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L'esperimento di Colin Furze è la perfetta sintesi del suo stile: prendere una legge fisica elementare, come la repulsione tra poli magnetici uguali, e trasformarla in un oggetto meccanico estremo e visibile.
Sebbene Furze si autodefinisca un creatore di "cose fantastiche", lui stesso è consapevole di non aver inventato il concetto. L'idea di utilizzare magneti invertiti per creare un effetto molla circola da anni nei forum di ingegneria e tra gli inventori indipendenti. Il principio è quello che tutti abbiamo testato da bambini: provare a unire due magneti dal lato della stessa polarità e sentire quella forza invisibile, elastica e quasi "gommosa" che li respinge.
Perché questa idea continua a tornare a galla nonostante non sia ancora diventata uno standard industriale?
Curva di Progressione Naturale: La forza di repulsione magnetica aumenta esponenzialmente man mano che i magneti si avvicinano. In termini motociclistici o ciclistici, questo crea una sospensione progressiva ideale: morbidissima nella prima parte dell'escursione e quasi impossibile da "mandare a pacco" verso la fine.
Assenza di Contatto: A differenza di una molla in acciaio che si comprime o di una camera d'aria che scalda le guarnizioni, qui l'elemento elastico è il campo magnetico. Non c'è usura, non c'è attrito meccanico (il cosiddetto stiction) e non c'è perdita di efficienza dovuta al calore.
Tuttavia, come dimostrato dai test di Furze e di chi lo ha preceduto, il limite non è nella "molla magnetica", ma nello smorzamento. Una sospensione fatta di soli magneti è come una palla che rimbalza all'infinito; per funzionare su una moto o su una bici seria, deve essere accoppiata a un sistema (solitamente idraulico) che freni l'energia restituita dai magneti.
Il lavoro di Furze ha il grande merito di aver portato questa tecnologia fuori dai laboratori e dai brevetti polverosi, mostrandola a milioni di persone. Resta da vedere se qualche grande produttore di sospensioni — magari proprio nel settore motociclistico, dove il peso dei magneti è meno critico che nelle bici — deciderà di trasformare questo "giocattolo" da YouTube in un componente di serie.
Il video di Colin Furze mette in luce esattamente il "nervo scoperto" di questa tecnologia: il delicato equilibrio tra comfort magnetico e integrità strutturale.
Tagliare il telaio per inserire dei magneti trasforma una struttura solida in un insieme di elementi "galleggianti", e questo solleva tre grandi criticità che, nel mondo del motociclismo, diventano sfide ingegneristiche enormi.
Sostituire il classico monoammortizzatore o la coppia di ammortizzatori laterali con un sistema a repulsione magnetica è l'applicazione più logica. Ecco perché:
Punto di fissaggio salvo: a differenza della bici di Furze, il forcellone rimarrebbe infulcrato al telaio in modo tradizionale. Questo garantirebbe la rigidità laterale necessaria per la precisione in curva, lasciando ai magneti solo il compito di gestire l'escursione verticale.
Progressività Infinita: I magneti offrono una resistenza che aumenta esponenzialmente. In una moto, questo sostituirebbe i complessi leveraggi progressivi (come il Pro-Link di Honda), ottenendo una risposta morbidissima sulle piccole asperità e una resistenza estrema ai "fondocorsa".
Zero Manutenzione della "Molla": Un ammortizzatore a molla o ad aria può snervarsi o perdere pressione. Un magnete al neodimio di alta qualità mantiene la sua forza per decenni.
La Sfida dell'Asse Anteriore
Come hai giustamente ipotizzato, l'avantreno è molto più complesso. La forcella telescopica deve gestire non solo i dossi, ma anche le enormi forze di torsione e flessione durante le frenate violente.
Il problema della guida: In una forcella tradizionale, i tubi scorrono l'uno dentro l'altro. Inserire magneti all'interno dei foderi è possibile, ma la gestione del calore generato dall'attrito degli steli potrebbe alterare il campo magnetico.
Sospensioni Alternative: L'idea dei magneti anteriori funzionerebbe meglio su schemi non convenzionali, come il Telelever di BMW o il forcellone anteriore della Bimota Tesi. In questi casi, dove la funzione di sterzo è separata da quella di ammortizzamento, un "mono" magnetico sarebbe molto più facile da installare.
Resta però il limite che abbiamo visto nel video di Furze: la moto rimbalzerebbe come una molla senza controllo. Per essere applicabile, il sistema magnetico dovrebbe essere accoppiato a un freno idraulico.
Immagina un sistema ibrido: repulsione magnetica per il sostegno (molla) e fluido magnetoreologico per il controllo (ammortizzatore). Avremmo la prima sospensione al mondo totalmente priva di componenti meccaniche soggette a usura e controllabile istantaneamente via software.