Yamaha R1 Ohlins 2WD

Aveva 150 cavalli e 2 ruote motrici. Era più veloce della standard sia sul bagnato che sull'asciutto, ma non se ne fece nulla. La storia della prima sportiva 2WD
3 giugno 2009


Yamaha R1 Ohlins 2WD
Lars Jansson
, responsabile del reparto Ricerca e Sviluppo della Öhlins, ha sollevato il velo che nascondeva l'incredibile Yamaha R1 2WD realizzata dall'azienda svedese nel 2001, su commissione della stessa casa di Iwata.
I colleghi inglesi di MCN hanno fatto luce su un prototipo che sembrava già pronto per la commercializzazione, se non altro in una piccola serie. Invece furono costruite solo due R1 2WD. Cerchiamo di capire perché.

Anni '90. Arrivano le moto a trazione integrale
Yamaha inizia a esplorare le due ruote motrici sul finire degli anni '80. Negli anni '90 nasce la collaborazione con Ohlins, che propone agli ingegneri giapponesi un sistema geniale, che raccoglie un'adesione entusiastica. Una piccola pompa ad alta pressione, collocata sopra il cambio, manda l'olio al motore idraulico, che si trova all'interno del mozzo della ruota anteriore. Questa, attraverso un ingranaggio che riduce leggermente il rapporto di trasmissione, viene messa in trazione dal motore. E non solo quando il pneumatico posteriore inizia a pattinare. I tecnici rilevano infatti uno slittamento della gomma posteriore quantificabile nello 0,5% già a 80 km/h, che diventa del 5% a 200 km/h. Solo quando spingiamo la moto possiamo dire di non avere slittamenti del pneumatico posteriore.
Prima della sportivissima Yamaha R1, Ohlins realizza due TT600R 2WD. Siamo nel 1999, ma per trovare la prima moto a due ruote motrici regolarmente messa in vendita dobbiamo attendere sino al 2004, quando debutta l'incredibile Yamaha WR450 2-Trac.
Ne vengono costruiti 250 esemplari, ma anche per il prezzo di acquisto elevato, trovano un'accoglienza molto fredda da parte dei fuoristradisti. La guida della 2-Trac è assai poco intuitiva, si dirà poi. E sarà proprio il flop commerciale della quattroemezzo a indurre i manager giapponesi a fermare il progetto R1 2WD.

Pro e contro
Dopo lo stop di Yamaha, Ohlins non si arrende, prosegue lo sviluppo dell'innovativo sistema idraulico e lo propone ad altri 4 costruttori, sia in Italia che in Giappone.
I collaudi della R1 2WD hanno infatti mostrato un potenziale elevatissimo. Vi diamo qualche numero: l'aggravio di peso è di soli 8 kg, la trazione sulla ruota anteriore arriva al massimo al 15%, mentre si perdono circa 2,5 cavalli.
Ma è il cronometro a fornire i riscontri più lusinghieri. Sul tracciato di Kelskoga, in Svezia, la R1 2WD guadagna 5 secondi al giro sulla standard su pista bagnata, 1 o 2 secondi con il fondo asciutto.
Inoltre la moto perde la tendenza a sottosterzare in uscita di curva, tiene meglio la traiettoria impostata e permette di accelerare prima.
Una curiosità: tenere la moto impennata è reso più semplice dall'effetto giroscopico della ruota anteriore.
Non sono tutte rose e fiori, però. I limiti più evidenti sono rappresentati dai costi, dall'eccessiva stabilità che la trazione integrale regala alla moto - i cambi di direzione dentro le chicane diventano "faticosi" - e dalla sensazione di eccessivo assorbimento di potenza da parte del motore idraulico, lamentata da diversi tester.

Torneranno le due ruote motrici?
Ohlins in teoria potrebbe realizzare e commercializzare un kit di trasformazione delle moto sportive da una a due ruote motrici. Ma non contiamoci troppo: da un lato le supersport di oggi sono così piccole da non presentare più lo spazio utile per ospitare i componenti del sistema 2WD; dall'altro il pubblico - perlomeno quello offroad - ha dimostrato di non gradire.

Andrea Perfetti

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