELLO (IN MOTOGP)

 

DUE DOPO DIECI ANNI

Fino al GP d’Olanda di quest’anno, l’ultimo pilota a riuscire a vincere in sella a una MotoGP di un team satellite era stato Toni Elias nel GP del Portogallo del 2006. Così, ha dell’incredibile che dopo dieci anni, in appena 11 GP, già due piloti di squadre non ufficiali siano riusciti a salire sul gradino più alto del podio: Miller in Olanda, Crutchlow in Rep. Ceca. Solo circostanze favorevoli o merito anche dei nuovi regolamenti? Il dibattito è aperto.
 

Shuhei-Nakamoto
Shuhei-Nakamoto


LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Dall’inizio dell’anno, le Case giapponesi – e la Honda in particolare – continuano a ripetere che le appendici aerodinamiche non servono a nulla, sono pericolose e fanno solo aumentare i costi, senza nessun riscontro per la produzione di serie. Una tesi ripetuta anche venerdì da Shuhei Nakamoto durante una conferenza stampa con i costruttori organizzata dalla Dorna, tesi smentita con grande fermezza dall’ingegnere Gigi Dall’Igna. Che quella della Honda sia solo una scusa è confermato dai fatti: sabato, sulla RC213V di Marquez sono comparse nuove, enormi alette (che completavano un inedito cupolino), utilizzate in gara dal pilota spagnolo («i benefici, in questo caso, erano evidenti» ha poi sottolineato Marc). Insomma, che non servano a nulla e tutto il resto è solo una scusa: si è voluto togliere un vantaggio che la Ducati si era conquistata con l’ingegno e il lavoro. Mia mamma mi dice sempre: le bugie hanno le gambe corte…

TRE ALLA HRC E A NAKAMOTO

 

SCELTE INCOMPRENSIBILI E POCA COSTANZA

Tornare in MotoGP dopo sette anni di assenza è difficilissimo e i problemi incontrati dalla Michelin sono, forse, assolutamente normali, anche perché si arrivava da sette anni di monogomma Bridgestone, che aveva raggiunto un livello pazzesco. Più di quello accaduto domenica – il GP si è effettivamente corso in condizioni particolari e, ad onor del vero, c’era l’alternativa alla morbida anteriore, a mio modo di vedere la Michelin è criticabile per due motivi: 1) Scelte incomprensibili; durante il warm up – quindi ben prima di sapere come sarebbero state le condizioni della gara – tutti, nessuno escluso, i responsabili tecnici dei team non capivano perché non fosse stata portata la media anteriore da bagnato, già utilizzata al Sachsenring, e si fosse optato per la dura, mai provata prima. E’ per questo motivo che in pochi hanno scelto quest’ultima per la gara; 2) Mancanza di costanza e qualità; sono tanti gli episodi che un pilota monta una gomma “fallata”: a Brno, per esempio, è successo sicuramente in qualifica a Dovizioso e nel warm up a Iannone.

QUATTRO ALLA MICHELIN

 

UN ERRORE CHE CI PUO’ STARE, MA…

Cadere sul bagnato è facilissimo, non ci sia pilota che non abbia sbagliato in queste condizioni. L’errore di Brad Binder in Moto3 è stato però piuttosto grave: Binder aveva un bel vantaggio (oltre 1”5), non aveva rivali diretti nel mondiale alle spalle, poteva permettersi di amministrare, ma al 15esimo giro è scivolato. Il suo vantaggio in classifica rimane molto grande, ma a Brno aveva la possibilità di chiudere quasi definitivamente il campionato.

CINQUE A BINDER
 


UN ANNO DA RICORDARE

In aggiunta a quanto scritto al punto due, va sottolineato come Crutchlow sia il sesto vincitore differente in questa stagione (è un primato), il secondo al primo successo nel motomondiale, il terzo al primo in MotoGP. Inoltre, nelle ultime sei gare hanno trionfato sei piloti differenti: Lorenzo in Italia, Rossi in Catalunya, Miller in Olanda, Marquez in Germania, Iannone in Austria e Crutchlow in Rep.Ceca

SEI COME I VINCITORI IN MOTOGP

 

SUL BAGNATO E’ COMPETITIVO

Come era già accaduto in Olanda, Mattia Pasini ha conquistato il quarto posto in Moto2, eguagliando così il miglior risultato in carriera in questa categoria. Mattia, in passato vincitore di gare in 125 e 250, è un pilota molto veloce, ma purtroppo penalizzato dalla mancanza di forza al braccio destro: per questo, sull’asciutto, fa molta fatica con le 4T, decisamente più pesanti delle 2T. Ma Pasini è in crescita, anche sull’asciutto: che il risultato di Brno sia di buon auspicio per vederlo davanti anche con le slick.

SETTE A MATTIA PASINI

 

MOTO3: SEMPRE PIU’ INCERTA

Se in MotoGP registriamo il dato storico di sei vincitori differenti, in Moto3 sono già 8 in appena 11 gare: non ho le statistiche per dire che è un evento mai accaduto prima, ma, sicuramente, è qualcosa di insolito. Fino adesso sono saliti sul gradino più alto del podio: Binder (3 volte), Pawi (2) Antonelli, Fenati, Bagnaia, Navarro, Mir e McPhee (tutti una volta ciascuno)

OTTO COME I VINCITORI IN MOTO3

 

TALENTO E REGOLARITA’

Sempre in Moto3, vanno esaltate le prestazioni di Fabio Di Giannantonio, 17 anni (compirà i 18 a ottobre), romano trasferitosi in romagna a fianco del capo tecnico del team Gresini Fabrizio Cecchini, alla sua prima stagione iridata completa (ha debuttato a Valencia 2015): sul bagnato, Fabio ha conquistato il suo terzo podio (non male in appena 11 GP!), dopo i due sull’asciutto ottenuti al Mugello e ad Assen. Di Giannantonio conferma di avere talento, ma anche grande costanza di rendimento, qualità tutt’altro che scontata alla sua età e in Moto3. Bravo davvero, speriamo che si mantenga così.

NOVE A DI GIANNANTONIO
 


PASSIONE, DEDIZIONE, CORAGGIO

Ancora una volta, sul gradino più alto della classifica sale Lucio Cecchinello, che può festeggiare il suo primo successo in MotoGP, dopo aver sfiorato il titolo in 125 e in 250 (con Casey Stoner). Lucio - come ho già detto altre volte, ma mi piace ripeterlo e sottolinearlo nuovamente – è un esempio di passione per quello che fa, dedizione assoluta per dare il massimo supporto possibile al suo pilota, coraggio nell’intraprendere un’attività tra le più costose e rischiose in assoluto. Uno così, la HRC se lo deve tenere ben stretto.

DIECI A CECCHINELLO