Ride in the USA. Il "Day in the Dirt"

Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Il "Day in the Dirt" è una vera e propria festa del motocross, dove ogni anno partecipano centinaia di appassionati ad ogni livello
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
2 dicembre 2015
Lo scorso weekend sono andato a fare un giro al "Day In The Dirt" a Glen Helen, una manifestazione organizzata da Kenny Alexander ed arrivata alla sua 18ma edizione.
Sponsorizzato principalmente da Red Bull e Troy Lee Designs, il "Day in the Dirt" è una vera e propria festa del motocross, dove ogni anno partecipano centinaia di appassionati ad ogni livello. E quando dico ad OGNI livello intendo proprio questo: sul tracciato di San Bernardino è facile trovare calibri del livello di Weston Peick, Josh Grant o Zach Osborne gareggiare e divertirsi spalla a spalla con vecchie leggende come Ron Lechien o Ricky Johnson e semplici appassionati, di quelli che trovi a giare alla domenica sul campetto dietro casa.
 
Kenny Alexander, dicevo, è l’ideatore e promotore dell’evento. Stuntman molto apprezzato ad Hollywood (Iron Man, Fast and Furious, The Matrix Reloaded) Kenny è anche il creatore e proprietario di Fasthouse, un marchio in crescita nel mondo underground del motocross ed off road californiano. Da un’idea nata per far smotazzare “quattro amici al bar”, il DITD è diventato ormai un evento irrinunciabile per le due ruote artigliate nel sud della California, e attira centinaia di partecipanti suddivisi in una miriade di categorie. Dal Vintage al Two Stroke, dalla gara a coppie ai Mini, dalle donne fino ai Pro veri e propri.
 

 

 
Per l’occasione, il tracciato di Glen Helen viene completamente ridisegnato, al punto che i tempi sul giro passano i 5 minuti (Taylor Robert ha segnato sabato il tempo più veloce in 5'22”). Nel percorso viene inclusa tutta la pista di motocross, più la pista interna normalmente dedicata ad altri veicoli off-road e, come vedete dalle foto, ci sono ulteriori aggiunte intriganti, come ad esempio il tunnel (dove normalmente si formano diversi ingorghi).
Anche la procedura al via è diversa, ovvero niente cancelletto, ma partenze in gruppo “old style” come nelle vecchie gare nel deserto: mano della frizione sul casco e marshall che controlla tutti prima che venga data bandiera verde.

Per me la parte più bella, nonostante il freddo pungente di prima mattina (è pur sempre un deserto!) è stato rivedere in sella Rick Johnson e Ron Lechien, due dei tre idoli assoluti della mia gioventù (l’altro era Michele Rinaldi). Ovviamente la pancetta ha assunto ormai un ruolo prominente (in tutti i sensi) nella loro postura in sella e lo stile di guida non è più quello di una volta, ma rivederli in pista è sempre bello.

 

 

 

Bello anche rivedere Troy Lee smanettare sulla sua KTM numero 25, proprio come quando qualche anno fa si cimentava in qualche gara di AMA Supermoto. Adesso basta con le parole, godetevi la gallery.
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