I cinque numeri di gara indimenticabili

I cinque numeri di gara indimenticabili
Marco Berti Quattrini
Ci sono numeri di gara scolpiti nella storia del motociclismo e nella memoria degli appassionati di ogni età. Noi ne abbiamo scelti una manciata, anche di tristemente speciali. Iniziamo dai campionissimi made in Italy
5 agosto 2015

  "46" Più che un numero di gara è ormai un brand che fa battere il cuore e simbolo – inutile negarlo – anche di un notevole indotto commerciale. Stiamo ovviamente (ovviamente!) parlando della tabella di Valentino Rossi, VR46! Il campione di Tavullia ha sempre corso con il 46, anche quando ha avuto la possibilità di scegliere il numero 1 di campione del mondo. Valentino ha eletto il 46 perché era il numero di gara con il quale correva Graziano, suo padre. Secondo la Smorfia, al numero 46 corrisponde “il denaro”.

 

"222" Altro numero da campione assoluto! Dai cordoli passiamo alla terra e al fango, anzi a “velocità, fango e gloria”, come recita il motto di churchilliana assonanza che Tony Cairoli ha tatuato sulla schiena. L’otto volte campione del Mondo MX ha corso fin dall'esordio con il numero 222 tranne nel 2005, quando vinse il titolo MX2 con la tabella numero 3. Gli portò sfortuna invece il numero 1 che scelse l'anno successivo, quando dovette cedere il primo posto in classifica a Pourcel. Tony scelse il 222 perché era il numero inciso sul telaio della sua prima moto. “222”, per la cronaca, è anche il titolo di una canzone di Paul McCartney pubblicata in Memory Almost Full nel 2007. https://www.youtube.com/watch?v=_sDyS_jf-fI

 

"0" Con le parole di Nico Cereghini raccontiamo la storia del numero 0 e di Phil Read“Perso il titolo 1974, andato al detestato Read davanti a Bonera, Ago avrebbe trovato nel secondo anno una MV ancora tosta e una rivale inattesa: la fortissima Suzuki. La RG quattro cilindri era al secondo anno di vita, piloti ufficiali erano Barry Sheene e Tepi Lansivuori, già in pole all’esordio al Castellet. Ricordo bene quel giorno: debuttavo nel mondiale, partivo malissimo con la bicilindrica Suzuki, la Jada che era stata di Findlay tosta da avviare a spinta, e finii diciannovesimo e doppiato. La mia peggior gara. Ho una foto da qualche parte: in quel momento casualmente precedo Read che sta inseguendo Ago e il suo scudiero Kanaya, e sulla MV dell’inglese campeggia il numero zero. Eh già, perché allora si andava a casaccio, a Giacomo Agostini avevano assegnato il numero 2, l’1 a Lansivuori, e Phil si arrabbiò: «Il campione del mondo sono io! Se non mi date l’1 io mi prendo il numero che viene prima, cioè lo zero».”.

 

"7" Solo perché fu il primo pilota a rinunciare al numero 1 per tenere il suo Lucky 7 basterebbe a Barry Sheene per entrare di diritto nella nostra piccola classifica. Il Baronetto inglese è diventato negli anni Settanta una leggenda delle due ruote grazie alle sue imprese dentro e fuori dalla pista. «Il 7 mi porta fortuna e non c'è motivo per sostituirlo» diceva spesso. Dopo la sua morte, nel 2003 a soli 53 anni, Valentino Rossi, suo grande ammiratore, lo omaggiò mettendo il 7 sulla carena e portando sul podio in Australia una grande bandiera con il numero di Barry.
Leggenda narra che un grande rimpianto di Sheene sia stato il non riuscire ad eguagliare il suo numero di gara in camera da letto con la sua bellissima moglie Stephanie McLean (Penthouse Pet of the Year nel 1971). La stessa leggenda, però, riporta che ci sia andato molto vicino... fermandosi a 6 (!).

 

Ci sono numeri che non vedremo più in pista, ma indimenticabili e indimenticati da tutti i tifosi. Proprio per il legame che esiste tra i piloti e i loro numeri di gara, infatti, solo in rare occasioni la FIM ha deciso di ritirarli. Il numero 34 di Kevin Schwantz, ad esempio, è stato ritirato dalla classe 500/MotoGP quando il pilota americano ha appeso il casco al chiodo. Schwantz usò il 34 per tutta la sua carriera, abbandonandolo solo per il numero 1 di campione uscente. Altri numeri non si usano più in segno di rispetto nei confronti di piloti scomparsi in pista. E’ il caso del 74 di Daijiro Kato e del 58 di Marco Simoncelli. Il numero del pilota italiano è stato ritirato nel 2014 in occasione del GP del Mugello.

Da tempo si parla della possibilità che anche il 65 venga presto ritirato in omaggio a Loris Capirossi, che ha trascorso ben 22 anni di carriera nel Motomondiale. Loris, che ha sempre corso con il 65, è sceso in pista in occasione del suo ultimo GP prima nel 2011 con il numero 58 dell’amico Marco.