MIPS. Il nuovo sistema svedese di sicurezza per i caschi

Siamo corsi in Svezia, a Stoccolma, per incontrare i tecnici e gli ideatori del MIPS, il primo vero innovativo sistema di sicurezza per i caschi dell'era moderna.
2 agosto 2019

Correvano i primi anni del Novecento e i piloti di moto iniziarono a utilizzare i caschi in cuoio rigido, in luogo di quelli morbidi. Aggettivarli come protettivi è davvero un enorme volo di fantasia. Fatto sta che rappresentarono un piccolo passo verso una maggiore sicurezza. Fino ad allora la protezione era affidata caschetti realizzati in pelle sottilissima ... una vera follia. Poi arrivò il sughero, il poliestere, la fibra di vetro, il carbonio. Oggi i caschi offrono una buona protezione in caso di urto e prevengono le fratture craniche. 

L'unica cosa che i moderni caschi non riescono ancora a ridurre sono i traumi celebrali provocati dallo scuotimento, dalle decelerazioni, dallo "shakeraggio" del cervello all'interno del cranio. Shakeraggio inevitabile a seguito di una caduta e che provoca molto spesso lesioni difficilmente prevedibili. In questi casi il nostro cervello si lesiona, si infiamma. Una lesione di questo tipo è ancora più pericolosa perchè difficile da valutare, contenere, riparare.

Hans von Holst, neurochirurgo svedese, negli anni 90 attraversò un periodo di profonda frustrazione, trovandosi a dover curare molti motociclisti che, a seguito di incidenti stradali, non riportavano alcuna frattura evidente al cranio ma importanti danni celebrali. Iniziò così il suo percorso di studio, ricerca, analisi e nel 1996 iniziò a studiare la relazione tra i danni al cervello e la costruzione dei moderni caschi da moto.

Assieme al connazionale Peter Halldin, ricercatore del Royal Institute of Technology decise di studiare un sistema che permettesse di proteggere il cervello dai traumi provocati dai moti rotazionali generati dalle cadute. Tutto il problema ruotava attorno agli impatti angolari e fu proprio questa svolta epocale nel considerare l'impatto (non solo perpendicolarmente) che permise ai tecnici e dottori svedesi di comprendere come un sistema che riducesse le forze rotazionali poteva essere la strada giusta per ridurre i traumi e i danni subiti dai motociclisti. 

Capirono che rendendo leggermente mobile la testa all'interno del casco grazie a un layers a basso attrito posizionato tra l'imbottitura e il polistirolo, queste forze angolari potevano essere dissipate. 

Oggi MIPS, acronimo di Multi-Directional Impact Protection System, con sede a Stoccolma, è una azienda di circa 30 persone, tutte giovani, appassionate, motivate, che cercano di salvare vite umane o meglio, cercano di rendere la vita dei motociclisti incappati in un trauma, più serena e vivibile. Oggi MIPS sviluppa sistemi di protezione dedicati a ciascun modello di casco da moto, bici, football, equitazione, lavoro, skate, montagna ect ect. Sì perchè ogni casco è diverso dall'altro per costruzione, forma, materiale. 

Un' osservazione dei tecnici MIPS ci ha fatto pensare e sorridere: in natura, il picchio, batte sulle cortecce delle piante con una forza impressionate, circa 1000 G, ma ovviamente non si procura alcun trauma, grazie alla presenza di partciolari cartilagini che ammortizzano i colpi. Ecco che in buona sostanza il sisteam MIPS non ammortizza l'urto ma proprio come il becco del picchio, cerca di dissipare la grande energia accumulata durante l'impatto. Purtroppo i moderni test omologativi analizzano solo l'energia e il danno provocato sulla calotta da un impatto verticale, non angolare.  Ebbene sì perchè, come  ci siamo detti, l'impatto frontale o perpendicolare può provocare delle fratture o contusioni ma quello angolare può portare a ematomi, infiammazioni celebrali.

Per sviluppare il sistema MIPS ci si è ovviamente basati sui test di laboratorio, sui programmi di simulazione ma anche confrontando i dati dei simulatori con test da impatto con teste di donatori. 

Oggi l'interesse delle aziende produttrici di caschi verso questo sistema è sempre più alto. Basti pensare che quando MIPS nel 2002 si presentò a EICMA per la prima volta, nessun "cascaro" sembrò molto incuriosito da questo sistema innovativo di protezione. Oggi l'azienda svedese fornisce il proprio know-how e il proprio sistema a Case come Bell, Fox, Thor, Alpinestars, LS2, Suomy, TroyLeeDesign.

Durante la nostra visita in MIPS abbiamo avuto il privilegio di parlare con Amy Pomering – Product Developer, Peter Halldin – CTO, Marcus Seyffarth – Head of Product Development e Max Strandwitz – CEO. Proprio di quest'ultimo vi riportiamo ora l'interessante chiacchierata fatta...

