USA. Verso casa, "bed bugs" e buona musica

USA. Verso casa, "bed bugs" e buona musica
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Tutte le cose belle prima o poi finiscono, e anche il nostro meraviglioso Coast to Coast to Coast è arrivato al termine. L'ultima tappa, da Austin fino ad Atlanta, non è però stata priva di sorprese
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30 aprile 2014

Tutte le cose belle prima o poi finiscono, e anche il nostro meraviglioso Coast to Coast to Coast è arrivato al termine. L'ultima tappa, da Austin fino ad Atlanta, non è però stata priva di sorprese.
Innanzi tutto ad Austin ci siamo fermati un giorno in più: così come all'andata avevamo fatto scalo a Denver, al ritorno abbiamo eletto la capitale del Texas a nostra tappa di riposo.
Approfittando del fatto che sia Sandro non era mai stato ad Austin e considerando che sia io che lui siamo grandissimi appassionati di Blues e Rock & Roll, Austin era decisamente il posto migliore dove passare una giornata in più.

Il primo giorno abbiamo gironzolato per 6th Street, la zona più turistica dove un tempo si sono fatti le ossa musicisti come Stevie Ray Vaughan, Doyle Bramhall o i mitici Fabulous Thunderbirds. Adesso la scena è molto meno "culturale" e molto più goliardico/alcolica di quanto doveva essere nei primi Anni '80: ci sono una marea di locali con musica dal vivo, ma anche qui, come a New Orleans, il Blues ed il Rock stanno cedendo la mano alle cover band e agli immancabili karaoke, un vero magnete per gli asiatici.

Abbiamo quindi deciso di spostarci verso South Congress Avenue, al di là dal fiume, dove le radici musicali più pure sono ancora vive. Il mio locale preferito in questa zona è senza dubbio il Continental Club, nella cui saletta superiore in passato mi è già capitato di assistere ad una serata di Jimmie Vaughan (fratello di Stevie e fondatore dei Fabulous T-Birds) e dove ho trascinato Sandro, in estasi, a sentire del buon jazz/swing.
Il giorno dopo abbiamo fatto un giro lungo il fiume e abbiamo tributato un omaggio alla statua di Stevie Ray Vaughan, costruita dalla città nel 1994 in memoria del grande chitarrista texano. Pensate che c'è una associazione di volontari che se ne prende cura, tenendola pulita ed eliminando le erbacce tutto attorno. La statua si trova proprio di fianco al fiume in un bellissimo parco pieno di giovani che fanno jogging o giocano con i loro cani.

Da lì siamo stati attirati dal suono di una orchestra, e abbiamo scoperto che c'era in pieno svolgimento un concerto di big band swing proprio di fronte all'entrata del Long Center for the Performing Arts, giusto al di là della strada. Così ci siamo seduti sul pratone, in mezzo alla folla di appassionati locali giunti qui con tanto di sedie e tovaglie da picnic, e ci siamo goduti un'oretta di ottima musica, del tutto gratis.

Alla sera siamo invece andati a mangiare nel food truck park di Rainey Street, dove in una piccola area recintata ci sono un gruppo di venditori ambulanti con i loro camioncini, che offrono ogni tipo di cibo, dalle specialità locali fino alla roba etnica più strana. Rainey Street è anche la zona di Austin dove vanno tutti gli studenti e i "locals" per mangiare e divertirsi, ed è il cuore pulsante della vita notturna della città. Ci sono mille localizzi con musica dal vivo, club e ristoranti: c'è solo l'imbarazzo della scelta! Noi ci siamo fermati anche dal famoso Banger Sausage House & Beer Garden, dove in un giardino vagamente simile ad una birreria bavarese abbiamo assaggiato la loro salsiccia fatta in casa (niente di speciale...) ma soprattutto provato due o tre delle 100 birre alla spina che tengono sempre disponibili per la clientela. Di queste 100 almeno 40 le fanno ruotare con cadenza mensile, mantenendo un occhio di riguardo per le micro brewery locali.

Il giorno successivo è arrivato il momento di ripartire, ma non prima di aver preso un bel souvenir da portarci a casa: BED BUGS! Sì, la nostra stanza al Quality Inn era infestata e ce ne siamo accorti troppo tardi... Questi orribili animaletti, che sono una via di mezzo tra le pulci ed i pidocchi, si insediano nei letti di hotel ed ospedali e infestano un intero palazzo nel giro di poche ore. Una vera a propria calamità, che se ben ricordate ha quasi messo in ginocchio il business degli alberghi dell'intera New York City un paio di anni fa.


Con la sensazione di volerci strappare la pelle di dosso dal prurito ci siamo messi in strada, direzione Houston, da dove poi siamo entrati in Louisiana. Qui abbiamo dormito a Lafayette, la città simbolo dei Cajun, una popolazione francofona che giunse qui attraverso il Canada alla fine del 1700 per sfuggire alle persecuzioni religiose del re di Francia. La cena è stata un momento del tutto particolare: ci eravamo già seduti al tavolo di un ristorante messicano quando ho cambiato idea. Non ero arrivato fin qui per mangiare tacos e tortillas, volevo roba tipica locale! Grazie a Yelp abbiamo trovato il Blue Dog Cafè, intitolato all'opera del famoso pittore George Rodrigue (venuto a mancare lo scorso dicembre 2013). Oltre a poter vedere i quadri rappresentanti il noto cane blu, in questo locale si possono mangiare tutte, ma proprio tutte le specialità della cucina Cajun e creola. Imperdibile!

Da Lafayette, continuandoci a grattare come scimmie, siamo ripartiti alla volta di Pensacola Beach, dove abbiamo passato l'ultima notte in viaggio. Prima di arrivare in Florida abbiamo però fatto una tappa culinaria da Shaggy a Pass Christian, in Mississippi poco lontano da Biloxi. Questo locale, appollaiato su un pontile che sovrasta il porticciolo locale, l'avevo scoperto nel 2010 mentre guidavo da Los Angeles ad Atlanta in occasione del mio trasloco. Ambiente fantastico, vista sul mare memorabile (specialmente al tramonto), cameriere carine e ostriche eccezionali, che ti servono su un letto di sale grosso invece del tradizionale ghiaccio. Avevo portato Sandro qui nel 2012 e non ci siamo fatti scappare l'occasione per una ennesima scorpacciata.
Alla sera ci siamo infine fermati a Pensacola, dove abbiamo fotografato il tramonto e comprato polvere, sapone e spray anti pidocchi per provare a vedere se riuscivamo a sbarazzarci dei bed bugs (senza successo). Dopo cena siamo andati in spiaggia e ci siamo concessi il nostro solito sigaro, la "cerimonia" che conclude ogni nostro giro in moto.

Il giorno dopo, infine, abbiamo percorso le ultime sette ore che ci separavano da Atlanta e siamo rientrati alla base.

I bed bugs? Ce ne siamo liberati solo usando un getto a vapore professionale, col quale abbiamo spruzzato tutto, dall'abbigliamento agli stivali, dai caschi alle borse e al loro contenuto.

Pietro Ambrosioni

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