Sardegna Rally Race. Botturi manca la grande occasione, e Marc Coma vince e allunga

Sardegna Rally Race. Botturi manca la grande occasione, e Marc Coma vince e allunga
Piero Batini
  • di Piero Batini
Per poco Alessandro Botturi non riesce nell’impresa di rivoluzionare il Rally di Bike Village a un giorno dalla fine. Non tutto fila liscio, e l’ufficiale KTM spagnolo si stacca dal gruppo per affrontare in fuga l’ultima tappa | P. Batini
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4 giugno 2013

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Arborea, 4 giugno. Tutto poteva succedere, e per poco non accadeva davvero. Un Pilota vicino al “colpaccio”, e per di più italiano, Botturi. Poi, all’ultimo momento, tutto è tornato come prima. Solo un po’ più di prima. La trama della quarta tappa del Sardegna Rally Race sembra un romanzo di Umberto Eco. Capitoli “spessi” e descrittivi che si alternano a veri e propri passaggi thriller. Così i tempi, i ritmi e i ruoli, che nella quarta tappa da Arborea a Sa Itria hanno mostrato facce diverse nei due passaggi delle due prove speciali disputate. Diverse anche le situazioni emotive generate. Entrambe erano lunghe e difficili, ben ambientate, e come sempre in questo come nei precedenti “Sardegna”, assai complesse dal punto di vista della navigazione. Di lunghezza e conformazione, però, diverse. 120 KM per la prima, una cinquantina per la seconda, e un fine tappa coincidente con uno dei “segreti” del Sardegna Rally Race, il bivacco al santuario di Sa Itria. Un altro mondo, o un altro cambio di mondo, della Corsa che offre non solo un’opzione agonistica per certi versi strabiliante, ma che prende per mano la carovana come una scolaresca e se la porta a spasso per i posti più belli di un’Isola che i concorrenti scoprono, ogni volta di più, meravigliosa. Dai, andiamo avanti.

Il colpaccio lo aveva praticamente annunciato Botturi. L’ormai collaudato “ci provo”. Otto minuti da recuperare niente meno che a Marc Coma. Naif e ambizioso, ma non sbruffone, Botturi si prefigge un’impresa che si può anche considerare impossibile. Per metà della prima speciale, invece, Botturi fa sognare, e vola sulle anse del percorso, ma anche sui sassi e in mezzo alla vegetazione “tropicalizzata” dalla lunga stagione delle piogge, con spettacolare efficacia. Parte indietro, dalla decima posizione, e lancia l’assalto agli avversari partiti prima di lui. Ognuno di questi vale due minuti, e il “Bottu” inizia a buttarli giù uno a uno come fa la pallina del flipper. Una volta avvistati, diventano obiettivi e, una volta sorpassati, pratiche archiviate. Despres, Vogel, Ceci. A metà della PS il gioco diventa pesante, da diretta alla radiolina attaccata all’orecchio. Ad un tratto l’audio sparisce, non se ne sa più nulla, e le prime, frammentarie notizie riferiscono di Botturi fermo. L’impresa finisce tra le maglie di una rete stesa per terra, che la Yamaha di Botturi “fa su” in un attimo prima di bloccarsi. I colleghi si fermano, lo aiutano a districarsi, anche Rodrigues, ammirato dalla velocità di questo “pivello”. Tutto da rifare, questa volta diventa davvero impossibile, ma ormai c’era, e Alex riparte con la stessa foga. E tutto svanisce di nuovo, questa volta già tra gli assistenti e gli spettatori a un chilometro dalla fine. Benzina, il serbatoio è vuoto. Peccato, e bravo Botturi. Ha messo in gioco un obiettivo facilmente raggiungibile e quasi sicuro, il podio, per alzare l’asticella e passare oltre.

All’ombra della campagna scatenata da Botturi passa quasi inosservata le bella gara di Joan Pedrero, che per un attimo accarezza l’illusione del secondo posto della generale fino alla seconda PS, quando lo spagnolo si perde e rientra nei ranghi. Ci si accorge appena che Cyril Despres è caduto, ed è andato anche lui, come uno dei tanti, a “pascolare” fuori dalla traccia disegnata da Willi. Il tempo per dispiacersi del ritiro di Jordi Viladoms è anch’esso limitato. Lo spagnolo che aveva vinto lo scorso anno è caduto e ha battuto la testa. Gli sembrava di star bene ed è ripartito, ma quando ha iniziato ad incrociare i Piloti che lo seguivano, cioè tornando indietro, ha ritenuto che fosse uno star bene relativo. Completamente ristabilito, Jordi rientra verso casa, questa volta nella direzione giusta.

Passata l’ondata di emozioni, e tornati con i piedi per terra, ci si accorge della gara di cui si è reso protagonista Marc Coma, nell’immancabile bella rappresentazione di se stesso. È lo spagnolo che vince la prima speciale, è il Campione del Mondo che con nonchalance regola il conto nel secondo settore cronometrato, vinto dalla nuova furia omicida di Botturi, il tre volte vincitore della Dakar che si aggiudica la quarta tappa, ed è il più che probabile vincitore del Sardegna Rally Race 2013 che si avvia con dieci minuti di vantaggio sul primo inseguitore verso il bivacco mozzafiato di Sa Itria. C’è il sole, pioverà qualche schizzo, la pantagruelica grigliata nel prato del santuario sarà un altro momento indimenticabile del Rally, e la notte in tenda ricordata per il freddo pungente.


I temi per la tappa conclusiva del Rally, tra sa Itria e San Teodoro, non mancano. A parte che Botturi ha promesso che non si darà per vinto sino all’ultimo chilometro, somatizzando uno dei principi base dei Rally-Raid, restano molte porte aperte ad un ulteriore, drastico aggiustamento dei valori in campo. L’ultima tappa contempla una sola speciale, ma lunga ben oltre 200 chilometri. Dal satellite è un serpente contorto e annodato di piste, e d’altra parte la promessa della navigazione è valida anche per l’ultimo impegno. Niente di più facile che sia una tappa chiave, e comunque decisiva. L’attacco alla leadership può essere considerato obiettivo da kamikaze, ma ben sei Piloti, e cioè Gonçalves, Despres, Pedrero, Ceci, Mancini e lo stesso Botturi, ripresi ordinatamente dalla generale ad una tapa dalla fine, hanno tutti i chilometri che vogliono per contendersi almeno due gradini del podio. Dopo 600 chilometri e oltre dodici ore di prove speciali sono racchiusi nel piccolo spazio di meno di tre minuti.

C’è da prevedere che, nella piazza del vecchio municipio di San Teodoro, dove è già allestito l’arco di trionfo del sesto Sardegna Rally Race, l’attesa sarà nervosetta.
 

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