Com’è nata la prima idea? Da un sogno o da un’esperienza personale?
È nata dall’idea di un neurochirurgo veramente frustrato che ha avuto sul suo tavolo operatorio svariati pazienti con traumi al cervello dopo incidenti. Da lì ha iniziato a fare velocemente molta ricerca e ha capito che i caschi oggi non sono realizzati per proteggere dai danni celebrali ma sono realizzati per proteggere dalla frattura del cranio.

Che cosa vedi nel futuro di MIPS? Come sarà tra 20 vent’anni? 

Nell’ottica di come vedo MIPS tra vent’anni spero che faremo molto di quello che stiamo facendo oggi: provare a ridurre il rischio di danni celebrali. Credo che saremo in molte più categorie rispetto a quelle in cui siamo oggi. Oggi siamo in 7 categorie diverse e per noi il continuare ad espanderci è molto importante. Abbiamo appena lanciato il casco con una protezione per gli occhi e il nostro primo construction helmet (casco da lavoro). Quindi più persone possiamo proteggere più possiamo ridurre il rischio di danni celebrali.


Come sarà il casco dei motociclisti in futuro? Non per MIPS ma in generale: nuove tecnologie…
Credo che negli ultimi anni ci siano stati molti sviluppi nel campo dei caschi per motociclisti e spero che ci possa essere uno sviluppo continuo verso caschi sempre più sicuri. Se guardi alla storia c’è stato un grande interesse verso il design, i colori, la grafica e cose del genere. Questo è molto bello ma ovviamente bisogna considerare anche la sicurezza. Credo che in futuro ci saranno molte soluzioni sicure nel campo dei caschi e spero che MIPS possa essere una di queste. Ci sono tante cose in questo campo, per esempio abbiamo visto molte tecnologie di air-bag che si stanno approcciando ai caschi, abbiamo visto degli “smart helmets” che reagiscono all’ambiente intorno a te. Credo che la strada sia quella degli "smart helmets".

Credi che il mercato dei caschi sia difficile al momento per MIPS? I consumatori sembrano volere qualcosa di più confortevole rispetto a qualcosa di più sicuro. Per te non è difficile far capire al cliente che qualcosa di confortevole non è più sicuro?
Credo che la soluzione sia dare al cliente qualcosa che sia allo stesso tempo confortevole e sicuro. Uno dei tratti fondamentali con cui è nata MIPS è quello di non voler cambiare le caratteristiche originali del casco. Questo è il motivo per cui spesso nei nostri caschi per moto non vedi nemmeno la soluzione che abbiamo portato, perché è integrata al casco. Il motociclista così non sente nemmeno che noi abbiamo portato una modifica al casco: noi lo abbiamo reso più sicuro ma non siamo andati a modificare il confort del casco. 

E i competitor a che punto sono? 

Oggi non vediamo dei veri concorrenti “testa a testa” ma credo che un giorno qualcuno arriverà.
Lo spero perché la competizione fa sempre migliorare e dico sempre che noi apprezzeremmo molto il fatto che qualche altra azienda possa spingere per sviluppare il nostro settore. Spero sinceramente che dei buoni competitors arrivino ma al momento non c’è davvero qualcosa che vediamo come tale. Alcuni brand hanno lanciato la loro personale soluzione e ci sono dei piccoli miglioramenti in alcune aziende anche perché non ci sono dei veri e propri standard al giorno d’oggi in questo settore. È molto difficile capire il livello dei concorrenti in questo modo e questo è il motivo per cui spero che presto ci sia uno standard anche in questo campo. Quindi per quanto riguarda i competitors credo che un giorno ci saranno ma non sono quelli che vedo oggi.


Quando costa lo sviluppo della tecnologia MIPS?
Non è stimabile esattamente quanto sia costato esattamente lo sviluppo della tecnologia MIPS perché la nostra tecnologia viene dalle collaborazioni con le università, che portano molto supporto, ma se dovessimo fare una stima con gli investitori di MIPS la cifra si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro. 

Che cosa diresti delle persone che non credono in questo progetto? Per esempio a chi dice che aiuta più chi va piano che chi va veloce

Ovviamente quello che abbiamo fatto fino ad oggi è uno studio che riguarda la tipica soluzione “urbana” che c’è oggi: se guidi a 200 chilometri all’ora e ti schianti, ecco noi non facciamo la differenza perché in questi casi entrano in azione altre forze. Noi cerchiamo sempre di sviluppare le soluzioni rilevanti e i nostri test hanno dimostrato che effettivamente noi abbiamo migliorato la sicurezza. Ovviamente però quando si va ad alta velocità i vantaggi offerti dalla nostra soluzione sono minori perché si introducono anche altre forze.

Sito: www.mipsprotection.com

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